Meloni a «Il Corriere della Sera»: «Chiarezza nel rapporto con Ue, primarie e clausola anti-inciucio: ecco le condizioni di FdI per le alleanze»

L’intervista di Paola Di Caro

Non è «pace» perché, umanamente, non è mai stata guerra: «Distinguo sempre il rapporto personale da quello politico – dice Giorgia Meloni, leader di Fdl – . Il primo non è mai molto cambiato, il punto è capire se si possa recuperare il secondo».

Se Berlusconi ha fatto sapere che ci teneva a recuperare una «brava come Giorgia» dopo la rottura a Roma e l’ha invitata ad Arcore domenica, qualcosa significherà… «Probabilmente si è reso conto che quella scelta non ha fatto il bene di nessuno, e che meritiamo rispetto».

L’incontro come è andato? «È stato utile, abbiamo parlato di politica internazionale, interna, di amministrative e del futuro del centrodestra. Perché io voglio vincere le prossime elezioni, e farò del mio meglio perché succeda: gli elettori non ci perdonerebbero mai divisioni incomprensibili quando gli avversari da battere sono chiari e simili, e sono le sinistre di Pd e M5S, diversissimi dall’unico fronte – il nostro – che si batte per il “prima gli Italiani”, per una norma m Costituzione che difenda gli interessi nazionali dall’ingerenza europea, per la nostra identità».

A Berlusconi non piacciono i «populismi»… «Mi fa specie, visto che lui è stato il primo ad essere accusato di populismo! Le nostre posizioni sono sempre state vincenti tra la gente. Per questo dico che abbiamo la responsabilità di provare a stare insieme. E io mi confronto cercando di arrivare ad una proposta ampia, credibile e seria. Il che significa si ad alleanze ma non a ogni costo».

Cioè pone dei paletti? «Servono per essere credibili. Il primo punto è il programma, e dunque deve essere chiara la collocazione di FI in Europa: noi siamo per uno scioglimento concordato e controllato dell’euro, e io vorrei capire anche cosa pensa e dice Berlusconi alla Merkel quando vota per ridurre i fondi europei ai terremotati… Poi, dobbiamo decidere chi sarà il portabandiera della coalizione, e continuo a credere che il sistema migliore sia quello delle primarie. Infine, bisogna impegnarsi a non sostenere mai un governo assieme al Pd dopo le elezioni».

Berlusconi le è parso disponibile? «Direi di sì, sulle primarie a condizione che siano normate per legge, e siccome noi di Fdl abbiamo una proposta di legge elettorale che sostiene proprio questo oltre al premio alla coalizione, sarebbe bello fare una battaglia assieme».

Salvini però avverte: niente listoni o marmellate. Come fate ad accordarvi? «Tra me e lui non credo ci sarà mai problema a fare sintesi, lo abbiamo sempre fatto. Poi anche noi preferiremmo un premio alla coalizione ma se restasse alla lista dovremmo comunque prenderne atto e provare ad attrezzarci per ambire al 40% che serve per governare».

Esiste il rischio di vedere alle elezioni i sovranisti da una parte e FI dall’altra? «Non posso escluderlo. Ma lavorerò con tutta me stessa per cercare un’unità ampia tra chi ci sta».

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