FdI invita cittadini a firmare per referendum a favore opera. Salvini scelga se stare o no con signornò m5s

L’imponente manifestazione a favore dell’Alta Velocità a Torino ricorda la storica marcia dei quarantamila quadri Fiat che negli anni Ottanta spazzo’ via un decennio di veterosindacalismo comunista. Questa manifestazione è il de profundis della decrescita felice del M5S: Salvini decida se stare o no con i ‘signornò’ dei Cinquestelle. Fratelli d’Italia sa da che parte stare: noi scendiamo in campo per il futuro dell’Italia e invitiamo i cittadini a venire a firmare ai nostri banchetti per il referendum promosso da FdI a favore della Tav, un’opera fondamentale per il futuro di Torino, del Piemonte e dell’intera Nazione.

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1 commento

    • Federico Puglia il 12 Novembre 2018 alle 13:02
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    Giorgia,
    devi scusare la mia franchezza ma, se non dico quello che penso, sempre civilmente, non mi sento me stesso. La Tua raccolta di firme parte da valori significativi veri ma, per una Storia diversa che potresti trovare nel Lazio e non nel Piemonte. Mi spiace tantissimo, perché al di là del cognome, gli Avi materni risalgono al 1200 in Piemonte e, quelli paterni all’incirca al tempo dell’Unità d’Italia, a metà 1800 ma, vi è alla base una realtà che TUTTI, in particolare lato Progressista o quello che rimane come tale hanno omesso. Alla base della TAV c’è la volontà chiara di decidere al di là della volontà degli Abitanti del luogo, tipicamente abitanti della Montagna e delle Valli adiacenti. Ebbene, nel Piemonte del dopo Cavour, noi abitanti non cittadini, siamo sempre stati considerati di serie B, al punto che, ad esempio, l’anno scorso con l’istituzione della Città Metropolitana, che assorbe la Provincia di Torino, nel Capoluogo il sale e le risorse per le residue nevicate è avanzato alla grande, mentre nei Paesi delle Valli e delle Montagne, solo la bravura di guida ed il coraggio delle Persone ha permesso di non prendere settimane di Ferie durante il periodo invernale! Sono pienamente d’accordo che sulla TAV e sulla TAP vi siano “cattivi maestri” con i capelli più bianchi dei miei, che facciano scontrare tra se le generazioni di giovani che invece di guerre partigiane, dovrebbero insegnare la successiva ed importante pacificazione dei Loro Nonni (quelli per il Bene Comune) ma, l’errore grandissimo, tipico dell’arroganza “like Renziana” e, un po’ anche del Cavaliere, sia quello di pensare di decidere sul suolo altrui, senza considerare e fare partecipare la Popolazione locale. Inoltre, trovo quella Piazza IPOCRITA perché la TAV, come il raddoppio almeno delle linee sulle Ferrovie era un piano che doveva partire non solo verso la Francia ma, in tutta Italia, subito dopo la Guerra! Perché non fu fatto? Perché i Nonni di Chi ha protestato (di Torino e Provincia) in Piazza lavorava alla FIAT e, le Ferrovie non dovevano esistere ma, solo costruire autostrade, con ponti che stanno cadendo dopo 50.60 anni, come l’Azienda “SACRA” per la città che ora fornisce i suoi guadagni tra l’Inghilterra e l’Olanda, lasciando in Italia le briciole, senza avere reso un € per tutti i soldi che in quasi 150 anni si è preso dallo Stato Italiano! Seconda questione: la marcia dei 40mila. Scusa se dissento ma su 40.000, sono sicuro che sol 1/10 all’epoca aveva manifestato perché riteneva assurdo il prolungarsi dello sciopero…. gli altri 35-36.000 erano i cosiddetti “lecchini”, che Ti posso garantire che mai e poi mai pensavano al Bene Altrui (oltre a votare all’epoca, MSI…..), ma solo alla Loro (misera) carriera e al comando di chi gli aveva raccomandato per lavorare in Fiat. E’ duro quello che ho scritto ma, sinceramente NON ESSENDO FALSO E CORTESE, non sopporto più il lamento di chi si è potuto permettere una vita tranquilla, mediocre, sempre con la lingua pronta a stare con il più forte e, TAV o non TAV, con lo spirito che hanno i miei Corregionali, il Piemonte diventerà sempre più un’isola dormitorio, con il lavoro a Milano o all’estero e, magari il ritorno per la pensione. Scusami, non me ne volere, ma per queste ragioni non firmerò il Referendum!

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