Non condivido la decisione di Riccardi, rivedere i parametri snatura il fondo

Non condivido la decisione del ministro Riccardi di rivedere i criteri di accesso al fondo di garanzia di 50 milioni di euro per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie di precari. Il ministero della Gioventù del precedente Governo ha stabilito che il fondo fosse rivolto a giovani coppie con un reddito annuale non superiore ai 35 mila euro e composto per almeno il 50% da lavoro precario, per l’acquisto di un immobile del valore non superiore ai 200mila euro e con il preciso divieto alle banche di chiedere garanzie ulteriori all’ipoteca sulla casa. Tali criteri stringenti sono stati pensati per evitare, come accaduto in passato, che il fondo fosse utilizzato dagli istituti di credito per concedere il mutuo a quei soggetti che lo avrebbero ottenuto in ogni caso. Rivedere questi parametri e ampliare la platea dei beneficiari significherebbe snaturare il fondo, tramutandolo in un sostegno più alle banche che ai giovani precari. Il sottoutilizzo del fondo è da imputarsi alla decisione del Governo di interrompere la campagna di comunicazione istituzionale già preparata e avviata dal precedente Esecutivo, e ripresa solo negli ultimi giorni, e all’assoluta mancanza da parte di Palazzo Chigi di qualsiasi forma di controllo e vigilanza per garantire il rispetto dell’accordo con l’Abi. Se il Governo reputa di non essere in grado di garantire l’applicazione del fondo, ne utilizzi le risorse per qualcos’altro o abbia almeno il pudore di cambiarne il nome da ‘fondo per giovani precari’ a ‘fondo di sostegno per le banche in difficoltà’

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