In Italia un regime di oppressione fiscale. Lo Stato chiede un “pizzo” ingiustificato ai cittadini

Alla luce degli ultimi fatti di cronaca riportati da diversi organi di stampa, risulta ormai chiaro come lo Stato italiano abbia messo in piedi un inaccettabile regime di oppressione fiscale ai danni dei propri cittadini. Contestazioni assurde e pretestuose fatte solo per spillare soldi a cittadini e imprese, multe campate in aria, metodi intimidatori e totale impunità per gli errori commessi.

Un sistema che ricorda troppo da vicino il metodo mafioso con il quale si pretende da imprese e cittadini il pagamento di un pizzo ingiustificato. L’Agenzia delle Entrate, Equitalia, le leggi speciali e i poteri straordinari in ambito tributario introdotti negli ultimi anni hanno creato un sistema vessatorio e anticostituzionale, nel quale un cittadino è evasore fino a prova contraria e l’onere della prova è a suo carico e non dello Stato. Un sistema totalmente asimmetrico nel quale il cittadino comune si ritrova inerme e in balia di agenti e funzionari.

Una follia, perché anche in ambito tributario dovrebbe valere lo stesso principio costituzionale che vale in tutti gli altri ambiti del diritto: un cittadino è innocente fino a prova contraria. Nella nostra Nazione, invece, esiste un meccanismo assurdo secondo il quale un contribuente è costretto a pagare, a titolo di acconto, fino alla metà dell’importo contestato dal fisco solo per potersi rivolgere alla giustizia tributaria. Salvo poi scoprire che più della metà delle contestazioni si rivelano infondate.

L’Italia si trova in una situazione inaccettabile nella quale un qualunque funzionario dell’Agenzia delle Entrate o di Equitalia ha un potere discrezionale enorme nei confronti dei cittadini comuni. Un sistema malato in cui lo Stato manda dei propri emissari a chiedere il pizzo per suo conto e nel quale, come dimostrano recenti fatti di cronaca, qualcuno trova molto facile chiedere anche il pizzo per conto proprio. Perché pagare gli esattori in base alle somme riscosse e al numero di contestazioni elevate significa mettere sotto ricatto cittadini e imprenditori che, pur di non essere perseguitati, preferiscono pagare. Esattamente come accade nei peggiori sistemi mafiosi.

Tutto questo succede mentre lo Stato continua a condonare miliardi di euro alle banche e alle lobby e non fa assolutamente nulla contro quelle aziende che hanno come ragione sociale quella di evadere e truffare lo Stato: imprese che aprono e chiudono di continuo, che hanno come amministratori teste di legno irreperibili, non versano un euro di tasse, non rispettano nessuno di quegli assurdi adempimenti burocrati che sono invece a carico dei normali imprenditori (pensiamo, ad esempio, al caso delle aziende cinesi a Prato).

Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale denuncia questa situazione da tempo e continua a ribadire le sue proposte: la revoca e la cancellazione di tutte le leggi speciali in ambito fiscale e tributario; lo stop  immediato degli incentivi e dei meccanismi premiali che scattano nel momento in cui un funzionario commina una sanzione; istituzione di un albo e di una banca dati degli amministratori di azienda per combattere seriamente l’evasione fiscale; il risarcimento dei contribuenti, per un importo pari al 10% dell’importo contestato, qualora la contestazione risulti infondata.

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1 commento

    • edoardo montrasio il 7 Agosto 2014 alle 11:06
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    In campo edilizio, settore in cui opero, si sta verificando un fenomeno strano e preoccupante. Oltre a chi non opera per mancanza di denaro, esiste una categoria di privati ed imprenditori che hanno una paura “fottuta” di acquistare ed investire, perchè impauriti da un reale clima di terrore fiscale. Gli stessi loro commercialisti sconsigliano di acquistare quando l’investimento non rientra nei parametri rigidi previsti dall’Agenzia delle Entrate. Tutto si ferma, tutto si immobilizza, per una paura fasulla imposta da chi non ha capito che bloccando l’economia, anche i loro stipendi sono a rischio.

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