Meloni a Libero: «Vietare la propaganda integralista islamica»

MeloniL’atroce massacro in Bangladesh confuta tutte le tesi care ai paladini del politicamente corretto in tema di terrorismo islamico e dimostra, in modo inequivocabile, che la causa del fenomeno è da ricercare nella diffusione di teorie radicali da parte dell’Arabia Saudita e del Qatar.

Come ha sottolineato anche il direttore Vittorio Feltri nel suo editoriale, i carnefici di Dacca sono giovani di famiglie facoltose che hanno studiato in college e università prestigiosi. Cade dunque la teoria del disagio sociale e dell’ignoranza. I fatti sono accaduti in una terra che risente ben poco di quanto accade in Medio Oriente, cade la tesi che il terrorismo è un atto di «reazione all’aggressione occidentale».

Venti persone, tra cui nove nostri concittadini e un bimbo ancora non nato, sono stati trucidati in nome di Allah, perché non conoscevano il Corano. Diventa difficile per chiunque continuare a sostenere che «la religione non c’entra».

Bisogna guardare in faccia la realtà. La causa di quanto sta accadendo è la diffusione del fondamentalismo islamico. Noi occidentali siamo ormai troppo secolarizzati e nichilisti per ammettere che alla base del comportamento degli individui possa esserci un’ideologia o una convinzione religiosa. Eppure dovremmo ricordarci che in nome della religione e delle ideologie ci siamo massacrati per secoli. Cosa c’è dietro il fanatismo islamico? C’è «semplicemente» una specifica ideologia rafforzata da una base religiosa. Una miscela pericolosissima e con una forza straordinaria.

Bisogna partire dai «cattivi maestri» che teorizzano l’integralismo, dal salafismo e dal wahabismo divenuti maggioritari in Qatar e Arabia saudita. L’interpretazione della sharia in queste Nazioni stabilisce che il Corano sia la legge dello Stato e prevede, per esempio, la pena di morte per apostasia (la conversione di un musulmano ad altra religione), la morte per omosessualità, adulterio, stregoneria che può essere inflitta anche per lapidazione o crocifissione. Sono ammesse la tortura e la mutilazione, non è riconosciuta la libertà religiosa, le donne non hanno alcun diritto. Supponiamo pure che Qatar e Arabia Saudita non abbiano collegamenti con le organizzazioni terroristiche, è però innegabile che la dottrina che professano costituisce l’humus nel quale nasce e prospera il terrorismo. Per intenderci, i talebani, Al Qaeda, l’Isis sono tutte organizzazioni wahabite che da un punto di vista puramente teologico si differenziano ben poco dall’Islam delle monarchie del Golfo.

Questa interpretazione fondamentalista è diffusa in tutto il mondo attraverso le scuole coraniche, le università, le moschee finanziate in modo scientifico dall’Arabia Saudita e dal Qatar. Il web e i social media fanno il resto, diffondendo come un virus l’ideologia religiosa integralista tra i musulmani di tutte le latitudini.

Il buon senso, o perlomeno l’istinto di sopravvivenza, dovrebbero spingere gli Stati occidentali a vietare ogni forma di propaganda a chi teorizza il fondamentalismo, arrivando a interrompere ogni rapporto diplomatico ed economico in assenza di un cambio di rotta. Invece si parla sempre con grande timidezza di questi temi.

Una spiegazione ci arriva dagli Stati Uniti, ma è validissima anche in Europa e in Italia: è recentemente emerso che circa il 20% dei fondi della campagna presidenziale di Hillary Clinton provengono dall’Arabia Saudita e che anche il Qatar e il Kuwait hanno contribuito generosamente alla causa. Insomma, in Occidente ormai si può comprare anche il diritto a diffondere l’odio, a volte basta qualche buon contratto e qualche Rolex. Di fronte a tutto questo c’è chi, in Europa, ha proposto di istituire il reato di «islamofobia». A loro risponderemo senza esitazioni: chiediamo l’introduzione del reato di «integralismo islamico».

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4 commenti

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    • Tullio il 5 Luglio 2016 alle 11:15
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    È’ ora d destarsi dal torpore del buonismo vanno riconosciuti i diritti solo a chi rispetta quelli altrui il porgere l’altra guancia genera confusione. Ognuno è libero di professare ciò che vuole .. A casa loro dove coni e’ fatto obbligo d rispettare le loro regole la loro cultura invece noi agevoliamo al contrario dando possibilità d proliferare odio e territoriali.
    Si accede hai diritti rispettando i doveri le leggi e la cultura altrui altrimenti se il loro vivere e’ così eccezionale lo facciano a casa loro nn da profughi in casa Nostra. Complici d tutto ciò governi che trovano fonti d speculazione che chiudono gli occhi sulla realtà … Dobbiamo cambiare strada dobbiamo difendere il nostro essere la Mostra identita’

    • augusto biscia il 5 Luglio 2016 alle 15:06
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    assolutamente condivisibile,aggiungo che l’unico comportamento razionale da parte dell’Occidente dovrebbe essere quello che si tiene in presenza di una pandemia in attesa di trovare la cura ( che potrebbe essere necessariamente severa ) QUARANTENA.
    E’ stucchevole ed inutile sforzarsi di distinguere Islam moderato da Islam radicale sono entrambi semplicemente incompatibili con la cultura occidentale,bisogna capirlo una volta per tutte e comportarsi di conseguenza in una logica di lungo termine non dimenticando che i ” portatori sani ” sono insidiosi quanto quelli conclamati. Sbrighiamoci prima che sia troppo tardi !

    • teresa borri il 5 Luglio 2016 alle 21:18
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    Sono per un” umanesimo integrale” come J.Maritain ebbe a definire un’idea di uomo fondata su strutture di reciprocità e di rispetto reciproco che veicolano anche il messaggio di fede, che per noi cristiani consiste nel credere che Gesù Cristo è il Figlio unigenito di Dio Padre nato da Maria vergine, morto crocifisso per la nostra salvezza ed ora vivo e regnante in Cielo. Tutte le forme di integralismo sono pericolose. Chi sostiene di credere in Dio deve rivolgersi a Lui, che guida i passi dell’ uomo, facendosi compagno delle sue strade. Ci di può rivolgere a Dio grazie allo spirito e lo spirito guida la volontà. Personalmente e da cristiana scelgo la volontà di pace di bene e di amore. Scelte diverse non possono che essermi estranee. Dal punto fi vista politico concordo che le affermazioni volte all’islamizzazione radicale non possono essere dettate altro che da ragioni del più abietto egoismo e della radicale prostituzione alle ragioni del potere e del denaro, che equivale a dire dalla negazione della politica nel suo significato più alto e più vero che è la ricerca del bene comune (non di chi impone violentemente messaggi di morte).

    • Marino Spiaggia il 24 Luglio 2016 alle 22:15
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    Sono molto preoccupato perché questi ultimi accadimenti sia in europa che nei paesi con tradizioni e culture mussulmane non hanno nessuna considerazione del dolore che provocano a tutti, l parenti i figli le mogli i nonni e tutti quanti noi. Adesso basta immigrazione selvaggia.Ognuno ha la propria cultura ma se la tenga a casa a casa sua!

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