Nessuna discontinuità: il governo Renzi è una via di mezzo tra il rimpasto e la resa dei conti interna al Pd

«Tutto cambia perché nulla cambi. Così il governo Renzi sembra una via di mezzo tra un banale rimpasto e la triste resa dei conti interna al Partito democratico. Vorrei che il segretario Pd e nuovo presidente del Consiglio ci aiutasse a cogliere la discontinuità rispetto all’Esecutivo precedente: quello che vediamo, infatti, sono le stesse facce, con 10 degli attuali ministri che già facevano parte della squadra di Letta e la stessa maggioranza Pd-Ncd-Sc che ha votato convintamente tutti i provvedimenti invotabili del precedente governo. Così come la scelta del nuovo ministro dell’economia, già consulente della a Bce, della Commissione Ue e del FMI dimostra come le scelte economiche fondamentali non cambieranno di una virgola rispetto a quelle di Monti e Letta e che continueranno a essere dettate dagli interessi delle consorterie europee e grande finanza e non da quelli del popolo italiano. Mi chiedo dunque a cosa sia servito tutto questo caos, se non a cambiare le terga che sederanno sulla poltrona di presidente del Consiglio e a garantirsi il potere di nominare i vertici delle centinaia di aziende partecipate dallo stato che andranno fatte nei prossimi mesi».

È quanto dichiara il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che questa mattina ha salutato a Roma iscritti e simpatizzanti che stanno votando alle primarie di FdI-An nei seggi allestiti nelle piazze.

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