La vicenda delle violenze nell’asilo nido di Milano è l’ennesima dimostrazione del fatto che tutti i provvedimenti “svuotacarceri” adottati dagli ultimi governi Monti-Letta-Renzi non hanno mai affrontato il cuore vero del problema, che pure esiste, intervenendo soltanto sulla facilitazione della scarcerazione di soggetti condannati in via definitiva o sulla loro mancata incarcerazione, consentendo a chi, come in questo caso, è stato colto in flagranza per reati gravissimi e odiosi, di essere rimesso immediatamente in libertà o di ottenere i domiciliari.
Denunciamo da tempo questa anomalia e abbiamo presentato una proposta di legge chiara che rafforza i presupposti per l’applicazione dell’istituto della carcerazione preventiva, nel senso di condizionare le esigenze cautelari all’evidenza delle prove e ad accertate condotte e, quindi, ancora l’istituto alla flagranza di reato. È impensabile che chi viene arrestato in flagranza di reati così gravi sia poco dopo scarcerato o messo agli arresti domiciliari solo perché non ci sarebbero tecnicamente le cosiddette esigenze cautelari. Il governo non si limiti a condannare ipocritamente l’episodio. Intervenga e metta mano con serietà alla riforma della carcerazione preventiva.