Meloni al Corriere: «Adesso tocca a noi, ma il leader non si decide né ad Arcore né in via Bellerio. Salvini sa che siamo tutti candidabili, io ci sarò»

MeloniL’intervista di Paola Di Caro.

«Ormai siamo tutti madri, padri, grandi, cresciuti. È tempo che la nostra generazione si prenda le proprie responsabilità».

Giorgia Meloni sa che il momento è «ora», che la congiuntura politica — anche grazie al referendum, se vincerà il No — impone al centrodestra di imboccare una strada diritta, ed ha le idee chiare su quale debba essere: «I vecchi steccati sono caduti — spiega la leader di Fdi impegnata nel suo «Tour della Sovranità» nelle piazze italiane che venerdì vedrà a Genova ancora riuniti lei, Salvini e Toti —. Sta a noi costruire ora una proposta politica e di governo che si basi sulla riconquista della nostra sovranità, sui bisogni reali del popolo, sui diritti degli italiani. Né Renzi, che la sovranità vuoi togliercela come dimostra il referendum e dicono i suoi cantori auspicando un ritorno all’oligarchia, né Grillo con le sue posizioni sull’immigrazione incontrollata coincidenti con quelle della sinistra, possono rappresentare questi bisogni».

Chi li rappresenta? Lei, Salvini, Toti, la piazza di Firenze? «Certamente quella piazza può essere l’embrione da cui si svilupperà nelle prossime settimane un nuovo percorso politico. C’erano molti leghisti, ma anche tanta gente proveniente da diverse esperienze di destra e centrodestra. Non abbiamo preclusioni verso nessuno, ma il perimetro deve essere chiaro: non potrebbe farne parte chi, dopo il 5 dicembre se vincerà il No, pensasse di sostenere un governo Renzi o l’ennesimo non eletto con la scusa della riforma elettorale. L’unica via sarebbe fare una nuova legge in tempi brevissimi con Renzi dimissionario, e andare al voto».

È un avvertimento a Berlusconi? Se sostiene Renzi il centrodestra è finito? «Io so che la penultima volta che ho visto Berlusconi abbiamo firmato un documento unitario mettendo nero su bianco che nessuno si presterà ad inciuci, poi ho letto che a Mattarella avrebbe proposto l’appoggio a un nuovo governo di larghe intese… Se la scelta fosse quest’ultima, ma spero di no, almeno si farebbe chiarezza una volta per tutte».

Crede che FI in quel caso arriverebbe a una scissione? «Credo che molti colleghi azzurri non si presterebbero a un nuovo gioco di palazzo. Tanti in FI pensano a costruire assieme una proposta seria, sovranista, innovativa per il Paese».

Insomma, potrebbe nascere un nuovo rassemblement con Lega, Fdi, e parte di FI: a guidarlo sarebbe Salvini, che a Firenze ha offerto la sua candidatura? «Salvini ha organizzato una manifestazione politica importante, è leader del partito con la più alta percentuale di voti del centrodestra e trovo normale che offra la sua candidatura. Ma anche Matteo sa benissimo che il tempo dei vertici ristretti in cui si decide chi guida cosa è finito. E sa che ne io ne altri saremmo disponibili, dopo aver detto basta ai vertici di Arcore, a sottoporci ai vertici di via Bellerio…».

Quindi Salvini non ha ricevuto l’investitura da leader ma dovrà eventualmente passare per le primarie? «Certo. Siamo tutti favorevoli alle primarie e siamo tutti pronti a candidarci. Io per prima, che chiedo le primarie da molto tempo. Poi il sistema di selezione può essere questo o un altro, sarà importante collaborare per trovare la formula più giusta, ma la selezione dovrà avvenire dal basso, senza alcuna investitura. Siamo una classe dirigente che esiste, che ha l’età giusta per competere, che non ha più bisogno di padri e benedizioni e che si confronterà sul campo, con il consenso popolare».

Parisi ha detto no alle primarie, ma anche a sostenere un governo dopo il referendum: impossibile ricucire? «Ma è lui che sembra voler fare di tutto per chiamarsi fuori, e me ne dispiace. Come mi spiace averlo sentito mancare di rispetto alla gente scesa in piazza a Firenze prima ancora che a noi, definendola “quella roba lì”. Non si disprezza la partecipazione popolare, mai. Come sarebbe bene non usare certi toni ora contro partiti che evidentemente non erano così impresentabili quando lo sostenevano a Milano…».

Sosterebbe una legge elettorale proporzionale? «Un modello che dia rappresentatività reale con correttivi per favorire la governabilità può essere studiato, sono pronta ad esaminare ogni sistema: l’importante è non prestarsi a giochetti, ci si accordi in poche settimane e si restituisca la sovranità ai cittadini con il voto».

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2 commenti

    • Roberto il 15 Novembre 2016 alle 12:12
    • Rispondi

    Brava Giorgia si alle primarie il popolo deve essere sempre sovrano.
    Saluti viva L’ITALIA.

    • francesco il 16 Novembre 2016 alle 20:55
    • Rispondi

    Federarsi con la Lega Nord?Non sarebbe possibile?Solo la Lega N.può davvero sostenervi.Non vedo davvero nessun’altro.Potreste avere un progetto comune forte.Da opporre ai moderati.Con simpatia.

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