Meloni a Il Fatto Quotidiano: “Premier servo di lobby e tecnocrazie”. Oggi in piazza a Venezia il fronte anti-Renzi

L’intervista di Luca De Carolis.

“Con la Lega c’è una collaborazione, con Casapound non ho rapporti. E comunque questo è il tempo delle sfide post-ideologiche: le politiche economiche di Renzi non sono certo di sinistra…”. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, parla alla vigilia della manifestazione di oggi pomeriggio a Venezia del “fronte anti-Renzi”, dallo slogan pugnace: “Difendiamoci”. Evento organizzato da Fdi con il sostegno di leghisti e associazioni varie, simile a quello del 28 febbraio scorso a Roma, nel quale Matteo Salvini era stato l’attore principale. A Venezia il segretario del Carroccio non ci sarà (“problemi familiari”, afferma Meloni). Ma ci saranno molte delle associazioni antifasciste che sabato scorso si erano radunate a Roma in un contro corteo. Mobilitati 500 tra agenti e carabinieri per evitare guai.

Meloni, perché lo slogan “Difendiamoci”? Innanzitutto si riferisce al tema sicurezza, e infatti daremo la nostra solidarietà a Graziano Stacchio e in piazza ci sarà anche Roberto Zancan, il gioielliere vittima proprio della rapina sventata da Stacchio. La difesa è sempre legittima, anche contro l’Europa o l’immigrazione senza controllo.

Salvini non ci sarà: e i suoi? La Lega manderà una delegazione, capeggiata dal capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga.

E Casapound? Alla manifestazione di Roma ha celebrato dal palco il leader del Carroccio. Il rapporto di Casapound è esclusivamente con la Lega. Loro hanno detto che il loro leader è Salvini e su questo dovete interrogare lui.

Fratelli d’Italia non ha legami con loro? Io non ho rapporti con Casapound, anche se ritengo che abbia il diritto di manifestare le proprie idee come tutti.

Ma oggi cosa rappresenta il suo partito? La storia e l’identità della destra, adeguate a questi tempi. Combatto Renzi, ma la sfida ormai è molto post-ideologica. Come dice Marine Le Pen, lo scontro è tra gli interessi dei pochi, le lobby, e i diritti dei tanti, i cittadini. Il nostro premier è un grande servo delle lobby e delle tecnocrazie.

Citava la Le Pen. Pare che lei e Salvini vogliate copiarla, creando un fronte lepenista. Mi ritrovo in tante delle sue letture, ma io faccio gli interessi degli italiani e lei dei francesi. La Le Pen voleva sospendere l’accordo di Schengen: ma per noi italiani, sommersi dagli immigrati, sarebbe un guaio.

 Vi ha mandato un messaggio di sostegno all’evento di sabato scorso a Roma. Abbiamo un rapporto di collaborazione, e con Salvini stiamo lavorando a una manifestazione in primavera per averla in Italia, in carne e ossa.

Parliamo di Regionali. Che cosa si sono detti oggi (ieri, ndr) Salvini e Berlusconi a Milano? Credo che l’incontro sia stato interlocutorio. E comunque per noi sarà impossibile stabilire un’alleanza di carattere generale. Valuteremo a seconda delle situazioni locali.

Voi di Fdi sarete alleati ovunque con la Lega? Non necessariamente. Le Regionali saranno un laboratorio per accordi nazionali.

Tra Salvini e Tosi sembra ormai rottura. Eppure lei aveva provato a ricucire. Rompere sarebbe un grave errore, si rischia di consegnare il Veneto al Pd.

 Lei è sempre in tv. È indispensabile per prendere voti? Lo devo fare, per rappresentare le nostre idee: e poi mi chiamano di continuo. Abbiamo dirigenti ancora giovani, il volto riconoscibile sono solo io.

Il 25 aprile, per i 70 anni della Liberazione, il Pd vuole invitare alla Camera i partigiani. E la Boldrini si è detta d’accordo. Buona iniziativa. Buon divertimento.

Le da fastidio? Io penso che c’è qualcosa che non funziona se l’Anpi con i centri sociali cerca di non farci manifestare, a Roma come a Venezia.

Fini l’ha bollata come “una delusione”. La delusione è reciproca.

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