Foibe, lettera di Meloni a Boldrini: con rammarico chiedo perché Camera non ha commemorato Giorno del Ricordo

Questa la lettera inviata dal presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, al presidente della Camera, Laura Boldrini, per chiedere le ragioni della mancata commemorazione a Montecitorio del Giorno del Ricordo in memoria dei martiri delle foibe e  dell’esodo giuliano-dalmata.

«Illustre Presidente,

a nome del gruppo di Fratelli d’Italia mi trovo a doverLe chiedere, con rammarico e sincero dolore, le ragioni per le quali la Camera dei Deputati non abbia ritenuto organizzare alcun evento commemorativo in occasione della Giorno del Ricordo in memoria dei martiri delle foibe e degli esuli del confine orientale, istituito con legge dello Stato nel marzo 2004. Fino ad oggi, il Parlamento Italiano ha sempre sentito il dovere e la necessità di commemorare persone ed eventi che hanno fatto la storia dell’Italia, dell’Europa e del mondo. Le grandi conquiste, come le terribili tragedie, non sono mai passate sotto silenzio nell’istituzione da Lei oggi presieduta. Così è stato, in questa legislatura, per le ricorrenze e le commemorazioni più disparate, così è stato, in questi ultimi dieci anni, per il Giorno del Ricordo, celebrato senza distinzioni da tutti i presidenti della Camera che l’hanno preceduta. L’incomprensibile l’oblio al quale è stata consegnata la tragedia delle Foibe in questo 10 febbraio 2014 è, dunque, una pagina di cui la Camera dei Deputati non può andare fiera.
Dimenticare il Giorno del Ricordo vuol dire rinnovare quel vergognoso atteggiamento di rimozione e negazione politica, sociale e storiografica che venne assunto nel 1945 e mantenuto per oltre 50 anni di vita repubblicana. La tragedia indescrivibile di migliaia di nostri connazionali barbaramente trucidati solo perché italiani non può essere nuovamente rimossa dalle coscienze di questa Nazione, che non si è mai scusata abbastanza per come furono trattati i 350 mila profughi giuliano-dalmati, costretti dalla furia etnico-ideologica del regime titino a fuggire dalle proprie terre ed abbandonare le proprie case.
La mancata celebrazione di questa importante ricorrenza da parte della Camera dei Deputati assume un significato ancora più grave alla luce degli episodi di intolleranza e sfregio perpetrati negli ultimi giorni nei confronti dello spettacolo teatrale di Simone Cristicchi “Magazzino 18” e ai danni di una stele commemorativa a Roma, accompagnata da volantini deliranti. Mi chiedo, Presidente, se i figli e i nipoti di quegli italiani meritino ancora umiliazioni; mi chiedo per quanto si continuerà a tenere all’oscuro i giovani italiani di un tassello tanto importante quanto doloroso della nostra storia nazionale; mi chiedo quando sarà finalmente consentito loro di indignarsi e commuoversi di fronte alla foiba di Basovizza e mi chiedo, Presidente Boldrini, se sia finito il tempo in cui la definizione di “foiba” in prestigiosi vocabolari ed enciclopedie italiane veniva sbrigativamente e vergognosamente liquidata con l’analisi geologica di “dolina carsica”. Tutti noi abbiamo il dovere, Presidente, di contribuire alla costruzione di una Italia giusta che faccia della condivisione della memoria un valore indiscutibile. Particolarmente chi, come Lei, rappresenta le istituzioni ai massimi livelli. Che la Sua scelta sia dettata da disinteresse, o banale dimenticanza poco importa. E’ una scelta sbagliata, grave, che offende le istituzioni e riporta le lancette dell’orologio indietro di almeno un decennio. Spero che Lei se ne renda conto, e spero che intenda rimediare».

Giorgia Meloni,
Presidente del Gruppo Fratelli d’Italia

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