Giorgia Meloni a «Corriere della Sera»: «FI faccia il nome del suo candidato premier prima del 4 marzo, un Gentiloni bis sarebbe un colpo di Stato»

 

Berlusconi prende tempo e ha estratto più nomi dal cilindro. «Abbiamo stabilito un metodo. Il partito che prende più voti esprimerà il suo candidato. Per la Lega è Matteo Salvini, per Fratelli d’Italia io. Non si è capito il nome di Forza Italia. Se dopo il voto arriva un nome nuovo, non assicuro che avrà i nostri voti».

C’è chi parla di candidati «coperti». «Non mi tranquillizza. Non capisco perché si vogliano nascondere dei nomi».

Emma Bonino premier? «La Bonino rappresenta tutto quello contro cui io combatto. È una che va in giro a dire che Bilderberg è un bel gruppetto e che Soros è un bei filantropo».

Tajani? «Non mi appassiona, ma se avrà i voti Forza Italia ne prenderei atto».

Berlusconi dice che comunque farà da garante. «Sicuramente è persona di esperienza ed è una risorsa. Ma la vera garanzia è il nostro programma comune».

Di comune si vede poco. «La manifestazione si farà. I miei due alleati fanno a gara a distinguersi. Ma è colpa di una legge elettorale ridicola che infatti non abbiamo votato. Dopo il 5 marzo i toni saranno più smorzati».

Ci sarà una maggioranza compatta per governare? «O ci siamo noi, con un governo di patrioti, o sarà il caos. Sicuramente siamo indisponibili a governi di inciucio. E abbiamo chiesto ai nostri candidati un impegno a non cambiare poltrona».

Come i 5 Stelle? «No, sappiamo che una multa non è legale e vogliamo inserire il divieto di cambiare partito in Costituzione. Nel frattempo ci affidiamo all’onore dei nostri candidati».

Un Gentiloni bis? «Rimango molto colpita che si parli in maniera così allegrotta di un governo Minniti o Gentiloni. A occhio il Pd finirà terzo. E se ci trovassimo un Gentiloni bis o simili, sarebbe un colpo di Stato».

Il clima nelle piazze è incandescente. La destra non ha responsabilità? «No, la responsabilità è del Pd, che alimenta il ritorno a vecchie contrapposizioni, a slogan triti e ritriti per crearsi uno spauracchio. Una strategia della tensione per spostare l’attenzione dalle politiche fallimentari».

C’è un ritorno del fascismo, però, con CasaPound e Forza Nuova. «Se si crede che siano fuori dalla legge, si agisca di conseguenza. Se non è così, l’utilizzo del fascismo è discriminatorio».

Loro si richiamano all’eredità del fascismo. Lei? «Ancora? Io non sono fascista, sono nata nel 1977. È incredibile che mi vogliano dare lezioni di democrazia quelli che vanno a braccetto con i centri sociali, che hanno appena pestato in branco un brigadiere e lanciato bombe piene di chiodi a Torino. Perché non si chiudono questi centri sociali? Nessuna anima bella ha detto una parola quando mi hanno sputato addosso».

Cosa le sta più a cuore del vostro programma? «La sicurezza. La difesa della famiglia. E una difesa feroce del nostro made in Italy».

E gli immigrati? «Vorrei si ripristinasse il decreto flussi per i regolari. Per gli sbarchi propongo — quando l’ha fatto Minniti lo prendevano per Bismarck —, una missione europea che dialoghi con i governi libici, l’apertura di hotspot in loco, la valutazione in Africa dello status di rifugiati e una loro distribuzione equa tra i governi europei».

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2 commenti

    • gianni il 25 Febbraio 2018 alle 11:05
    • Rispondi

    Mi chiedo se è ancora il caso di essere alleati con Berlusconi. Sarebbe meglio correre da soli e poi magari vedere come andranno le cose.

    • antonio velotto il 25 Febbraio 2018 alle 14:06
    • Rispondi

    BERLUSCONI FORSE NON HA ANCORA PERSO IL VIZIO
    DEL GIOCO DELLE TRE CARTE.SPERO SI RINSAVISCA

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