L’intervento del presidente di FdI sull’agenzia specializzata nelle politiche pubbliche relative al settore della cultura e del turismo
Nel decreto Rilancio il Mibact ha stanziato dieci milioni di euro per creare la cosiddetta ‘Netflix della cultura’, una piattaforma per vendere contenuti culturali in streaming e raggiungere due obiettivi: promuovere la produzione culturale italiana e raccogliere fondi per le imprese, le Istituzioni culturali e i lavoratori del settore, che sono in grande crisi a causa della chiusura di musei e teatri per l’emergenza Covid.
Dare visibilità alle nostre eccellenze culturali è una priorità e abbiamo proposto fin dall’inizio che dovesse essere la Rai ad avere un ruolo da protagonista in questo progetto. Fratelli d’Italia lo ha formalizzato in una risoluzione presentata e approvata in Commissione Vigilanza Rai, con la quale abbiamo chiesto la costituzione di ‘RaiPlayPlus’, una piattaforma di contenuti capace di competere con i giganti del settore e in grado di sfruttare le grandi potenzialità del servizio pubblico: l’ottima funzionalità di RaiPlay, la straordinaria ricchezza dell’archivio Rai in termini di contenuti e materiale e la garanzia del servizio pubblico di poter dare la giusta visibilità a tutte le diverse forme artistiche.
Purtroppo questa risoluzione è rimasta lettera morta e il ministro della Cultura Franceschini sta lavorando in un’altra direzione, che esclude la Rai e prevede la creazione di una nuova società pubblico-privata. Fratelli d’Italia ha presentato una nuova risoluzione per ribadire questa proposta: la RAI deve essere il vettore principale attorno al quale far nascere una piattaforma pubblica di condivisione dei contenuti culturali nazionali, e che abbia il compito istituzionale di sostenere la produzione e la promozione di contenuti televisivi e multimediali dedicati al teatro, alla danza, allo spettacolo dal vivo, allo spettacolo viaggiante, alla musica e ai concerti.
Il servizio pubblico radiotelevisivo può e deve essere protagonista di questa grande sfida e ambire ad un ruolo di primo piano in un mercato estremamente importante, che ha avuto una grande crescita durante la pandemia e che sarà determinante per stabilire il futuro della cultura dell’intrattenimento. Il sistema Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano e sprecare le nostre potenzialità sarebbe un errore imperdonabile.
4 commenti
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Sarebbe un buon programma, come dice lei fa’in modo che alzi il livello di cultura in italia visto che è un po’ carente. Che gestisce all’livello di informazione in tv gestisce franceschini??? Ma è sicuro di quello che dice??? Considerazione prettamente personale di franceschini l’asticella di cultura sarà rotta per quello che vale lui.
Credo che i poteri occulti,oltre a sfruttare la pandemia per renderci sempre più in balia dei potenti;abbiano concertato di farci diventare ignoranti,così che potranno essere alla pari tutti i selvaggi africani che importeranno,tramite Conte ed il PD. Maledetti cialtroni traditori.
Concordo, l’Idea è ottima, ma i miei dubbi sono dettati dalla faziosità del servizio televisivo nazionale. Spesso programmi come la Storia, vengono stravolti e mal interpretati favorendo ancor di più l’ignoranza degli italiani che godono di tali programmi. Certo se Franceschini vuol far gestire la cultura da una società privata, posso immaginare quale sia l’intento. Non certo quello di rendere la cultura a portata di mano dei fruitori acculturandoli, ma creando ancor più confusione e ignoranza..Spero che la tua risoluzione venga presa in considerazione, ben venga tutto ciò che serve per diffondere la cultura.
Sicuramente anche loro sanno che l’idea della Meloni e’ buona ma……. ma…… se a loro non conviene , non si fa. Semplice.!!!!
Poi dicono che non siamo in dittatura, tutto quello che fanno e dicono e’ sotto dittatura.