Meloni a «Libero» : «Mi piace competere con gli uomini. La sinistra discrimina le sue donne»

Intervista di Simona Bertuzzi

II congresso nazionale alle porte, il successo in Sicilia appena archiviato e questo ruolo da tessitrice tra Salvini e Berlusconi che a chiunque starebbe stretto e a lei calza a pennello. Non si stanca mai di questa vita di corsa? Dall’altro capo del filo c’è Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, una delle poche donne della politica che davvero conti qualcosa. Accanto a lei, inconsapevole, bellissima e meravigliosamente placida la figlia Ginevra, un anno e due mesi e la voglia di assorbire ogni frammento e sapore di questa mamma tanto impegnata…

«Faccio i salti mortali per stare accanto a Ginevra, lo confesso, ma mi do delle regole, cerco di essere a casa presto la sera perché non voglio che dorma se non ci sono io presente. Punto sulla qualità del tempo che passiamo insieme, perché la quantità mi manca. Poi è chiaro sono fortunata, ho una tata che mi segue ovunque e mi aiuta».

E cosa non sopporta? «Giudico intollerabile chiunque mi faccia perdere tempo sottraendolo alla mia famiglia che è la parte più bella della mia vita. E ogni tanto mi dico: ma chi me lo fa fare di occuparmi delle famiglie di tutti gli altri se non riesco a dedicare tempo e risorse alla mia?».

Sabato è stata la giornata delle donne, contro gli abusi e le violenze… Ma in tema di diritti e potere femminile a che punto siamo? «Siamo più fortunate se facciamo il raffronto con il 1900. Se ragioniamo di pari libertà, invece, c’è ancora molto da fare. Fratelli d’Italia ha fatto una serie infinita di proposte al riguardo. Il reddito di infanzia fino ai tre anni di vita del bambino, una maggiore attenzione alle imprese che assumono donne in età fertile. Bisogna cambiare la prospettiva. La crisi della natalità è il grande problema economico del nostro tempo. Avremo sempre più pensioni da pagare e sempre meno persone che possono pagarle. Il sistema così non regge e non si può risolvere con l’immigrazione. Piuttosto aiutiamo le donne e le famiglie. Rendiamo i nidi gratuiti e diffusi. E incentiviamo i nidi condominiali. Questa società dà per scontato che ci siano i nonni, ma non è cosi per molti. Io per esempio ho i nonni paterni a Milano».

Cosa altro servirebbe? «Dovremmo coprire il 100 per cento di contributi per le persone assunte m sostituzione di maternità. E portare la retribuzione delle donne nel periodo di maternità facoltativa al1’80 per cento del loro salario anziché al 30 di adesso».

E lei che è madre e fa politica? «Io non sono una dipendente ma se non lavoro ne pago le conseguenze. Il mio lavoro è più simile a quello di un libero professionista. E in tema di diritti siamo ancora indietro».

Perché in Europa ci sono tante donne al potere – Merkel e May per esempio – e l’Italia arranca? Eccetto lei c’è il vuoto o quasi. «E sono tutte donne di centrodestra… C’è una capacità di imporci di fondo che manca alle donne di sinistra».

Sinistra miope? «Sinistra incapace di far emergere i talenti femminili. Loro si adoperano sulle quote rosa, sulle pari opportunità, e insistono a considerare le donne dei panda in via di estinzione. Finché ragionano secondo la regola che il posto e il potere mi toccano perché sono donna e non perché me lo merito sarà difficile contare davvero».

Questione molestie. Fioccano le accuse nel mondo del cinema. Possibile che la politica ne sia esente? «Non sono mai passata dal letto di un capo e sono diventata un capo. Lo rivendico con forza. Ciò non toglie che in Italia ci siano molti uomini che pensano che dare spazio alle donne sia una gentile concessione maschile. Ed esistono troppe donne convinte di dover passare dal letto di un uomo per conquistare quello spazio. È un tabù da infrangere».

