Giorgia Meloni a «Il Messaggero»: «Orbán sia un esempio anche per il centrodestra italiano. Il M5S parla di innovazione ma vorrebbe andare al governo con Renzi e Boschi».

Intervista di Alberto Gentili

Onorevole Meloni, il suo compagno di selfie Orbán in Ungheria ha stravinto. Quali sono gli ingredienti della sua vittoria? «Orbán vince perché fa gli interessi del suo popolo, perché difende l’identità cristiana dell’Europa, dice no al processo di islamizzazione forzata e non ha paura di combattere contro la speculazione finanziaria. In più, negli ultimi anni Orbán ha investito miliardi per il sostegno delle famiglie, delle fasce deboli e non risponde ai diktat del globalismo imperante».

È anche vero che Orbán ha fatto una campagna elettorale affermando che in caso di sconfitta l’Ungheria sarebbe stata invasa dai musulmani… «Si può anche tentare di trasformare Orbán in una macchietta, ma non lo è. È una persona che siede nel Ppe e dice le cose che la sua gente capisce: denuncia il disegno, ideato e finanziato dalla speculazione internazionale, per privare gli europei delle proprie radici e della propria storia rendendoli tutti docili consumatori».

Dunque Orbán dovrebbe essere un esempio per il centrodestra italiano? «Di sicuro è un modello affine a quello di Fratelli d’Italia. Orbán è un patriota, ha programmi simili ai nostri, le nostre fondazioni lavorano assieme. A mio giudizio deve diventare un esempio anche per l’intero centrodestra italiano: bisogna preferire il popolo all’establishment e dare risposte ai bisogni della gente, non agli interessi dell’Unione dei burocrati».

Salvini sta trattando un’intesa con i 5Stelle. Di Maio può essere un partner di governo su questa linea? «La verità è che non si capisce nulla di quello che pensa il M5S. Dice tutto e il contrario di tutto. Oggi non si sa quale sia la sua posizione sull’Europa, non si sa se vuole fermare i flussi migratori. Se sono d’accordo su un blocco navale a largo delle coste della Libia e sul dimezzamento dei fondi per l’accoglienza dei migranti, etc».

Non è chiaro neppure cosa stia accadendo nel centrodestra. Domenica ad Arcore avete fatto una nota in cui rivendicavate il governo e la premiership per Salvini. Poi, invece, il capo della Lega ha rilanciato l’intesa con i 5Stelle… «Tra noi e Salvini l’accordo è su tutto, a cominciare dal rifiuto di spaccare il centrodestra. Matteo, però, non vuole il mandato esplorativo per andare a cercare i voti in Parlamento, in quanto preferisce un accordo organico a monte che gli garantisca una maggioranza. Se ci riuscisse sarei d’accordo. Ma il M5S dovrebbe prima riconoscere che rispettare la volontà popolare significa far governare il centrodestra uscito vincitore dalle elezioni, non provare a spaccarlo, e dargli la premiership sulla base di un programma chiaro».

Però? «Però la vedo difficile. Di Maio, che è arrivato secondo, mette veti cercando di dividere chi è arrivato primo per agguantare palazzo Chigi. Confido che nessuno cada nella trappola».

Di Maio vi dipinge come «un’ammucchiata». «Di Maio ha un’idea molto curiosa dell’ammucchiata, quella che lui chiama ammucchiata è la coalizione scelta dagli italiani. Non solo, lui che è giunto secondo, cerca un accordo con il Pd che è arrivato terzo alle elezioni. Questa si che sarebbe un’ammucchiata. Mi chiedo quale sarebbe l’innovazione: innovare è far governare, almeno per una volta, chi è arrivato primo: il centrodestra. E non riportare la Boschi e Renzi al governo».

Non sarà che alla fine Salvini vi scaricherà e farà l’accordo con Di Maio? «Salvini si rende perfettamente conto che se tiene unito il centrodestra è il primo, se lo rompe finirebbe invece a fare il secondo di Di Maio. Non credo che gli convenga».

