Dl Lavoro-Iva: Napolitano non apponga firma alla legge di conversione, Camere hanno esaminato testi diversi

«Fratelli d’Italia ha inviato oggi una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano denunciando la procedura di approvazione del decreto legge Lavoro-Iva e per chiedere conseguentemente al Capo dello Stato di non apporre la sua firma al provvedimento. Camera e Senato hanno esaminato testi differenti, posto che ai deputati è stata segnalata dal Senato una modifica al testo rilasciato  da Palazzo Madama solo dopo che Montecitorio aveva concluso l’esame in Commissione e in Aula. In particolare, non avendo la Presidenza accettato di rinviare il testo in Commissione come richiesto da tutti i partiti di opposizione, è stata negata ai deputati la possibilità di depositare, discutere e votare eventuali emendamenti che reintroducessero la norma di salvaguardia di lavoratori assunti in ragione di progetti per lo svolgimento di servizi didattici nella scuola. Una norma che i deputati hanno considerato parte integrante del testo ma che invece era stata soppressa nella trasmissione del decreto da parte di Palazzo Madama. La non corrispondenza dei testi elaborati da Camera e Senato pone a rischio di impugnazione l’atto di conversione del decreto, con effetti incalcolabili per la possibile introduzione dell’aumento dell’Iva con effetto retroattivo. Chiediamo al Presidente Napolitano di non apporre la firma alla legge di conversione, ristabilendo il rispetto delle norme e rimandando alle Camere il compito di correggere subito gli errori commessi nella procedura di approvazione della legge».

È quanto dichiarano il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e il deputato di FdI, Massimo Corsaro.

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