Sud, Meloni a «La Gazzetta del Mezzogiorno»: «Il reddito di cittadinanza non è la soluzione, la prima sfida è quella delle infrastrutture»

 

Dalle infrastrutture alla povertà, alle regionali. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, parla con la consueta carica. Il week end in Basilicata per gli «Stati generali del Sud» organizzati da FdI arriva nei giorni dello spread e delle tensioni sulla manovra.

Onorevole, il fine settimana inizia con la bocciatura dell’Outlook dell’Italia da parte di Standard e Poor’s.

«Non mi interessa quello che hanno da dire le agenzie di rating. Chi studia queste materie sa, ad esempio, che ci facciamo giudicare da Moody’s, che negli Stati Uniti ha patteggiato 900 milioni di dollari per aver taroccato il rating dei mutui che hanno causato la crisi del 2008. In buon sostanza, stiamo consentendo a quelli che ci hanno passato la malattia di farci anche la diagnosi. Quindi a me non interessa quello che dicono le agenzie di rating. Mi interessa poco quello che hanno da dire i commissari europei, considerato che abbiamo avuto per 6 anni in Italia dei governi “fantoccio” della Ue che hanno devastato la nostra economia, seguendo tutte le indicazioni Ue. Non mi interessa quello che ha da dire un signore come Juncker che quando era a capo del Lussemburgo ha messo in piedi il più autorevole sistema di elusione fiscale d’Europa. La manovra va giudicata dai cittadini».

Ma lei la boccia?

«Non ho problemi a dire che la manovra è sbagliata nelle previsioni di crescita perché non ha nulla sulla crescita. Guarda alle prossime elezioni europee e alla possibilità per i partiti che l’hanno scritta di fare il botto. E, purtroppo, i cittadini rischiano di accorgersi molto tardi che quella manovra non darà i frutti sperati. Basti pensare al reddito di cittadinanza. Ci sono dieci milioni di italiani che ritengono di poter prendere il reddito di cittadinanza, ce ne saranno di più domani perché quando tu dici che dai 780 euro per non lavorare in una Italia in cui ci sono migliaia di persone che lavorano 40 ore settimanali per 800 euro, ci saranno molti che punteranno a licenziarsi e ad arrotondare con il lavoro nero. Quindi non è una iniziativa che favorisce il lavoro, anzi».

Ieri, il governo ha annunciato il via libera alla Tap nonostante il no dei comuni dell’area. Lei cosa ne pensa?

«La Tap è un’opera infrastrutturale strategica per l’Italia e per me il combinato disposto tra la Tap e il tema del petrolio che c’è in Basilicata può fare del Sud uno snodo fondamentale sul fronte dell’approvvigionamento energetico, un valore di ricchezza inestimabile. Poi, sono d’accordo con chi dice che la Tap dovrebbe avere uno sbocco diverso, in una zona dove impatta di meno con le risorse naturalistiche, magari a Brindisi non a San Foca. Magari c’è il tempo per discutere di questo. Capisco le perplessità del presidente della Regione e dei sindaci ma sul fatto che l’opera si deve fare non si deve discutere».

Nei suoi due giorni in Basilicata ha evidenziato come le infrastrutture siano l’emergenza principale.

«Sono arrivata a Matera con il treno che arriva da Bari per accendere i riflettori sulla vergogna di avere un treno che ci mette un’ora e mezzo per fare 55 chilometri. L’ho fatto a posta per accendere i riflettori su Matera 2019, perché penso che Matera 2019 sia una grande occasione per chiedere scusa a una terra come la Basilicata. Però, credo che così Matera 2019 rischia di essere una grande occasione persa. Per colpa del Pd e di Pittella non si è voluta fare di Matera una sfida nazionale. Matera 2019 meritava un decreto ad hoc e un commissario ad hoc come tutti i grandi eventi. Meritava che l’intera nazione capisse che Matera nel 2019 è la capitale d’Italia, è il nostro biglietto da visita. Non si è fatto. Pittella si è limitato a stipare gli amici degli amici e i politici trombati nella Fondazione. Oggi non c’è praticamente niente. L’unica grande opera che si sta costruendo è una pensilina di 18 metri alla stazione costata 9 milioni di euro. Questo è un peccato come è un peccato capire che la sfida nel Mezzogiorno è quella delle infrastrutture. Se tu non metti questa terra nelle condizioni di competere il reddito di cittadinanza fra poco dovrai darlo a tutti i cittadini del Sud. Ma non è la soluzione, noi vogliamo che il Sud possa crescere. Ho sentito il Ministro del Sud che ha detto: “La mia più grande sfida è la spesa infrastrutturale al Sud al 34 per cento”. Che era quello che prevedeva già Gentiloni. Secondo me la sfida di un cambiamento al Sud è la spesa infrastrutturale al 50 per cento».

Il Centrodestra per la prima volta in Basilicata ha la possibilità di conquistare la Regione. Fratelli d’Italia sarà determinante e avete già annunciato di volervi sedere ad un tavolo per discutere dei candidati.

«Lo confermo. Chiedo agli alleati di vederci entro un paio di settimane. In Basilicata, le elezioni si possono vincere, ma noi abbiamo bisogno di fare una campagna credibile, seria, di mettere giù un programma serio efficace e credibile, condiviso dai cittadini e di candidare alla presidenza della Regione la migliore figura in campo. Noi abbiamo messo a disposizione i nostri uomini migliori, non abbiamo problemi a fare passi indietro se ci sono figure migliori delle nostre purché si scelga la figura migliore perché noi vogliamo vincere».

E se non ci sono figure migliori delle vostre?

«Lavoreremo perché ci siano. So che per vincere bisogna essere in tanti, inclusivi, uniti, credibili perché non sono mai per fare l’Arca di Noè. Ma bisogna essere il più possibile inclusivi. Oggi il Centrodestra unito può farcela, lavoreremo per questa unità ma dovrà essere unità nella credibilità»

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2 commenti

    • Pino 007 il 28 Ottobre 2018 alle 11:16
    • Rispondi

    Giorgia faccia attenzione ai franchi tiratori che sicuramente verranno mandati al sud per destabilizzare, intimitendo qualsiasi atto di votazione che sia a favore per lo sviluppo della regione.

    • mauro azzarello il 28 Ottobre 2018 alle 11:22
    • Rispondi

    Ciao Giorgia condivido quello che dici, purtroppo non sono solo le agenzie di rating a dare contro la manovra, vi e’ pure la bce, la commissione europea e altri organismi. Il problema principale e’ il reddito di cittadinanza che e’ molto oneroso e di difficile applicazione. Mauro

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