C’è il rischio che alla fine si torni a votare. «Non ho paura delle urne, ma spero di no. Gli italiani hanno bisogno di risposte e dunque di un governo. Inoltre se si tornasse al voto con questa legge elettorale vergognosa, l’esito sarebbe identico. Per questo chiedo che la commissione speciale della Camera esamini subito la riforma che ho proposto: premio di maggioranza a chi arriva al 40 o al 37%. Solo così chi prende più voti potrà davvero governare».

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7 commenti

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    • clausi francesco il 10 Aprile 2018 alle 11:21
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    dAVQUESTABITERVISTA L’UNICA COSA CONCRETA CHE è STATA DETTA E’ GLI ITALIANI VOGLIONO UNA RISPOSTA BENE DATECELA SENZA TANRTI GIRI DI PAROLE POLITICHE CHE ALLUNGANO I TEMPI PER TUTTO FACENDOCI CONTINUARE A VIVERE OPPRESSI

    • Franco Cordiale il 10 Aprile 2018 alle 11:41
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    Prima dei numeri e prima dei programmi, come elenco astratto e generico delle proprie promesse, vengono le scelte di campo. La prima e’ questa: vi sta bene questa Europa con una moneta unica che ci e’ stata imposta ad un cambio sciagurato, rispetto alla vecchia lira? Vi sta bene questa Europa senza governi che facciano gli interessi della nazione, della quale non difendono nemmeno le frontiere da chi viene manovrato e sfruttato affinche’ vi entri illegalmente? Vi va bene il crollo della produzione, la chiusura e la delocalizzazione delle imprese? Vi sta bene lo sfacelo della scuola italiana, ridotta ad una specie di parcheggio attrezzato dove non siimpara ormai quasi piu’ niente ? Vi sta bene la giustizia che condanna il cittadino a risarcire il delinquente che lo ha assalito, magari dentro casa? Ponete le stesse domande al popolo cinque stelle…e vediamo che cosa vi risponde.

    • Ivano Gedda il 10 Aprile 2018 alle 14:11
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    Giorgia Meloni è uno dei pochissimi politici ad aver le idee chiare, a saperle esporre e a dimostrare lungimiranza politica, che di questi tempi è merce rara. L’Ungheria in particolare, e l’est europeo in generale, sembra più avveduto dell’Occidente europeo, forse perché, dopo decenni di totalitarismo comunista, ha compreso che si è finiti nella morsa del totalitarismo finanziario anglosassone e dell’autoritarismo burocratico dell’Unione europea e della Germania che ne fa le veci. La via per uscirne non sarà breve né indolore, ma sarà imprescindibile il superamento dell’attuale struttura tecno finanziaria eurocratica, attraverso il riacquisto di una reale sovranità politica e monetaria del nostro paese.

    • orieto il 10 Aprile 2018 alle 16:08
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    Il Presidente della Repubblica dovrebbe gentilmente ricordare al Signor Di Maio che non ha vinto le elezioni del 4 marzo . I voti si possono guadagnare e anche perdere , certamente con i veti non si guadagneranno . Inoltre anche i sorrisetti di compiacimento non fanno guadagnare i voti . Se il movimento 5 stelle continua nel tergiversare , subito a nuove elezioni .

    • eds il 10 Aprile 2018 alle 19:45
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    Un tempo i malfattori pubblici venivano condannati alla damnatio memoriae, (L. Malerba) nel Bel Paese sono punto di riferimento, il Delinquente Naturale, le idee chiare della Piccola Italiana.

    • Pino il 11 Aprile 2018 alle 02:44
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    Capisco la situazione in cui si trova Salvini dovendo dialogare con un tizio che purtroppo non ha la minima idea di cosa sia la correttezza della politica e di come vanno rispettati gli accordi. Purtroppo un elettorato incapace di decidere a quale formazione politica o forse anche stanco dei soprusi dell’uscente governo ha voluto tentare un nuova strada, peccato. Ora dialogare con loro si fa sempre piu’ complicato. L’Italia non puo’ piu’ aspettare, correre a nuove elezioni potrebbe essere la soluzione, dato che ora c’e’ un elettorato inferocito che sicuramente addrizzera’ il tiro. Auguri.

    • Pino il 11 Aprile 2018 alle 02:46
    • Rispondi

    Se si dovesse andare a nuove elezioni, perche’ non includere un referendum su tutte le giuste domande elencate da Cordiale ? Come dire due piccioni con una fava.

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