Meloni a La Repubblica: «Responsabilità politiche di Alemanno che non ha infranto un sistema di potere consolidato. Proporremo una commissione d’inchiesta sulle degenerazioni delle coop»

L’intervista di Carmelo Lopapa.

«Le eventuali responsabilità penali di Gianni Alemanno le accerterà la magistratura, quelle politiche, purtroppo, sono evidenti. Ma guai a parlare solo di destra. Il marcio, lo schifo emerso da questa vicenda è trasversale, c’è dentro di tutto». Nello scenario terremotato della Roma post «Mafia Capitale», Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) è quel che resta del centrodestra, in queste latitudini. Per una settimana ha taciuto. Ora vuol dire la sua dallo studio della Camera, al quinto piano del palazzo dei gruppi in via Uffici del Vicario. E a chi come l’amico e ormai quasi partner politico Matteo Salvini la chiama in causa per la futura corsa a sindaco di Roma, non chiude le porte. «Sono convinta che ci sia ancora una classe dirigente a destra, ma la selezioneranno i romani con le primarie». Domenica mattina a Roma (Teatro Quirino) la prima uscita pubblica per parlare dei guai «della Nazione e di Roma e di come venirne fuori». Diffida chiunque dal considerarla l’apertura della sua campagna elettorale.

Cosa sta accadendo nella sua ritta, Giorgia Meloni? «Succede che un sistema di potere e di corruzione trasversale ai partiti sembra aver preso possesso dei gangli dell’amministrazione».

Beh, trasversale, il cuore dell’inchiesta riguarda il mondo della destra, il suo mondo. «Eh no, c’è la destra e c’è la sinistra. C’è il rosso e c’è il nero, ma l’unico colore che prevale è il colore dei soldi. Un quadro comunque vergognoso, perché in tanti hanno lucrato sulla povera gente, perfino sugli immigrati».

Voi dove eravate quando tutto questo succedeva? I fatti contestati risalgono al periodo in cui Alemanno era sindaco e lei era ministro, entrambi nel Pdl. «Calma. Noi siamo stati gli unici a denunciare la speculazione sul business degli immigrati. Interrogazioni. marce, proteste. Ancora a luglio chiedevamo al ministro Alfano e al sindaco Marino perché Roma dovesse ospitare 2.500 profughi contro i 104 di Milano o i 65 di Firenze. Perché a fronte di pensioni sociali da 480 euro si dovessero spendere 900 euro al mese per ogni immigrato. Era evidente che qualcosa non funzionasse, ora si capisce perché».

Accorgersene ora è facile. «Ma va comunque introdotta una disciplina che impedisca di assegnare servizi fino a 200 mila euro alle coop senza alcuna gara, che vieti loro di finanziare partiti politici. Oggi alterano il mercato, non è più ammissibile. Noi proporremo una commissione di inchiesta sulle degenerazioni del fenomeno coop in Italia. Punto secondo, le fondazioni: non possono essere finanziate dal pubblico. E le municipalizzate, spesso strumento di clientela, vanno drasticamente ridotte».

Insisto, voi dove eravate? Alemanno fa parte del suo partito, Fdi. «Premesso che nel partito è approdato da poco, abbiamo fiducia nella magistratura, le sue responsabilità saranno accertate e sono certa che ne uscirà bene. Dal punto di vista politico bisogna ammettere che in cinque anni non è riuscito a infrangere quel sistema di potere che si era consolidato sotto le amministrazioni precedenti».

Che ne sarà del Comune di Roma? «Ho già chiesto al nostro unico consigliere di avviare la raccolta di firme per le dimissioni di massa e lo scioglimento. È l’unica via percorribile. Commissariare per mafia sarebbe un’onta e un danno gravissimo per i romani onesti, irresponsabili i politici che ne parlano. Marino si faccia da parte, non è più tempo per lui».

Elezioni, ma per candidare chi? «Esiste ancora una classe dirigente che ha l’onestà e le carte m regola per governare questa città».

Salvini propone lei, il sodalizio appare sempre più solido. «Anche io non vedrei male lui sindaco di Milano (sorride). Scherzi a parte, mi fa piacere, lo stimo, ma saranno i miei concittadini a selezionare i candidati».

E lei sarà della partita. «Prematuro parlarne. Cominciamo a sciogliere il Consiglio comunale, il resto viene dopo. In ogni caso, per guidare Roma occorre ormai una buona dose di coraggio, di audacia ai limiti dell’irresponsabilità. Puoi pensare di accettare la sfida solo se te lo chiedono i romani».

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2 commenti

    • Filippo Bonora il 12 Dicembre 2014 alle 08:30
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    Spero che Giorgia Meloni sarà scelta dai romani come candidata a sindaco di Roma. Credo che in questo momento sia FDI che la Lega, si debbano rendere conto che, se vogliono recuperare l’elettorato di centrodestra ormai in libera uscita da FI, bisogna che offrano un’alternativa credibile, un’alternativa di governo, altrimenti daranno voce alla protesta ma, come Grillo, saranno destinati ad esaurirsi dopo poco.
    Filippo Bonora

    • cost il 12 Dicembre 2014 alle 17:43
    • Rispondi

    oltre a alemanno butta fuori anche la russa

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