Meloni a «La Stampa»: Bene su famiglia, lotta alla mafia e marò

Per Giorgia Meloni restano però dubbi sulla capacità reale di passare dalle parole ai fatti.

«II presidente ha usato parole condivisibili… Fin troppo». Cosa intende dire, presidente Giorgia Meloni? «Ha fatto un discorso pieno di ottimi auspici, ma l’Italia che disegna è ben diversa da quella che gli italiani vivono. Il diritto allo studio, al lavoro, il sostegno alle famiglie sono principi che l’Italia riesce a difendere relativamente. E anche Mattarella non è estraneo a questa realtà».

In che senso? «È stato 25 anni in Parlamento, ha fatto il ministro, era giudice della Consulta che ha bocciato il prelievo di solidarietà sulle pensioni d’oro… Speriamo che nel nuovo ruolo sappia essere più determinante nella difesa di quei principi».

Torniamo al discorso di ieri. «Mi sono piaciuti tre riferimenti».

Primo: quello ai marò. «Esatto. È una questione finora sottovalutata: speriamo che possa arrivare da lui una spinta diversa al governo per occuparsene seriamente».

Secondo riferimento? «Mi ha fatto piacere il richiamo alla legalità e alla lotta alla mafia, con il ricordo di Falcone e Borsellino. Anche per un aspetto personale».

Cioè? «Ho cominciato a fare politica dopo la strage di via D’Amelio, sono molto legata a quella vicenda».

Terzo riferimento? «Il richiamo alla tutela della famiglia. Ma siamo solo alle belle parole: per il resto, aleggia un segnale di continuità per cui parla di crisi come se fosse una calamità, e non il risultato di scelto politiche italiane e soprattutto europee. In Europa non abbiamo trovato un approdo sicuro: la sfida è invece quella di riaffermare la propria sovranità».

C’è qualcos’altro che avrebbe voluto sentire? «Avrei voluto sentire “Fate delle riforme per far contare di più gli italiani”. Ma non mi aspettavo che lo dicesse».

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1 commento

    • Mario Bracco il 5 Febbraio 2015 alle 11:15
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    avrei voluto che si desse importanza prioritaria all’obbligo ,per la Magistratura,di fare rispettare la legge.

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