Lavoro: Su articolo 18 approccio laico e non idealistico

«Da questo Esecutivo ci si aspetta concretezza. Ma per un Governo tecnico che non ha ricevuto un mandato ‘diretto’ dagli italiani è importante anche riuscire ad avere e a costruire dialogo. Lo sta facendo attraverso continui tavoli, ma credo che valga la pena ascoltare tutti, anche le pmi, gli artigiani, i commercianti e non solamente i sindacati confederali e Confindustria. Dopo il confronto dovrà arrivare la sintesi e ho l’impressione che l’Esecutivo, paradossalmente, stia lavorando per scontentare tutti, ovvero per mantenere una più possibile equidistanza tra i vari soggetti con i quali dialoga perché nessuno possa dire di aver vinto sull’altro. Assumere tatticamente questo atteggiamento rischia di porre dei limiti alle soluzioni».

È quanto ha detto il deputato del PdL, Giorgia Meloni, intervenuta questa mattina a Radio 24.

«Ho un approccio “laico” sull’articolo 18, questione che al momento è molto ideologica. Non sono per l’abolizione ma per una riformulazione. Dobbiamo mettere sul piatto della bilancia quello che il provvedimento tutela, così come formulato, e confrontare questo dato con il limite agli investimenti che eventualmente può comportare per tutti, anche per coloro che non sono tutelati dalla norma. Stiamo parlando di un provvedimento che in Italia riguarda il 30% dei lavoratori, percentuale che di solito esclude i nuovi lavoratori e dunque i giovani, mentre non ci poniamo il problema di aver costruito una Nazione a due velocità, nella quale esistono lavoratori di serie A e di serie B, garantiti e persone che garanzie non le hanno mai conosciute. I diritti devono valere per tutti. Non sono d’accordo con chi dice che le eventuali modifiche che introduciamo nel mondo del lavoro devono valere per i nuovi assunti, perché questo crea una discriminazione che non è più tollerabile. Non possiamo avere generazioni diverse che hanno diritti diversi. Sono, invece, un po’ spaventata dalla sintesi che sta trovando il Governo sul ‘licenziamento discriminatorio’, secondo la quale è il giudice a decidere tra il reintegro obbligatorio e l’indennizzo. Gran parte del problema legato all’art.18 sta nella lunghezza dei processi e trovo che potrebbe paradossalmente complicare ulteriormente le cose», ha spiegato GiorgiaMeloni.

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