Se pensioni d'oro sono un diritto, cambiamo la Costituzione

La proposta di Fratelli d’Italia è calcolare un tetto, anche per le pensioni in essere, oltre il quale si calcolano i contributi. Se hai versato i contributi, prendi la pensione. Se non li hai versati, la parte che supera il tetto viene tagliata. E con quello che si ricava si potrebbero adeguare le pensioni di invalidità quando non arrivano neanche alla pensione minima. Se questo è incostituzionale e lede diritti acquisiti, cambiamo la Costituzione.

Perché mi chiedo, e le chiedo ministro Giovannini, se noi possiamo davvero dichiarare un diritto il fatto che qualcuno in Italia prenda una pensione da 90 mila euro al mese, che non è minimamente figlia dei contributi che ha versato nella propria carriera, a fronte di intere generazioni che una pensione decente non la prenderanno mai e lavoreranno tutta la vita per pagare i privilegi di qualcun altro.

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11 commenti

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    • Luciano il 8 Maggio 2013 alle 23:19
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    Non è necessario cambiare la costituzione e neanche revocare le superpensioni, basta dare vita a una supertassa per pensioni che superano certi livelli. Di fatto una persona che và in pensione ha ormai una utilità limitata per la società il chè non giustifica differenze troppo elevate tra i diversi soggetti pensionati. In altre parole, chi meritava uno stipendio adeguato per la sua posizione nella società ha già avuto abbastanza, ora la ns. Società ha bisogno di altre risorse e di altri obiettivi.
    Luciano.

  1. Condivido in pieno cambiamo la costituzione, Lo seguita a porta a porta la sera del 08 maggio 2013 e ho letto il libro di Mario Giordano Sanguisughe. Se lei ha bisogno di un appoggio io sono disponibile.
    con un affetto, ed un augurio per il buon lavoro che fa per tutti noi.
    Grazie.
    Clelia

    • Roberto Corallo il 9 Maggio 2013 alle 08:50
    • Rispondi

    Gentile signora Meloni,
    Anche se non sono un suo elettore, ho molto apprezzato il suo intervento di ieri a “porta a porta”. Mi ha invece stupito “l’ignoranza” sul fenomeno dei diversi “esperti” presenti alla trasmissione. E’ infatti ben noto che l’importo delle pensioni, fino a ieri calcolate col metodo retributivo, veniva determinato sulla base degli importi versati nel corso degli ultimi anni della vita lavorativa; chi, alla fine del proprio percorso professionale, aveva raggiunto posizioni apicali e quindi per un breve periodo aveva versato contributi in proporzione, aveva (ed ha) diritto ad un vitalizio il cui importo è determinato come se per tutta la sua attività lavorativa avesse avuto posizioni apicali.
    Se riteniamo corretto il sistema contributivo, oggi applicato all’universo dei lavoratori in attività, dobbiamo convenire che l’importo ottenuto dalla differenza fra la pensione percepita (determinata con calcolo retributivo) e quella che si sarebbe avuta con calcolo contributivo costituisce una forma di assistenza sociale. In un contesto in cui non si riesce a sostenere soggetti e famiglie effettivamente in difficoltà (disoccupati, cassintegrati, esodati, ..), diventano incomprensibili e finanche immorali forme cospicue di assistenza sociale a beneficio dei redditi più elevati.
    Evidentemente il fenomeno è ben mimetizzato con la complicità degli stessi Enti previdenziali, in primo luogo dell’INPS. I rapporti annuali dell’Ente, mentre per il resto sono ricchissimi di informazioni, sono del tutto reticenti quanto al numero di pensioni e alla relativa spesa per i soggetti apicali. La classificazione per fasce di importo riunisce in un unico calderone tutte le pensioni superiori ai 3.000 Euro mensili (circa 2.200 Euro netti). Alla faccia della trasparenza, si mettono insieme pensioni appena dignitose con quelle più che generose. Nelle more della riforma, i cui tempi potrebbero non essere brevi, si potrebbe cominciare col pretendere dall’INPS trasparenza sul fenomeno.

    Mi consenta invece di dissentire da Lei circa l’abolizione dell’IMU sulla prima casa.
    In assenza di una concomitante introduzione di deducibilità dal reddito degli oneri sostenuti per l’affitto dell’alloggio di abitazione, l’abolizione dell’IMU produrrebbe effetti di profonda ingiustizia sociale. Prenda il caso di 2 famiglie a parità di reddito – poniamo 2.000 Euro mensile – di cui una vive nella casa di proprietà e l’altra in affitto pagando un canone di 1.000 Euro mensile. La prima avrebbe un reddito “spendibile” doppio dell’altra ma entrambe verrebbero soggette alla stessa imposizione fiscale. Capisco che, se è difficile trovare le risorse per l’abolizione dell’IMU sarebbe ancora più difficile finanziare anche la deducibilità dei canoni di affitto. In assenza di simultaneità dei due provvedimenti, come male minore, lascerei in vita l’IMU.

