Bufera procure, Meloni: FdI torna a chiedere intervento Presidente Mattarella, azzerare CSM e studiare meccanismi che impediscano cancrena correnti

Fratelli d’Italia torna a chiedere al Presidente della Repubblica Mattarella di intervenire sullo scandalo che sta sconvolgendo i rapporti tra magistratura e politica. Le intercettazioni che coinvolgono l’allora vicepresidente del CSM Legnini, Palamara e altri magistrati sul caso Diciotti sono un insulto alla democrazia italiana. Siamo certi che il Capo dello Stato non resterà in silenzio un minuto in più davanti a questo scempio, che tocca le fondamenta dello Stato di diritto. Bisogna azzerare il CSM e studiare meccanismi, quali il sorteggio, che impediscano che la cancrena delle correnti politicizzate e la loro logica spartitoria possa rialzare la testa. È necessario per un sereno rapporto di equilibrio fra politica e magistratura ed è vitale per difendere la credibilità di quelle migliaia di magistrati che ogni giorno svolgono il proprio lavoro con onore.

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12 commenti

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    • antonio velotto il 29 Maggio 2020 alle 04:19
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    non dimentichiamo che il golpe comunista è stato fatte dalle toghe rosse.personalmente a Napoli ne ho conosciuta una che fa veniure i brividi:SICA

    • Pino 007 il 29 Maggio 2020 alle 08:36
    • Rispondi

    Mattarella dovrebbe sapere che l’Italia si trova sotto gli occhi del Mondo e le figure barbine che stiamo facendo non danno certamente lustro al Paese ne a lui che ci rappresenta.

    • Giorgio il 29 Maggio 2020 alle 08:52
    • Rispondi

    All’evidenza un illustre garante non possiamo accettare le peripezie di queste persone e rimanere indifferente, dovrebbe essersela prova del nove sia per una democrazia e per una costituzione!!!!

    • lullù mas il 29 Maggio 2020 alle 11:36
    • Rispondi

    penso che milioni di italiani si associno alla tua richiesta. pur convinti che una risposta tarderà a venire. Ed è questo che
    preoccupa di più

    • Riccardo Crocetti il 29 Maggio 2020 alle 12:30
    • Rispondi

    Mettere FUORI LEGGE Magistratura democratica e TUTTE le correnti di sinistra.
    Abolire il C.S.M. o, se ciò non è possibile, fare eleggere i componenti dal popolo e con il C.S.M. anche il presidente della repubblica.

    • Francesco Carlo Bianca il 29 Maggio 2020 alle 12:39
    • Rispondi

    La giurisdizione
    non è un “Potere” ma una “Funzione”

    Se si analizza senza pregiudizi ideologici la natura dell’attività giurisdizionale risalta evidente la sua diversità rispetto a quella legislativa ed esecutiva; infatti, mentre queste sono esercitate da cittadini “eletti” dal Corpo elettorale, cioè dalla Comunità Nazionale nella propria veste di Popolo Sovrano, quella è esercitata da cittadini “re-clutati” mediante un pubblico concorso, costituto da un procedimento amministrativo in cui la volontà popolare è as-sente.

    Si aggiunga, inoltre, che mentre gli “eletti” rispondono dei loro atti direttamente alla Comunità Sovrana, i magistrati, invece, nell’esercizio delle loro funzioni sono del tutto irresponsabili dal punto di vista politico, nel senso che non rispondono al Popolo, anche se sono soggetti al giudizio del Consiglio Superiore della Magistratura, comun-que formato da una schiacciante maggioranza di membri togati, tanto da rivestire tutte le caratteristiche di una “giu-stizia domestica”.

    Se, quindi, si vuole considerare la giurisdizione un Potere bisogna concludere che ci troviamo di fronte ad un vulnus rispetto ai principi della democrazia popolare, in base ai quali ogni “potere” non solo deve emanare dalla Comunità Sovrana ma deve essere sottoposto pure al suo giudizio.

    I motivi, qui appena accennati, sono trattati in una Ipotesi di Nuova Costituzione 2005-2015, settima edizione, scaricabile a titolo del tutto gratuito dal sito http://www.nuovacostituzione.it” o cliccando su “francescocarlobianca”.