Ma la politica e il letto è un binomio che funziona? «Non penso sia prassi mescolare le due cose ma può succedere. E ci sono meccanismi che favoriscono certe situazioni. Se io vengo eletto con una lista bloccata fatta dal capo e non con il voto di preferenza è più facile che l’obiettivo diventi ottenere i favori del capo ed è la ragione per cui io mi sono battuta per introdurre le preferenze. Purtroppo tutti gli altri capi sono stati d’accordo sulle liste bloccate e dunque il 70% del parlamento verrà scelto così».

Più facile la molestia con un sistema del genere? «Non lo posso dire e non lo dirò ma avrei preferito un sistema più meritocratico».

Che ne pensa delle ultime uscite di Asia Argento? «Rispondo citando il tweet di un amico: “Darío Argento ha preso sul serio la mission di padre dell’horror italiano”».

Ammetterà che c’è una clima un po’ torbido… «Mi indispettisce l’ipocrisia della gente e dei media. Si è sempre fatto un gran parlare di tutto e contro tutti e adesso facciamo la parte delle anime belle e inconsapevoli. Io non sono mai passata dal letto di un capo ma mi hanno attribuito relazioni con ogni leader possibile, anche i più insospettabili. Significa che fuori dalle dichiarazioni ufficiali molta gente sa quanto certe pratiche siano diffuse e lo consideri abbastanza normale, ma normale non è».

Hollywood insegna… «Quanti democratici clintoniani si sono stracciati le vesti buttando veleno su Trump che mortificava le donne e poi si è scoperto che il grande accusato era il produttore più potente d’America ed elettore democratico. È tipico della sinistra radicai chic cercare di dipingere l’avversario come un mostro e poi scoprirsi il vero mostro».

E le denunce tardive? «Certi fatti vanno denunciati subito, non dopo 30 anni».

Una volta disse di essere la prima vittima di odio e violenze per le sue posizioni politiche e mai nessuno che pensasse di difenderla… Boldrini compresa. «lo sono una donna che fa politica dalla parte sbagliata. E sono in molti a pensare che per questo sia addirittura giusto insultarmi. C’è anche chi ha fatto i soldi insultandomi… Quand’ero ministro della Gioventù del governo Berlusconi circolava un fumetto intitolato La Ministronza in cui un tizio mi raffigurava nelle situazioni più oscene. A quanto mi risulta è stato pubblicato e venduto per diversi anni e a nessuno è mai venuto in mente di fare una campagna in mia difesa. Ma sono una donna forte, combatto per le mie idee e non ho mai vacillato. Più ti attaccano in politica più significa che stai lavorando bene. E poi la violenza, in qualunque forma, è un’implicita ammissione di inferiorità. Quando sei violento è perché le tue ideee sono deboli».

Però una batosta la prese. «Al Family Day. Raccontai di essere incinta di Ginevra e mi si rovesciò il mondo addosso, qualcuno addirittura mi augurò di abortire. Sono rimasta malissimo perché sentivo di aver esposto la mia bambina. Ho imparato una cosa: che a differenze delle donne, le mamme sono sempre solidali tra loro».

Perché le donne non sono solidali? «In un’assise di 8 uomini e 2 donne, queste ultime competeranno tra loro perché la società insegna che non possono competere con i maschi».

Che non è il suo caso… «È la ragione per cui mi diverte competere con gli uomini».

Cosa la disturba di certe politiche femministe? «Non capisco perché debbano esistere una commissione urbanistica, una commissione lavoro e poi una commissione delle elette, fatta solo con donne che parlano dei loro problemi. A cosa serve una commissione di sole elette? Sembra che ci si voglia confinare in una specie di baby parking…».

Meloni candidata premier? È possibile? «Lo sono già. E proprio al congresso nazionale di Fratelli d’Italia del 2 e 3 dicembre di Trieste faremo appello ai patrioti d’Italia e a tutti coloro che difendono il patriottismo per fondare una nuova destra».