    Cordiali saluti,
    Roberto Corallo

    • maria colombo il 9 Maggio 2013 alle 12:55
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    questi sono temi concreti che vanno portati avanti anche con il sostegno di ogni cittadino che ha a cuore uno sviluppo responsabile del nostro paese. non tiriamoci indietro nel contribuire a divulgare e spiegare questa legittima richiesta!

    • Sergio il 9 Maggio 2013 alle 20:31
    • Rispondi

    Spett.le Onorevole Meloni Giorgia ho visto il suo intervento ieri durante il question-time sulle pensioni d’oro e devo veramente complimentarmi con Lei per l’esposizione di una scandalosa ingiustizia sociale. Volevo anche però farle presente che il problema delle pensioni riguarda anche persone che vedono obbligatoriamente allontanarsi il periodo di raggiungimento di questo “traguardo”. Penso che la riforma del precedente ministro del lavoro sia stata fatta sopratutto per mettere ordine nel bilancio delle disastrate casse dell’INPS, senza però tenere conto di persone, magari esauste, che vedendosi allontare il momento della messa a riposo sono state messe nelle condizioni di dovere arrancare per raggiungere ciò. Quello che lei ha detto sulle discrasie dell’attuale sistema sono fondate e penso che il fatto di percepire per quello che si è versato sia giustissimo, proprio per questo però bisogna dare la possibilità di scelta e non l’obbligo come è adesso di dover andare in pensione ad una età piuttosto che ad un’altra, è un principio di libertà e di diritti non acquisiti ma di giustizia sociale. Per esempio se una persona ha lavorato 37 anni ed ha 56 anni (il mio caso) deve poter scegliere se andare in pensione con 40 anni di lavoro (che deve essere il massimo, a parte quelli usuranti, che devono essere di meno) ovviamente con una penalizzazione, oppure andare in pensione con 45/50 anni ( e chi più ne ha, più ne metta, così facciamo felice la Fornero, Monti e anche la Merkel) con la massima, ma non devo essere obbligato ad andare in pensione con 43/44 anni di lavoro così ci arrivo logoro e dopo 5 massimo 10 anni schiatto e faccio felice le casse dell’INPS. Sono sicuro che Lei abbia capito, che quello che Le ho esposto sia un discorso che salvaguarda, sia chi vorrebbe staccare la spina del lavoro, ma sopratutto per chi vorrebbe accenderla, cioè i giovani che avrebbero più possibilità di entrare nel mondo del lavoro, se chi c’è se ne va un pochino prima. Spero di non essere stato troppo logorroico e quanto esposto possa trovare il Lei una forma di proposta di cambiamento dell’attuale obrobriosa oltre che ingiusta normativa pensionistica. Le auguro buon lavoro e La ringrazio tantissimo per quello che stà facendo e che potrà fare, cordialmente, Sergio Savi.

  2. gentile sig., Meloni , ai sig. che percepiscono pensioni d’oro perchè diritti acquisiti , qualcuno ha detto loro che pure per i pensionandi SONO diritti acquisiti. Purtroppo però, questi, di pensione non percepiscono nuuullllaaa. Saremmo contenti noi tanti pensionandi avere risposte dai signori d’oro. Dicano pure che se ne fregano dei pensionandi, ma almeno dicano qualcosa!!!! Comunque d’accordissimo con Lei per cambiare la costituzione, ma, dato che non avverrà mai una simile cosa , e semmai avverrà, passeranno LUSTRI. DUNQUE basta dibattere inutilmente sul da farsi. Si trovi / si faccia qualcosa, e da subito, come da subito(in 1 minuto di FOLLIA FORNERO) è stata stravolta la vita di migliaia di cittadini pensionandi/esodati ridotti alla fame. Il pres. Napolitano è solito usare la parola COESI, pure lui però nn rinuncia nulla, ci ha imposto pure costi di senatore a vita ,tecnici e saggi. Per i pensionandi non ci sono soldi, mentre per tutti questi si son trovati!!!! MA CHE RAZZA DI SCELLERAGGIO E’ QUESTO PAESE ITALIA??????????

