Fratelli d’Italia non dimentica simbolo sacrificio lavoratori italiani nel mondo

L’8 agosto 1956 ben 262 minatori, di cui 136 italiani, persero la vita nella miniera di Marcinelle in Belgio. Noi non dimentichiamo il simbolo del sacrificio dei lavoratori italiani nel mondo.

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3 commenti

    • Crocetti Riccardo il 9 Agosto 2018 alle 08:00
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    Sì,certo, non dimentichiamo il loro sacrificio.
    Quello che trovo fuori luogo è l’accostamento che certe “autorità” si azzardano a fare! I minatori di allora = clandestini di oggi.
    Ma allora anche i nostri connazionali degli anni ’50 salivano sugli autobus senza pagare, riempivano di immondizia le città belghe, aggredivano i controllori dei treni e dei mezzi pubblici, molestavano per fame ed odio razziale le donne belghe, pretendevano luoghi di culto dappertutto ,riempiendoli poi di armi per guerra santa cristiana ( che non esiste), occupavano abusivamente le case popolari sbattendone fuori i legittimi inquilini, buttavano per terra il cibo offerto dai belgi perchè “schifoso”, entravano senza documenti in Belgio e poi, alle autorità, raccontavano un sacco di palle sul proprio ingresso nel paese, rapinavano i vecchietti ammazzandoli di botte, spacciavano droga ,sfruttavano la prostituzione,ecc.,ecc.?
    E’ così? Sono andate così le cose?
    Qualcuno batta un colpo!

    • Crocetti Riccardo il 9 Agosto 2018 alle 08:05
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    ERRATA CORRIGE: volevo scrivere : ” la” guerra santa cristiana ( che non esiste),

    • Franco Cordiale il 10 Agosto 2018 alle 09:42
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    Bisogna rimettere a posto quanti volutamente confondono l’immigrazione italiana con quella attuale dei clandestini stranieri. Certo, non tutti erano onesti i “migranti” italiani. Ma la maggior parte di essi chiedeva lavoro, reddito, cittadinanza come diritti ma anche connessi doveri. Gli italiani non sono mai andati a bivaccare e a farsi mantenere a sbafo, se non quelle frange che gli italiani onesti erano i primi ad isolare. Un nome spesso dimenticato: l’ispettore Joe Petrosino, che si recò a Palermo, trovandovi la morte, per recidere alla radice la piaga della “Black Hand” o Mano Nera, la mafia italo-americana che infestava Brooklin. Perché non ricordarlo ?

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