Intervista di Giorgia Meloni ad Avvenire: Ecco il piano di incentivo alla natalità di Fratelli d’Italia

Intervista di Vincenzo R. Spagnolo

Il Piano per la natalità? «È il primo tema che abbiamo posto nella coalizione di centrodestra, ed è il primo punto del programma di Fratelli d’Italia. È nel programma e lo faremo, se andremo al governo». Quanto costerebbe? «Può arrivare a 15-20 miliardi di euro, ma abbiamo studiato coperture per 25, per coprire gli sforamenti». Il convegno è finito e Giorgia Meloni sta per tornare all’impegno pressante della stesura delle liste di candidature per le elezioni («È un passaggio che richiede serietà e attenzione»). Prima di farlo, si ferma con Avvenire per rispondere ad alcune domande, necessarie a comprendere, nel dettaglio, come Fdi pensa di racimolare nelle pieghe del bilancio le coperture necessarie al pacchetto di misure pro famiglia: «Sarebbe – sostiene – il più imponente piano di incentivo alla natalità maivisto nella storia italiana».

Partiamo dagli asili nido gratuiti. Sì, l’asilo nido dovrà essere gratuito per tutti, con una estensione dell’orario di apertura e una turnazione estiva per le madri lavoratrici. Ma soprattutto, vogliamo introdurre il ‘reddito d’infanzia’.

Di cosa si tratta? Un sostegno alle famiglie, per 400 euro mensili, per ogni figlio fino a 6 anni d’età, per coppie con redditi sotto 80mila euro annui. La pensiamo all’opposto del Movimento 5 Stelle: col reddito di cittadinanza rischiano di creare stuoli di ‘mantenuti’ dallo Stato. Noi vogliamo sostenere i nuovi nati, le famiglie e le coppie che pensano di formarne una. E proponiamo che il congedo parentale sia coperto all’80% fino a 6 anni di età del bambino, e non al 30% come adesso.

E sul piano fiscale, cosa intendete fare? Varie cose. L’introduzione del quoziente familiare in ambito fiscale; la deducibilità del costo del lavoro domestico; incentivi alle aziende che assumono donne in età fertile. E ancora, interventi sul prezzo del latte in polvere ed eliminazione dell’Iva su prodotti dell’infanzia, come i pannolini.

Veniamo alle coperture. In concreto, quanto costerebbero questi interventi?

Gli asili nido gratuiti, 1 miliardo e mezzo dieuro, e l’estensione dell’orario 500 milioni; un altro miliardo l’estensione del congedo parentale, coperto all’80% dal secondo figlio, e con equiparazione dei lavoratori autonomi; gli incentivi a chi assume neo-mamme, 1 miliardo; e mezzo miliardo per togliere l’Iva sui prodotti per la prima infanzia.

Fin qui, siamo a 4,5 miliardi. Ma la voce più onerosa sarebbe il ‘reddito d’infanzia’… Sono 11,5 miliardi. Più altri 4, se si estendono i 400 euro al mese fino ai 18 anni del figlio, nel caso di famiglie con due o più figli e redditi molto bassi, fino a 15mila euro annui.

Il totale delle misure richiederebbe coperture per almeno 20 miliardi. Da dove arriverebbero? Ne abbiamo previste per 25: 7 arriverebbe-ro dall’assorbimento, nel reddito d’infanzia, della spesa per assegni familiari e altri sostegni alla genitorialità. Altri 3 possono essere presi dai 10 destinati annualmente dalla Ue all’Italia.

Così si arriva a 10. E gli altri? Oggi ne spendiamo 5 per l’accoglienza dei migranti: 4 si possono recuperare, se si riducono i flussi in partenza dal Nordafrica.

Un’ipotesi azzardata, anche perché immaginata sulla pelle di disperati. Se i migranti continuassero ad arrivare (altri 800 sono appena sbarcati), li lascerete senza accoglienza? Riteniamo possibile, con politiche di cooperazione serie con la Libia e con gli altri Paesi di partenza, ridurre drasticamente i flussi. Cosa che ora sta già avvenendo.

Per quota 25, mancano ancora 11 miliardi… Ci arrivo. Altri 7 possono arrivare dallo sblocco all’utilizzo del contante per i pagamenti, ora fermo a tremila euro.

In che modo? Ne deriverebbero maggiori consumi e introiti fiscali per lo Stato. In più, si potrebbe apporre una tassa del 10% a chi fa acquisti cash sopra i 5mila euro e valorizzare la proposta del procuratore di Milano Francesco Greco sulla voluntary disclosure della ricchezza liquida nascosta, stimata in 150 miliardi, che non sia frutto di reati. Infine, per toccare quota 25, 2 miliardi possono arrivare dal riordino delle aziende partecipate (secondo le stime del Piano Cottarelli) e altri 2 dal contrasto all’evasione fiscale dei grandi gruppi.

Il recupero dell’evasione è un vessillo sventolatoda tutti i partiti… La nostra è una stima prudenziale, al minimo. Non come altri, che pensano di fondarci sopra un’intera politica economica.

Ma quando eravate al governo, perché lei non ha proposto alcune di queste misure? Ero ministro per la Gioventù, mica del Welfare, ma ho fatto la mia parte. Ancora oggi, ci sono famiglie che mi ringraziano per il fondo di garanzia che introducemmo a copertura dei mutui di giovani coppie con lavori precari. Una misura che, a dispetto delle banche, funzionava e che intendo riproporre.

 

Condividi

1 commento

    • Gianni il 2 Febbraio 2018 alle 11:05
    • Rispondi

    Intervista interessante, mi auguro però che i vescovi condividano le sue parole, attualmente dal Vaticano vedo troppe pericolose sbandate a sinistra. A quando un’intervista a Famiglia Cristiana?

Rispondi