Non è un concetto un po’ superato? Penso all’Italia e tutto mi pare fuorché un paese di patrioti. «L’Italia è piena di patrioti: le donne che fanno figli, l’operaio che lavora, l’imprenditore che non delocalizza, persino la maestra che fa il presepe a Natale. È un concetto moderno e presente e vivo. Ma bisogna avere il tempo di spiegarlo e diffonderlo. Servono persone che amino questa nazione, che abbiano voglia di agire con senso civico per lasciare ai figli un posto migliore, che non pensino di fuggire all’estero alla prima difficoltà o che i problemi si risolvano con l’invasione». Berlusconi, Salvini e poi Meloni. Al centro come mediatrice. O è lei il capo? «Io non mi riconosco nel ruolo di mediatrice e neppure di capo, io sono solo la terza via tra il moderatismo di Berlusconi e certi aspetti radicali di Salvini. C’è tanta gente di sinistra che ora dice di votare per me».

E i due come si comportano? «Giuro che non mi hanno mai discriminato perché sono donna. Ho sempre lavorato molto bene con loro e sono stata felice di averli convinti sul nome di Musumeci per la Sicilia».

Come vede il ritorno di Berlusconi? «Spero che la corte di Strassburgo risolva presto il problema della sua candidabilità e che possa misurarsi in prima persona nella prossima campagna elettorale. Poi saranno gli italiani a decidere se vogliono l’opzione Berlusconi, l’opzione Salvini oppure Meloni».

Nessun patto dal notaio contro il rischio inciuci? «Se si vuole andare dal notaio per me va bene, ma se io do la mia parola d’onore non la tradisco. Infatti noi di Fratelli d’Italia siamo l’unico partito che non ha mai trattato con Renzi. Chi voterà Fdi sappia che saremo il vero argine agli inciuci con entrambe le sinistre, il Pd e i Cinquestelle».

La partita sul Lazio è importante. Il sindaco di Amatrice, Pirozzi, è già sceso in campo. L’altro nome possibile pareva Rampelli «Qualunque decisione va presa a un tavolo con Berlusconi e Salvini. Non possiamo correre il rischio di presentarci con un centrodestra diviso». Cosa pensa del disastro Raggi, lei che ha corso per il Campidoglio prendendo un mucchio di voti? «Mi dispiace per la mia città, mi dispiace che vada a rotoli e sia derisa dal mondo intero. La gente mi ferma per strada e mi dice “vedo quelle montagne di spazzatura e penso che è un gran peccato che non sia lei il sindaco…”. Diciamo che il caso Roma è stato un esempio di una certa politica che ha avuto paura che una donna, e il suo partito, a destra potessero emergere».

Quanto l’ha fatta incazzare la foto di lei e Spada circolata nella campagna elettorale per il municipio di Ostia? «È stata ridicola tutta la campagna elettorale. Pur di non parlare dei veri problemi di Ostia e del disastro di Roma hanno tentato di dipingere il municipio come una puntata di romanzo criminale quando è una realtà di 230mila persone dove le famiglie criminali sono al massimo due e, se lo Stato sa quali sono e dove sono, le vada a prendere. Perché la Raggi anziché fare fiaccolate non spiega ai cittadini perché è stato chiuso lo skate park e il trenino Roma-Lido è ancora la peggiore ferrovia d’Italia?».

Una curiosità: cosa farebbe se non fosse in politica? «Avrei fatto volentieri l’interprete e la traduttrice ma la scuola, allora, costava troppo, non potevo permettermela».

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1 commento

    • Flavia Nuccittelli il 3 Dicembre 2017 alle 18:21
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    Forza Giorgia, tutte le donne libere d’Italia sono con te. Era ora, non se ne può più di essere continuamente declassate!!!!! Facciamo vedere al mondo intero chi siamo, PERBACCO!!!!!!!!!

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