Meloni a «La Nuova del Sud»: «FdI vuole vincere le regionali, per la Basilicata vogliamo un futuro diverso dal clientelismo Pd»

di Mara Risola

POTENZA- «Una grande occasione che il centrodestra non può lasciarsi sfuggire per stare dietro alle beghe dei tre partiti». Tempi celeri e concretezza sono le parole d’ordine che Giorgia Meloni da Potenza ha inoltrato agli alleati della coalizione. In particolar modo al senatore forzista Giuseppe Moles, dal quale i referenti dei partiti locali attendono la rosa dei papabili alla leadership della coalizione. In Basilicata per gli Stati Generali di Fratelli d’Italia, la leader nazionale in un’intervista alla Nuova ha tuttavia smentito la logica “spartitoria” che assegnerebbe tout court alla Basilicata un candidato presidente espressione di Forza Italia. «Smentisco l’idea di una spartizione. Piuttosto parliamo di competenze. Ma è chiaro che vanno individuati i candidati più credibili. Poi si deciderà insieme». Un messaggio che in parte replica la visione del leghista Cappiello che attende i nomi dal versante azzurro ma rivendica la libertà di valutarli insieme. E sul profilo del candidato Meloni fa un passo in avanti. «Tra un burocrate e uno del popolo io voglio vincere con uno capace. I leader non nascono dal nulla, i veri leader si impongono». Quindici giorni, magari ne passa qualcuno in più, ma Meloni si fa promotrice di concretezza. Del resto, è una prerogativa che l’ha sempre contraddistinta tanto nelle interlocuzioni nei palazzi romani, interne alla triade, quanto nelle interviste nelle sale di alberghi in centro di una cittadina meridionale. Come è accaduto ieri a Potenza dopo aver incontrato le mamme del comitato “La Nostra voce” che da tempo si battono contro il depotenziamento dell’ospedale di Chiaromonte.

Perché avete scelto come location la Basilicata? Per una questione politica, logistica o perché credete che sia la regione messa peggio tra quelle al Sud?

«Abbiano organizzato gli Stati Generali di Fratelli d’Italia del Sud perché crediamo che il Sud sia una questione nazionale che l’Italia deve sapere affrontare, perché non ci piacciono le risposte che ci sta dando il governo nazionale. Noi non crediamo che l’unica risposta da dare al Sud sia il reddito minimo di cittadinanza. Crediamo che qui ci sia una grande sfida da combattere per mettere queste terre nella condizione di competere ad armi pari. La prima sfida che bisogna vincere è la sfida delle infrastrutture. Per questo abbiamo scelto la Basilicata. La Basilicata è la regione del Sud che forse ha la più ampia distanza tra la sua ricchezza reale e la sua ricchezza potenziale».

Passiamo alla politica. La Basilicata presto andrà alle urne. Lei è tra i protagonisti dell’accordo a livello nazionale. Era al tavolo di palazzo Grazioli. Conferma o smentisce il patto che vedrebbe le regioni al voto suddivise in una logica spartitoria tra le tre forze? A Forza Italia spetta il candidato presidente?

«È stato male interpretato, io ho spiegato più volte che non si è trattato di una spartizione dei presidenti che spettano a determinati partiti. Noi ci siamo divisi le competenze per individuare le rose di nomi da portare al tavolo della coalizione. Ci siamo detti “io mi occupo di più di questa regione, tu magari di quest’altra”. Ma poi vanno individuati i candidati più credibili tra i vari partiti e tra la società civile, perché magari delle volte ce ne sono alcuni che non sono politici ma che allo stesso tempo sono i più capaci, più inclusivi. Li portiamo al tavolo e li discutiamo insieme. Questo è il lavoro che si deve fare perché sarebbe stupido dire il candidato spetta a te o spetta a me indipendentemente da chi sia. Noi vogliamo vincere. Io voglio vincere».

Fratelli d’Italia ha delle personalità che potrebbero essere candidate per la leadership della coalizione?

 «Noi abbiamo delle personalità in Basilicata che sono perfettamente all’altera di vincere questa sfida. Siamo disponibili a far fare loro un passo indietro se c’è qualcuno di migliore. Perché altrimenti non avrebbe molto senso perché perderemmo le elezioni. Invece qui si può vincere, si può dare alla Basilicata un’occasione diversa dopo anni di clientelismo incapace che ha creato solamente macerie. Si possono liberare energie, si può davvero dare a questa terra il futuro che merita e ai suoi cittadini la dignità che meritano. È una grande occasione e non si può perdere per le beghe di partito. Io ho chiesto di vederci subito per capire quali sono i nomi e capire se sono competitivi oppure no. Altrimenti bisogna ricominciare da capo».

Cappiello della Lega chiede un uomo del popolo, Forza Italia potrebbe invece presentare un candidato più vicino al profilo dell’imprenditore, piuttosto che del burocrate… Voi cosa proponete?

«Uno capace, come sempre nella politica, una persona che sappia di che cosa parla, che sappia raccogliere un consenso valido attorno alla sua proposta, che sia il miglior presidente possibile. Gli identikit in politica non funzionano mai e sa perché? Perché i leader non si impongono, i leader si affermano. È un’altra cosa. Quindi noi dovremmo lavorare per selezionare personalità ma poi è ai cittadini della Basilicata che devi chiedere chi è che deve fare il presidente. E da questo non si scappa, la democrazia è bella per questo. Per cui serve uno capace».