    In tale progetto costituzionale è messa in evidenza l’improrogabile necessità di una completa rivisitazione del-la normativa concernente la giurisdizione che, sia pure riaffermando l’indipendenza dei suoi operatori e la loro sotto-posizione soltanto alla legge nel contempo predisponga chiare norme in ordine alla loro responsabilità, personale e di-retta, alla netta separazione della funzione giudicante da quella requirente, alla unificazione della giurisdizione, oggi divisa in: ordinaria, amministrativa, tributaria e contabile, onde affermare il principio, da tempo misconosciuto, dell’unum ius una giurisdictio, oltre alla immissione di avvocati e dottori commercialisti in tutti i gradi di giudizio, così da evitare, per quanto possibile, la creazione di una Casta autoreferenziale.

    Francesco Carlo BIANCA

    • Erminio C. il 29 Maggio 2020 alle 14:25
    • Rispondi

    Mattarella? Non vede, non sente e non parla! Lo hanno notato pure i ciechi e i sordomuti! Povera Italia e italiani vittime….

    • Emilio il 29 Maggio 2020 alle 17:44
    • Rispondi

    Rispondo al Prof. Francesco BIANCA. PER FAVORE organizzi in modo organico una rivoluzione scientifica, con tanto di appello ai suoi colleghi,atta ad una difesa dei nostri elementari Diritti Civili come da Costituzione. Oggi non ti consegnano neppure una raccomandata perchè
    ci pensa il postino a dichiarare l’avvenuta consegna. Per non parlare degli atti che dopo 10 giorni sono considerati notificati…..eccc….eccc……..eccc.
    Cordiali saluti Emilio

    • Paolo il 30 Maggio 2020 alle 00:07
    • Rispondi

    Carissima Meloni. vorrei veramente entrare in politica ed essere suo sostenitore ma forse, sono troppo vecchio ma non sufficientemente anziano per sopportare la incapacità (spero in buona fede) di questo inutile e illegittimo governo che sta continuando a uccidere l’economia Italiana, senza prendere seri provvedimenti ma continuando a instaurare un clima di terrore negli Italiani! Una sciocchezza ( definisco così bonariamente atti che dovrebbero essere definiti in modo più realistico e crudo) dietro l’altra! Istituire personaggi che controllino il Cittadino onesto e LIBERO di frequentare i suoi simili, obbligare in modo anticostituzionale a Mifare l’esame del sangue e ancora obbligare ad usare mascherine, definite inutili da esperti virologhi come il professor Tarro che non sto a dire chi sia, basta documentarsi!Tanto più che il bufalavirus sta sparendo! “Gli asini volano?” Beh, se non li vedo non ci credo!Mi dispiace di cuore vedere il mio, nostro Paese ridotto così! Amo l’Italia e gli Italiani ma come si può stroncare così un Paese leader in artigianato, commercio, agricoltura, industria, turismo ecc. Abbiamo ministri veramente incompetenti! Le forze dell’ordine il cui personale ha dato la vita per proteggere i Cittadini, sta perdendo la la fiducia che il Popolo aveva a causa di far rispettare norme anticostituzionali applicando sanzioni esagerate ad un Popolo provato già da una crisi occupazionale travolgente e senza tutele per la Gente! Auguro a tutti,sinceramente una ottima vita! Paolo
    P.S. Forza signora Meloni Lei ci vuole bene

    • Paolo il 30 Maggio 2020 alle 00:12
    • Rispondi

    Mi scuso per gli errori grammaticali ma nella foga , non rileggo ciò che scrivo (virologi era corretto)Grazie.
    Paolo

    • Luigi il 30 Maggio 2020 alle 08:55
    • Rispondi

    Cara Giorgia Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

  1. Rispondo al Sig. Emilio, lettore di questa Rubrica messa a disposizione dei Fratelli d’Italia, per ringraziarlo del cortese suggerimento di organizzare una rivoluzione scientifica che mobiliti l’Avvocatura in difesa dei Diritti Civili.
    In verità, senza alcuna presunzione o iattanza, già da tempo segnalo alle Categorie Professionali la necessità di una ristrutturazione ab imis fundamentis, delle Istituzioni, centrali e locali.
    Ho scritto l’Ipotesi in esame, certamente emendabile e modificabile, nella speranza, o forse nell’illusione, di rendermi utile alla Comunità di cui faccio parte e che, certamente, non merita una Categoria di politici così verbosamente inutile, sciatta ed inconcludente; ed anche per sottolineare una notazione di T.Lucrezio Caro nel “De Rerum Natura”, la Natura delle Cose, ” prima di distruggere un Mondo (cioè un modello di organizzazione sociale) bisogna avere un altro modello, già pronto per sostituire il primo, onde evitare le inconcludenti critiche in un vuoto assoluto di idee.
    Nella speranza di non avere abusato troppo dell’ospitalità di Fratelli d’Italia e della combattiva Giorgia Meloni, offro alla riflessione di quanti ne condividono il Programma alcuni spunti della suddetta Ipotesi che riguardano proprio la partecipazione dell’intera Comunità nell’amministrazione della Cosa Pubblica.

