Matteo Renzi tradisce se stesso. Le primarie autoreferenziali non sostituiscono le elezioni

Sviluppi imbarazzanti dello scenario politico nazionale. Nel peggiore stile della prima repubblica apprendiamo dalla sede di un partito che è in atto una crisi e che un governo non scelto dal popolo viene rimpiazzato da un altro esecutivo senza che gli italiani, ancora una volta, siano presi in considerazione. Addirittura senza che il governo sia stato sfiduciato nelle aule del Parlamento. In questi istanti un pugno di ‘capi corrente’ sta decidendo che a breve verrà nominato il terzo presidente del consiglio, in soli 28 mesi, non espressione della volontà popolare. Renzi, infatti, non può certo pensare che le primarie interne e autoreferenziali di un partito, alle quali hanno partecipato meno di due milioni di persone, possano sostituirsi alle elezioni nazionali.

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Meloni a Il Messaggero: “Messaggio diseducativo che viene dato ai giovani. E' come se la Corte dicesse: certi stupefacenti vanno bene”

Giorgia Meloni

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Droga: se violazione è procedurale tanti i decreti legge illegittimi, a partire da quello Imu-Bankitalia

«Appaiono sempre più di natura politica e ideologica le sentenze della Corte Costituzionale, che giorno dopo giorno perde di credibilità agli occhi dei cittadini. Con la decisione di oggi viene finalmente realizzato quello che la sinistra chiedeva da anni: avviare un processo di legalizzazione delle droghe a cominciare dalla depenalizzazione di quelle cosiddette ‘leggere’ e dalla liberazione di pusher e spacciatori. Il decreto legge in questione non ha nulla di diverso da tutti quelli che negli anni sono stati abitualmente approvati dal Parlamento anche coinvolgendo materie del tutto diverse. Giudicare illegittima questa legge per una violazione delle procedure, dunque, è grottesco».

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Marò: l'Italia è stanca dei fallimenti del governo, pretendere subito risposte da Ue e Nato

Prima il disastro fatto dall’esecutivo tecnico di Monti, che ha deciso di affidarsi alla giurisdizione indiana; ora le azioni confuse e scomposte del governo delle larghe intese che si fa deridere anche in sede ONU: il ‘diplomatico’ diniego di Ban Ki-moon, alla richiesta del ministro Bonino sul caso dei due marò, è l’ennesimo fallimento della strategia del governo. L’Italia è stanca di questa inettitudine e incompetenza.

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