Intervista di Carlo Tarallo
Onorevole Giorgia Meloni, si è conclusa la ventunesima edizione di Atreju. Un bilancio? «Una delle edizioni più vivaci, straordinaria. Atreju è un riuscitissimo esperimento. Nata 21 anni fa come festa dei giovani di An è diventata una delle manifestazioni, per non dire la manifestazione politica più importante d’Italia, che travalica i confini di Fratelli d’Italia. Sono fiera di organizzare insieme a tutti gli altri questa manifestazione. Il mondo in questi 21 anni è cambiato, noi siamo ancora qua. La edizione di quest’anno è stata molto bella, piena di emozioni, di novità, di eventi. Ha fatto molto discutere la sua proiezione internazionale, e non poteva essere diversamente: abbiamo scelto come titolo “Europa contro Europa”, come preludio della stagione che si apre, con le elezioni europee; ha fatto discutere la presenza di Steve Bannon, ma anche la presenza dei genitori di Alfie Evans, bambino al quale hanno staccato la spina contro il parere dei genitori. Il racconto di Thomas Evans, che abbiamo premiato, è stato uno dei momenti più toccanti di questi 21 anni».
Elezioni europee; si va verso una alleanza tra sovranisti e Ppe nell’ottica di battere i socialisti? «Il nostro ragionamento è quello di provare, nel prossimo Parlamento europeo, a essere più forti possibile. Populismo è un’etichetta molto generica: accomuna tutti quelli che criticano l’attuale establishment europeo. Ma populismo è anche Tsipras, quella sinistra che vediamo anche qui fare la faccia feroce alle banche ma che poi è funzionale al disegno della grande finanza; populismo è la melassa grillina che dice di essere contraria alla Unione Europea ma poi tenta di iscriversi al gruppo europeo di Mario Monti, che vota contro Orbán ma anche contro la Le Pen… su questo apro una parentesi»
La apra «È una vicenda di cui si è parlato pochissimo. La Le Pen è stata incriminata per aver pubblicato delle foto delle atrocità commesse dall’Isis. Lei si figuri se uno che pubblica le foto delle atrocità commesse dall’Isis può essere incriminato dall’Europa dei diritti e delle libertà. Il MSS ha votato pure contro la Le Pen. Se quello è populismo, io sono un’altra cosa. Perché il sovranismo rispetto al populismo, è oggettivamente un’altra cosa».
Cosa è il sovranismo? «Il sovranismo prevede alcune cose precise: la difesa dei confini, della sovranità, della famiglia, dello stato nazionale, della identità. Spero che i sovranisti siano rafforzati e che nel cosiddetto popolarismo possano avere a meglio personalità come Viktor Orbàn, che fa parte del Ppe e con il quale condividiamo molti punti di vista».
Lei ha lanciato il progetto di un movimento sovranista: sarebbe aperto anche a Forza Italia o un modo per prosciugarla? «È aperto a tutti quelli che vogliono condividere una piattaforma di idee e valori. Vogliamo fare un movimento che metta il tema della sovranità, della difesa dell’Italia e della sua libertà al primo posto. Poi i temi come immigrazione, valori non negoziabili, materie economiche, che sono i grandi assenti in questo avvio dell’attività di governo. Nelle politiche del governo manca tutto quello che c’era scritto nel programma di centrodestra. Manca la tutela dell’impresa, la libertà di assumere, la libertà di lavorare. Vediamo provvedimenti economici firmati Luigi Di Maio, come il decreto dignità e anticorruzione, che ricalcano una mentalità, un punto di vista sconfitto dalla storia, come ritenere che facendo la guerra all’imprenditore otterrai più lavoro. Secondo noi il modo per produrre lavoro è mettere chi può assumere in condizioni di farlo, non farlo chiudere. Lo ha capito Bertinotti, speriamo lo capisca prima o poi pure Di Maio».
Qualcuno ha pensato a una fusione con Forza Italia… «Non ci sono possibilità di fusione tra noi e Forza Italia. Ci sono state troppe divergenze tra materie fondamentali. Si possono costruire alleanze, ma non si può pensare a una fusione. Del resto mi pare che non interessi nemmeno a Forza Italia, a giudicare dalle risposte un po’ piccate che ho ascoltato e letto».
Ma non sarebbe un soggetto troppo sovrapponibile alla Lega? «No. La Lega si definisce un movimento sovranista, ma ci sono alcune cose che dovrebbe chiarire rispetto a questo tema. Non solo chiaramente i compromessi che è costretta a fare essendo alleata del MSS, perché cosa ci sia di sovranista nel votare per l’ingresso del Fmi, che presuppone all’invio della Troika, o le sanzioni alla Russia. Ma c’è anche un tema che credo che prima o poi vada chiarito: bisogna scegliere tra l’Europa delle nazioni e l’Europa delle regioni. Tra la patria e le patrie. Tra il rafforzamento dello Stato nazionale, con il presidenzialismo, e l’autonomismo spinto. La base del sovranismo è credere nel concetto di patria. La Lega è sicuramente un movimento populista, non so dire quanto sia effettivamente un movimento sovranista perché, ripeto, la base del sovranismo è che bisogna credere nella patria e nell’unità dello Stato nazionale. Lo Stato nazionale oggi, è l’entità politica minima per difendere i popoli dallo strapotere della finanza speculativa. Abbiamo multinazionali che hanno un fatturato superiore al Pil di alcune nazioni. Perché George Soros finanziava l’indipendenza della Catalogna?».