Al tavolo della coalizione regionale del centrodestra si sono seduti anche esponenti che hanno fatto gli assessori con il Pd. Lei li accetterebbe in coalizione?

«Per noi è molto difficile accogliere chi ha governato con Pittella o con il Pd. Vediamo di chi si sta parlando ma siamo contrari. Gente che ha governato con il Pd e che oggi fa finta di voler cambiare. Non è un principio giustificabile».

Se la Lega -come dice Cappiello- volesse correre da sola alle Regionali voi cosa fareste?

Andreste anche voi con una vostra lista? «Escludo che la Lega possa correre da sola alle regionali. Lo escludo categoricamente. Speriamo di decidere in 15 giorni, poi se sono 21 va bene uguale. Io voglio decidere nel minor tempo possibile. Ma è nell’ interesse di tutti. Prima ci muoviamo e più possibilità abbiamo di vincere».

Che cosa ha visto in questi due giorni in Basilicata?

«Una terra ricchissima nella quale c’è il petrolio. Matera, ci sono prodotti straordinari, scorci incredibili, e purtroppo si rischia di perdere grandi occasioni come l’appuntamento del 2019. Io sono arrivata a Matera da Bari con un treno che ci mette un’ora e mezza per fare 55 chilometri, che praticamente equivale a venirci in bicicletta. Mi rendo conto che è difficile riuscire a portare turismo, investimenti, aziende, lavoro, se non c’è la possibilità di muoversi in libertà».

Quali sono le leve da smuovere per lo sviluppo?

«C’è il tema delle infrastrutture, delle imprese che qui m un deserto di occasioni costruiscono delle vere e proprie cattedrali e che chiedono meno stato, meno tasse, meno burocrazia, la libertà di assumere, di aiutare i lavoratori. Lavoriamo perché non ci sia lo spopolamento. Noi non siamo per sostituire giovani laureati e non che scappano via con giovani africani che arrivano. Siamo per aiutare i nostri ragazzi a trovare qui una ragione di vita. Perché parlo con tante persone che magari hanno studiato fuori, perché poi sono tornate qui perché vorrebbero vivere, perché amano la propria terra ma sono costrette ad andarsene ma non ci sono occasioni e opportunità».

Lei non condivide la logica assistenzialista del reddito di cittadinanza dei 5 stelle… Eppure, al Sud hanno ottenuto un boom di consensi forse proprio per la promessa che hanno fatto in campagna elettorale…

«Ai giovani che vanno via non si può dire ti diamo il reddito di cittadinanza, è un’umiliazione. Gli si può dire ti togliamo le tasse se vuoi aprire un’azienda, ti diamo strumenti per lavorare, ti mettiamo in condizione di competere, ti diamo internet veloce. Ti rendiamo una regione capace di offrirti un futuro. Sono le proposte che Fratelli d’Italia fa e che farà in questa manovra economica e che abbiamo voluto confrontare e portare all’attenzione di tanti operatori e cittadini di questa regione».

Come si spiega che una regione così ricca costringa i giovani ad andare via?

«Qui devi essere davvero un eroe per tentare di fare qualcosa di decente. Gli eroi esistono per carità però sarebbe auspicabile pensare di prendere una strada più normale che una montagna russa e combattere contro tutti e tutti per avere semplicemente quello che ti spetta. C’è un problema di infrastrutture, di tutela di investimenti del nostro marchio, investimenti sul turismo che è abbandonato in una terra come questa dove potrebbe arrivare il turismo culturale che è un turismo più ricco rispetto a quello che punta al mero svago. 130 euro al giorno sono i soldi spesi da un turista culturale rispetto a quello dello svago che ne spende 107. E non solo Matera ma anche tante belle realtà di questa meravigliosa terra».

Come cambierebbe la gestione del petrolio?

«Sul petrolio sono convinta che si debba lavorare in maniera molto diversa intanto rispetto al tema delle royalties che spettano a questa regione. Ma io devo dirle una cosa. A monte io considero abbastanza intollerabile che oggi a estrarre parte del petrolio della Basilicata arrivi una multinazionale francese. È un problema di sistema nazionale che va rivisto. Noi abbiamo consentito che in questi anni i nostri gioielli e le nostre risorse venissero espropriati e svenduti ad aziende internazionali a nazioni che hanno lanciato un Opa contro l’Italia. Lo abbiamo consentito con governi fantoccio e oggi se c’è un governo autenticamente sovranista lo dovrebbe impedire». 

 

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1 commento

  1. giorgia meloni, ho sentito il tuo discorso alle Marche in un teatro restaurato è stato bello vederti al centro della scena, regalare una speranza a quei signori che sono intervenuti, che hanno sofferto il terremoto, se non fosse così ne soffrirei, perchè tra loro vi è qualcuno che ha fatto i sacrifici per riprendersi dai vri terremoti ed alluvioni….senza l’aiuto dello Stato assente e che guarda verso altre direzioni Grazie Giorgia……..

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