Meloni a “Il Tempo”: a Roma si gioca una partita a tre tra me, Giachetti e Raggi

lupa romana«A Roma si gioca una partita a tre tra me, Giachetti e la Raggi. Spero che il centrodestra si ricompatti, ma la battaglia per il ballottaggio va avanti, la partita ce la giochiamo comunque. Tutti i sondaggi dicono che sono l’unica in grado di battere il M5S al secondo turno».

È quanto ha dichiarato in una intervista al quotidiano “Il Tempo” il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

«Spero che il centrodestra possa rimettersi insieme e confido nel sostegno di Berlusconi. Lavorerò fino all’ultimo per questo, le porte a FI e a Bertolaso sono aperte. Io dico sì, ma i matrimoni si fanno in due. Nessuna condizione, basta la volontà. Da parte mia c’è. Certo se si rompe a Roma non si possono escludere ricadute sulla coalizione in futuro. Deve esserci pari diritto di cittadinanza. Se non si sostiene il leader di un partito alleato c’è qualcosa che non va», ha spiegato ancora Meloni.

Sulle criticità della Capitale la Meloni ha detto «Chi promette di abbassare le tasse a Roma lo dice perché sa che non diventerà mai sindaco. Però si possono rimodulare. Ad esempio abbassando la Tari, la tariffa sui rifiuti e non facendola pagare sulla metratura, che tartassa le attività produttive, ma sulla quantità di indifferenziato: più differenzi meno paghi, abolendo il criterio della metratura e incentivando i cittadini a fare la raccolta differenziata. In cinque anni possiamo arrivare al 75%, è il mio obiettivo».

Tra le priorità di Giorgia Meloni per Roma, come ribadito più volte, c’è l’emergenza buche e voragini: «Per risolvere il problema credo sia giusto coinvolgere i privati: lavori in cambio di pubblicità. Però gli interventi devono essere fatti bene e il Comune deve controllarne la qualità. Marino è andato avanti con affidi diretti e somme urgenze, pratiche dietro le quali può nascondersi la corruzione e quando c’è corruzione nessuno controlla. Così si creano le voragini. Il monopolio alla Romeo di Veltroni e il modello Marino hanno fallito. Serve un piano pluriennale che con trasparenza coinvolga quante più realtà possibili. E a controllare deve essere il Comune non i Municipi».

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