Perché? «Perché se tu smembri gli stati nazionali non c’è più difesa. Quindi per me è incompatibile l’idea del sovranismo, dell’autonomismo spinto, con quella dell’indipendentismo».
Finanziaria: come si pone FdI? «Esattamente come ci siamo posti dalla formazione di questo governo in poi. Abbiamo un vantaggio straordinario rispetto a tutti gli altri: la libertà di poter dire e fare quello che riteniamo giusto. Non dobbiamo dire di sì, perché non stiamo in maggioranza; non dobbiamo dire di no, perché non siamo una opposizione acritica, ma patriottica. Vediamo che c’è scritto, e decidiamo. Per me il discrimine è quanta politica economica di centrodestra c’ è nella manovra, quanta politica economico che condividiamo c’ è nella manovra. Se ci portano una manovra dove c’è il reddito di cittadinanza, che per noi è un modo per rendere il mezzogiorno schiavo della politica, perché se tu hai 17 miliardi, investi in infrastrutture, investi per far assumere, riprendi la nostra proposta di io anni a tasse zero per chi apre un’impresa nel mezzogiorno. Se nasci a Milano hai delle opportunità che non hai se nasci a Reggio Calabria. Se al sud non ho nemmeno la ferrovia, come faccio a spendere il 70% per il nord dove l’alta velocità c’è? Se si continua cosi, il ritardo del Sud aumenta. Portare la spesa per le infrastrutture speciali a 50 e 50 sarebbe un’azione positiva per l’Italia intera, non un favore al Sud».
3 commenti
Se davvero volete opporvi al Nuovo Ordine degli euro-burocrati che considerano la UE una CUPOLA SOVRANAZIONALE della finanza e delle banche a direzione massonica, bisogna tutelare proprio ciò che la cupola suddetta vuole negare. Sovranità, confini, interesse nazionale, diritto di impresa e non il demagogico ed irrealizzabile “reddito di cittadinanza” della Privata Azienda Casaleggio & soci ,( finanziata…da chi ?). Ma cosa difendi se ti manca proprio la IDENTITA’ e la cultura della tua patria ? Infatti la odierna scuola di massa ne viene totalmente svuotata! Lasciamo stare il “patriottismo” che non usa più…Ma qui stanno facendo fuori la CULTURA in quanto tale! E’ obsoleto che un ragazzo sappia di Dante, Manzoni, Foscolo (Carducci chi é ? Il nome del nuovo supplente?), Benedetto Croce, Umberto Saba… Giovanni Gentile é meglio non nominarlo nemmeno. I fascisti sono solo bruti col manganello, quanto ai comunisti si accenna genericamente che stanno in fondo “dalla parte giusta”…Intanto imperversano “PROGETTI” a 360 gradi, piazzati da onlus ed associazioni di ogni tipo e sempre votati dal Collegio Docenti per timor di preside ed amor di spiccioli. Finché la DESTRA non solleverà il pentolone della scuola italiana, guardandoci FINALMENTE DENTRO, tutti i bei discorsi sull’identità saranno solo chiacchiere portate via dal vento. Credete a queste parole.
Meloni ha citato, non a caso, la Catalogna, e ha perfettamente ragione: in Spagna si gioca la partita emblematica tra Sovranismo e Populismo Regionalista. Occorrerebbe, a mio avviso, sopprimere le Regioni e recuperare appieno le Provincie, insieme con la Riforma Presidenziale proposta da FdI. E poi, per riedificare la Scuola servirebbe ripartire proprio dalla figura di Giovanni Gentile, che andrebbe rivalutato come grande filosofo e umanista, il principale in Italia negli ultimi 150 anni.
Se lo staff di Giorgia Meloni, come spero e credo, legge questi commenti traendone indicazioni, ribadisco la necessità di un MANIFESTO sulla SCUOLA ITALIANA che sia alternativo a quello di centro sinistra a direzione PD. La loro é una scuola cosiddetta “inclusiva” la quale, dietro l’immagine spuria e retorica di una “MAMMA SOCIALE” che tutti accoglierebbe e nessuno metterebbe ai margini (dal disabile psichico di ogni livello, fino al disadattato comportamentale di qualsiasi gravità ed asocialità), viene riducendo l’insegnamento come formazione tramite la CULTURA, sia quella umanistica e linguistica, sia quella scientifico-tecnica, ad una brodaglia inconsistente, mascherata di definizioni fumose e verbose dentro il linguaggio dei “progetti” e delle “educazioni”. Abbiamo ormai intere generazioni cui si chiede di “partecipare” a questo e a quell’altro, ma senza che debbano mai IMPARARE davvero qualcosa, perché a questo punto bisognerebbe distinguere e selezionare i CAPACI e MERITEVOLI (art 34 Costituzione) dai nullafacenti posti in area di parcheggio: un’alta percentuale degli studenti italiani della scuola di massa. Lo studente va accolto e diplomato a prescindere…così come a centro sinistra si vedono i “migranti”: tutti da accogliere, basta che sbarchino sulle nostre coste. In fondo, é la stessa logica. Ma la retorica della INCLUSIONE non ha niente di giusto, di etico, di umanitario. Serve solo a gonfiare i numeri e le presenze a vantaggio di chi ci specula sopra! Anche su questa scuola, sono in tanti a mangiarci sopra. Non dubitate.