Crocetta merita l’interdizione dai pubblici uffici. Chi offende la memoria di Borsellino dovrebbe andare in galera o in manicomio

Che schifo le intercettazioni tra Crocetta e il suo medico personale, che escono fuori proprio nella settimana in cui ricorre il 23mo anniversario della strage di via D’Amelio. Le frasi di Tutino, che invoca per Lucia Borsellino la stessa sorte toccata al padre, sono disgustose ma lo è ancor di più il silenzio del presidente della Regione Sicilia che dall’altro capo del telefono resta muto. A maggior ragione perché Crocetta ha sempre sostenuto di essere in prima linea nella lotta alla mafia, già dai tempi in cui faceva il sindaco.

Paolo Borsellino è più di un eroe nazionale per l’Italia: è un emblema, un simbolo, un’istituzione al pari della bandiera tricolore o del Presidente della Repubblica. Chi offende la sua memoria dovrebbe essere accusato di vilipendio,  mentre chi augura alla figlia, a cui rivolgo la mia piena solidarietà, la morte dovrebbe andare in galera o in manicomio per incapacità di intendere e volere. Ma un presidente della Regione Sicilia che invece tace dovrebbe essere interdetto dai pubblici uffici. Domenica 19 luglio sarò a Palermo alla fiaccolata in ricordo di Borsellino. Partiremo da piazza Vittorio Veneto fino ad arrivare a via D’Amelio per urlare il nostro no alla mafia e per ribadire che dopo 23 anni il suo ricordo è vivo e le sue idee camminano sulle gambe delle nuove generazioni. Noi saremo in piazza, spero che Crocetta invece sia a casa dimissionario.

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1 commento

  1. o viene cacciato a forza o non si dimetterà mai.crocetta.in croce,ma a testa in giù.

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