Giorgia Meloni al «Mattino»: «Con FdI al governo sostegno alle forze dell’ordine e agevolazioni per chi crea lavoro nel Mezzogiorno»

Intervista di Gigi di Fiore

In giro elettorale a Napoli. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, reduce dai diversi appuntamenti napoletani fissati dopo l’aggressione a Livorno del giorno prima.

Presidente Meloni, cosa è successo a Livorno? «Semplicemente che i soliti figli di papà dei centri sociali hanno tentato fisicamente di impedirmi di parlare ed incontrare gli elettori. Calci contro la mia auto, sputi, due cariche della polizia per impedire un’aggressione fisica diretta contro la mia persona».

È il risultato di un clima poco sereno di questa campagna elettorale? «Anche l’effetto dei due pesi e due misure con cui si interpretano questi episodi. C’è chi ha scritto che a Livorno c’è stata solo una contestazione nei miei confronti, quando è stata una vera e propria aggressione. Pensi se la stessa cosa fosse avvenuta da parte di gruppi di destra contro esponenti del centrosinistra. Sarebbero arrivati i caschi blu dell’Onu».

Macerata: il ministro Andrea Orlando ha definito il gesto di Luca Traini contro gli immigrati un atto di terrorismo. Cosa ne pensa? «Il terrorismo presuppone un’organizzazione strategica. Certo, Traini va punito in modo esemplare per ciò che ha fatto, ma il ministro Orlando e gli altri esponenti del governo non hanno mostrato la stessa solerzia quando una ragazza di 18 anni è stata uccisa e fatta a pezzi da tre nigeriani con metodi rituali propri della mafia di quel Paese africano».

L’immigrazione resta il tema principale di questa campagna elettorale? «Su questo, dico da tre anni le stesse cose e ora Marco Minniti le ha riprese e viene considerato un grande statista. L’immigrazione economica e i rifugiati politici non sono la stessa cosa. In Italia si entra illegalmente e la soluzione resta il decreto sui flussi migratori. Siamo al paradosso che, se un filippino volesse entrare legalmente in Italia per lavorare, non può farlo perché abbiamo già accolto migliaia di clandestini sui barconi».

Non esiste un tema di accoglienza di chi fugge dalla guerra e dai pericoli? «L’85 per cento di chi arriva in Italia non è un profugo politico. Per questo ripeto da tempo che, oltre ad un decreto flussi che stabilisca i numeri di quanta gente riusciamo ad accogliere, c’è bisogno di stabilizzare gli accordi con la Libia, di bloccare i porti libici, di creare hotspot nei Paesi d’origine per i migranti rinegoziando accordi con l’Unione europea».

Non è stato già fatto? «Poco. Sa perché la sinistra ha insistito sul tema dell’accoglienza? Perché, come si è scoperto, i migranti sono stati un business per le cooperative umanitarie. Su nostra sollecitazione, solo da due mesi si è obbligato le cooperative che ricevono fondi per l’accoglienza di rendicontare allo Stato quanto speso».

In Italia, esiste una percezione negativa sulla sicurezza? «Non è solo una percezione. Leggendo i dati del Viminale, si nota una correlazione tra immigrazione e insicurezza. I migranti hanno determinato un aumento dell’8,3 per cento sulla popolazione. In contemporanea, incidono al 40 per cento sulle rapine, 25 per cento sugli omicidi, 37 per cento sulle violenze contro le donne. Questo non significa che gli immigrati hanno maggiore predisposizione a delinquere, ma se dai libero accesso a migliaia di disperati senza nulla è più facile, al di là di ogni ideologia buonista, che possano commettere reati».

Cosa pensa sul reato di eccesso colposo di legittima difesa? «Il Viminale dice che i reati sono diminuiti. Non è vero, sono diminuite solo le denunce perché la gente è sfiduciata. La ricetta migliore è sempre uno Stato in grado di assicurarci la difesa, ma l’eccesso colposo, quando in alcune circostanze sono costretto a difendermi da solo, non esiste. Un cittadino non è addestrato a commisurare la difesa all’offesa. Chi può stabilirlo, in certi momenti? Io preferisco sempre che abbia la peggio l’aggressore. La legge attuale è imperfetta».

Si riparia di pericolo di ritorno a ideologie fasciste. Che ne pensa? «Una strumentale montatura ideologica di chi non riesce a parlare di temi reali e ha bisogno di spauracchi per sostenere la sua campagna elettorale».

In questa campagna elettorale, la coalizione di centrodestra pensa sia compatta? «Ci stiamo muovendo con una pessima legge elettorale che, sul distinguo del proporzionale, costringe a battersi per il proprio partito».

I vostri principali avversari sono il Movimento 5 stelle e gli indecisi? «La sinistra tradizionale si disintegra da sola, ma i 5 Stelle sono un’altra sinistra. Non hanno competenze, capacità a visione politica e avevano giocato tutto sull’onestà. Ora, anche questo loro argomento vacilla».

Sarà determinante il voto del Mezzogiorno? «Spero sia determinante per la nostra vittoria. Siamo venuti a Napoli a parlare di sostegno normativo ed economico alle forze dell’ordine, di economia. Nel nostro programma, abbiamo dedicato un ampio capitolo al Sud, legando le assunzioni alle detrazioni fiscali e prevedendo agevolazioni tributarie alle aziende che aprono filiali nel Mezzogiorno. È un modo per ricostruire il senso dell’unità nazionale nell’Italia dei patrioti che noi vorremmo».

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2 commenti

    • Corrado Pasetti il 15 Febbraio 2018 alle 10:34
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    ma il ministro Orlando e gli altri esponenti del governo non hanno mostrato la stessa solerzia quando una ragazza di 18 anni è stata uccisa e fatta a pezzi da tre nigeriani con metodi rituali propri della mafia di quel Paese africano».
    CARA GIORGIO RIPRENDO LA FRASE CHE HAI DICHIARATO AL MATTINO
    per purtroppo constatare che nonostante il sottoscritto avendo una lunga esperienza in paesi africani, informo diversi membri di FdI di quanto stava succedendo con la mafia nigeriana e altro. NESSUNO PRESTO PARTICOLARE ATTENZIONE.
    Solo ora dopo questo efferato omicidio se ne parla, se non fosse avvenuto (e sarebbe stato meglio) ancora oggi ci sarebbe il silenzio su tali fatti!
    Cordiali saluti

    • Gianni il 15 Febbraio 2018 alle 12:02
    • Rispondi

    Lo scorso anno venne assassinato un negro nella stessa regione e allora in quei giorni si riversarono li l’Anpi, la Cgil, le Acli, Libera con la solita Passerella della premiata ditta Boldrini, Grasso, Bergoglio. Qui nessuno che sia andato a far visita alla famiglia di Pamela

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