Il degrado e la rabbia: il mio editoriale pubblicato da “Il Tempo” su Tor Sapienza

Chiedo al sindaco di Roma Ignazio Marino un incontro ufficiale per parlare della mia visita di ieri a Tor Sapienza e dei problemi dei cittadini. Le immagini di un intero quartiere che scende in piazza – di madri, di padri, di nonni, di ragazzi che protestano – raccontano qualcosa che è molto distante dall’idea di razzismo. Ci troviamo di fronte a una situazione di grave degrado che diventa ogni giorno sempre più intollerabile.

Queste persone non ce l’hanno in realtà con gli immigrati. Ma con lo Stato. E penso che la responsabilità sia proprio di quelle Istituzioni che ora hanno il dovere di dare risposte per riportare la serenità e ripristinare la vivibilità del quartiere. Mi riferisco al governo, che sta creando una guerra tra poveri e che non pone il problema immigrazione in Europa. E alle istituzioni locali, perché questo centro di accoglienza destinato ai richiedenti asilo si trova in una zona dove sorge già un campo rom e che tutti i giorni si trova a fare i conti con il fenomeno della prostituzione.

È una situazione di esasperazione comprensibile. Quando un quartiere che è già in difficoltà viene caricato di ulteriore degrado è ovvio che possano venirsi a creare dei focolai. Ma questi sono solo il frutto di una politica cieca e incapace che va sempre a penalizzare i quartieri di periferia, così lontani dai riflettori. Riflettori che poi si accendono soltanto quando ci sono esplosioni di rabbia. Anche se questa, va ribadito, non deve mai degenerare in violenza e intolleranza. Siamo disponibili a dare una mano a questi cittadini e sarebbe il caso che tutti i politici, oltre al sindaco Marino, venissero a vedere con i loro occhi quello che ho visto io.

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