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giorgia meloni2Intervista a Giorgia Meloni – «Altro che populisti, io e Salvini siamo al 20%» La leader di Fdi: «Sono pronta a incontrare Parisi, ma se vince il No, nessun governicchio, si va alle urne» LO SCONTRO POLITICO Giorgia Meloni «Altro che populisti, io e Salvini siamo al 20%»

La leader di Fdi: «Sono pronta a incontrare Parisi, ma se vince il No, nessun governicchio, si va alle urne»

Presidente Giorgia Meloni, dopo settimane spese a parlare d’altro, Stefano Parisi ha invitato anche lei, in quanto leader di Fratelli d’Italia, e Matteo Salvini a far parte del suo progetto: siete interessati a discutere con lui di una riaggregazione del centrodestra? «Io dò la mia disponibilità a parlare con chiunque, purché si stia tutti nella stessa metà campo. Per noi la questione dirimente è questa».

Pensa che il “consulente” di Fi possa giocare con gli “altri”? «Spero di no. Ma per chiarezza chiedo ancora una volta a Silvio Berlusconi e a Parisi stesso cosa intendano fare in caso di vittoria del “no” al referendum. Sono disponibili ad aiutare Matteo Renzi a rimanere in sella entrando in un eventuale “Renzi bis” o, come mi auguro, non lo sono? È la questione cruciale».

Se vince il “no”, il Parlamento dovrà scrivere una nuova legge elettorale, non crede? «Ecco, non voglio sentirmi dire proprio questo: non dicano che l’assenza di una legge elettorale impedisca di andare al voto nel caso della vittoria del “no”. Sento qualcuno parlare di un governo di scopo, che significa il quarto governo di fila nominato e non eletto…».

Potete evitare che si finisca nel fare un governissimo? E come? «Se si vuole essere seri, a settembre, quando arriveranno in Aula le mozioni sulla legge elettorale, possiamo cercare un accordo. Decidiamo in Parlamento una alternativa utile nel caso in cui vinca il “no” e decada l’Italicum. Facciamo questo lavoro prima, in modo che nessuno, poi, finga che ci sia una emergenza da affrontare con soluzioni di emergenza…».

Quindi, pancione permettendo, andrà alla Convention a settembre? «Vedremo se inviterà politici o meno. Vado volentieri alle cose di Parisi e di chiunque mi inviti, a una condizione, però: non pretenda di farmi sedere al tavolo con Denis Verdini, Angelino Alfano e Corrado Passera. Non ho nulla a che spartire con quel modello. E, se è vero che Parisi si rifa al modello dei Repubblicani americani, gli ricordo che loro sono oggi rappresentati da Donald Trump, non esattamente un socialdemocratico…».

Il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti ha lanciato l’idea di un listone lepenista con il Carroccio e Fdi insieme, sganciati da Fi. È una prospettiva politica concreta? «Le esperienze che abbiamo fatto in questi anni laddove, come in Toscana, in Umbria, a Roma e in gli altri casi, Fratelli d’Italia e Lega sono andati insieme mentre altri facevano scelte non comprensibili, dimostrano che ciò che qualcuno liquida come populismo vale almeno il 20%. È qualcosa su cui tutti dovrebbero riflettere, noi lo stiamo già facendo».

Sì, ma col 20% non si governa, non basta il populismo, non crede? Lei è stata ministro, ma c’era il Pdl. «Populisti, demagoghi, soffiate sulla paura… Ci dicono sempre le stesse cose ridicole ma poi, mediamente dopo due anni, arrivano tutti alle nostre stesse considerazioni: il ministro della Giustizia Andrea Orlando ora ha confessato che alla base della tratta degli esseri umani sui barconi ci sarebbe l’Isis. Ma dai? Lo diciamo da anni: ci guardavano dall’alto in basso… È così su tutto. Siamo il male dei mali, ma alla fine abbiamo sempre ragione. Ciò dimostra che la nostra è una prospettiva di governo seria; abbiamo le idee più chiare su come affrontare e gestire le emergenze noi di Renzi e Alfano…».

Salvini è tornato ad Arcore, lui e l’ex premier si sono accordati sul fatto che nove saggi – tré per partito – scriveranno il programma del centrodestra. È d’accordo? «Dico sì a tutto ciò che può servire per scrivere un buon programma. Gruppi di lavoro, iniziative pubbliche, consultazione della base, una due giorni dedicata al tema. Tutto purché si parli dei problemi degli italiani e non di quelli dei partiti…».

Di cosa vorrebbe parlare Fdi nel corso di questi incontri, quali proposte vorrebbe fare agli elettori? «Parliamo di riduzione dello Stato, di taglio delle tasse, di presidenzialismo e, soprattutto, di difesa della tradizione: dalla famiglia fino all’agricoltura…».

Chi saranno i tré “saggi” di Fdi? Li avete già individuati? «Vedremo. Forse la scelta migliore sarebbe prenderli tra chi non ha incarichi elettivi: vorrei farci dare una mano a individuare nuove ricette e, così facendo, costruiamo una rete nella società».

Fatto il programma… «Oltre al programma forse non sarebbe male trovare un accordo anche sulle primarie o comunque meccanismi di partecipazione dei cittadini alla ricostruzione; i leader non si calano dall’alto, ma si affermano dal basso».

PAOLO EMILIO RUSSO

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1 commento

  1. Vai cosi’ Giorgia siamo con te,sei la migliore.

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