    • costantino il 10 Maggio 2013 alle 13:31
    • Rispondi

    Mi trovo perfettamente d’accordo con Lei, con i tagli alle pensioni d’oro e d’agento, on. Meloni, la seguo da quando ha mosso i primi passi verso la comprensione che i professionisti in Italia svolgono una funzione sociale notevole ( a scanso di qualcuno che approfitta o ha approfittato ); sono un consulente del lavoro, e siccome lavoro non ce ne è più, specie al sud, non so più di cosa sono consulente; con delle leggi che fanno un passo avanti e poi tre indietro; io non so più cosa consigliare ai clienti che potrebbero intraprendere un’attivtà ma hanno paura!!!
    Sono sicuro che con la sua grinta e lasua voglia di fare veamente le cose in Italia, abbiamo una chance da non perdere, vada sempre avanti e ci guidi ( ma ci venga pure incontro ).

    • romeo il 13 Maggio 2013 alle 10:20
    • Rispondi

    una folta, variegata casta di ex dipendenti pubblici, dirigenti di enti ed aziende pubbliche difende questi “privilegi acquisiti”. Non a caso Inpdap, grazie anche all’ eccellente gestione del patrimonio immobiliare (vedi affittopoli) porta in dote un buco da 23 miliardi di euro.
    E nonostante il” Si, ma non è questo” pronunciato, (sarà un caso?) sull’ argomento dal Bersani, sono convinto che, oltre a manifesti motivi di giustizia, equità e moralità, l’ azione su quest’ argomento è giustificata anche dall’ estesa e inimmaginabile entità dei risparmi offerti; tali da poter assettare quasi interamente il bilancio statale.
    E’ l’ unico politico che par affrontare quest’ argomento, perseveri! questa battaglia è determinante per poter ripristinare sostenibilità di bilancio e giustizia sociale.

    • Angelico Antonini il 13 Maggio 2013 alle 16:51
    • Rispondi

    Sono daccordo con quanto è stato detto nell’articolo, ma ci sono troppi interessi massonici che impediscono la revisione delle pensioni d’oro. I nostri urli, le nostre proteste non raggiungeranno coloro i quali reggono gli spaghi delle “marionette” che dovrebbero prendere le decisioni definitive. Le marionette sono proprio quelli che percepiscono le somme più elevate. In vita mia non ho mai visto un marito che si evira per far dispetto alla moglie così non vedrò mai un burocrate che si taglia la sua remunerazione per il bene dell’Italia.
    Cara Giorgia Meloni sappi che se mi chiamerai, risponderò sempre
    PRESENTE
    Angelo Antonini

    • laura il 13 Maggio 2013 alle 17:22
    • Rispondi

    Gentile Sig.a Meloni. Vorrei sapere cosa intende per pensione d’oro. Vorrei farle presente che le pensioni che hanno meno rispondenza coi contributi versati sono quelle considerate “basse”. Ovvero: Minime, integrate al minimo, baby insieme a quelle degli statali, a quelle di chi e’ andato in pensione con la legge Mosca, ai vitalizi dei politici ecc e a quelli che avevano un coefficiente di calcolo pari al 2% per anno di contribuzione. Con la riforma Dini, coloro che avevano una retribuzione sopra i 41.000 EUro annui hanno un coefficiente di calcolo decrescente fino ad arrivare allo 0.90%. In parole povere, le pensioni medio-alte, ovvero quelle taglieggiate un anno si’ e l’altro pure, sono quelle che hanno piu’ rispondenza coi contributi versati. Pero’ e’ comodo infierire perche’ sono pensioni medio alte. Io ho versato contributi per 40 anni ed ho sempre pagato le tasse all’aliquota marginale e la mia pensione e’ circa il 55% della media delle mie retribuzioni degli ultimi 10 anni . A me non recherebbe alcun danno il calcolo col metodo contributivo, anzi. E’ facile parlare genericamente, ma conviene sempre approfondire la materia, per evitare errori pacchiani. Grazie.

    • flavio il 1 Giugno 2013 alle 07:58
    • Rispondi

    Si parla di riformare l’attuale legge sulle pensioni che colpisce i lavoratori, in peggio, infatti la flessibilità non è gratis.. Quando invece si parla di pensioni d’oro,baby, privilegiate, vitalizi e altro ecco la parola magica “non si toccano i diritti acquisiti”- Lei tenta di rompere questo tabù e per questo Le sono grato.
    Il governo carica sui lavoratori attuali gli errori del passato, solo sui lavoratori che devono lavorare fino allo sfinimento, pagare la benzina per raggiungere il posto di lavoro, la badante, la colf, per avere poi una pensione che non potranno godersi… o accettare una pensione da fame.
    Ai pensionati di ieri no, a loro tutto e anche spesso immeritatamente.
    Siamo in emergenza ed è giusto che tutti ci rimbocchiamo le maniche a cominciare da chi le pensioni non le ha meritate.

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