    I difetti di una democrazia incompiuta.

    I difetti di una democrazia incompiuta, come quella italiana, derivano dal fatto che i meccanismi comiziali, referendari e simili, fanno confluire tutto l’esercizio del potere nelle organizzazioni di Partito, con il risultato che queste, poiché considerando le risorse pubbliche “cosa loro”, violano ogni criterio di oculata amministrazione e saccheggiano le risorse erariali per mezzo di una “legislazione domestica” finalizzata al conseguimento di privilegi, in patente contrasto con i principi di una democrazia definita “popolare”.
    Tale fenomeno degenerativo, figlio di una maliziosa interpretazione dell’articolo 67 della vigente Costituzione, permette ai parlamentari di esercitare la funzione legislativa senza vincolo di mandato, ivi compresa quella degli atti autoreferenziali; cioè di quegli atti che riguardano le loro persone, quali il trattamento economico e previdenziale e gli altri innumerevoli privilegi che si sono attribuiti spesso in sedute notturne, furtim.
    La miseria di tale interpretazione rivela tutta la malattia di un sistema politico monopolistico, degenerativo, che rinsalda e perpetua il consociativismo tra le oligarchie di partito maggioritarie e le consorelle minoritarie, assicurando ai beneficiari tutta una serie di privilegi, degni di un regime monarchico assolutistico.
    A tale danno materiale deve aggiungersi quello morale per aver provocato la caduta verticale di quelle autentiche idealità capaci di dare senso e significato alle finalità etiche di cui una Comunità Civile ha bisogno; così, permanendo i vecchi vizi, le oligarchie dei partiti, in perfetto accordo, hanno ridotto a mera parvenza la rappresentatività elettiva, degradandone le idealità fino alla mercificazione, il cui cancro ha invaso tutta la società civile.
    In tale incresciosa situazione, foriera di derive populiste, appare necessario sperimentare un nuovo procedimento, con l’introduzione del principio della partecipazione nella amministrazione della Cosa Pubblica di cittadini non inclini a irreggimentarsi nelle congreghe di partito ma interessati ad assicurarne legalità, efficienza ed economicità; in concreto, un sistema di selezione “qualitativa-selettiva”, finalizzata ad impedire, per quanto possibile, che i politici di mestiere possano continuare ad alimentare il loro delirio predatorio.
    Del resto, è utile ricordare che nel nostro ordinamento istituzionale i Partiti sono semplici Associazioni di fatto, informi ed evanescenti, ai fini di una qualsiasi assunzione di responsabilità; mancano, quindi, di quei requisiti che solo l’erezione a persone giuridiche può assicurare (come del resto era stabilito nel Codice del 1865).
    Come rilevato da Francesco Leoni: “La Storia dei partiti politici Italiani” Ist. Ed. del Mediterraneo 1966, pag. 281, tali Associazioni di fatto, “pur essendo strumenti determinanti nella vita sociale, tuttavia non risultano considerati come un fenomeno giuridicamente rilevante ma mere manifestazioni sociali a cui il legislatore dedica un interesse appena marginale.”
    Tale qualifica non li offende, anzi! in buona compagnia con i Sindacati, sono lieti di essere considerati alla stregua di squadrette calcistiche di borgata per poter godere della massima irresponsabilità, sia nella organizzazione interna che nell’amministrazione degli ingenti patrimoni accumulati fuori da ogni controllo.
    L’illiceità degli atti a contenuto autoreferenziale comporta la declaratoria della loro nullità, già certificata da un referendum abrogativo, e l’obbligo di restituzione delle somme intascate dai beneficiari, oltre al giusto risarcimento dei danni, materiali e morali, arrecati alla Comunità; trattasi, infatti, di un “damnum iniura datum – danno inferto con offesa (data la consapevolezza dell’illiceità del comportamento).
    Sull’argomento è d’obbligo ricordare la normativa sui profitti di regime emanata a carico di coloro che si erano arricchiti durante il ventennio fascista (vds. d.l.l. 27 luglio 1944 n. 159 ed il successivo d.l.l. 26 marzo 1945 n. 134)

    Francesco Carlo BIANCA

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