Lavoro: Su articolo 18 approccio laico e non idealistico

«Da questo Esecutivo ci si aspetta concretezza. Ma per un Governo tecnico che non ha ricevuto un mandato ‘diretto’ dagli italiani è importante anche riuscire ad avere e a costruire dialogo. Lo sta facendo attraverso continui tavoli, ma credo che valga la pena ascoltare tutti, anche le pmi, gli artigiani, i commercianti e non solamente i sindacati confederali e Confindustria. Dopo il confronto dovrà arrivare la sintesi e ho l’impressione che l’Esecutivo, paradossalmente, stia lavorando per scontentare tutti, ovvero per mantenere una più possibile equidistanza tra i vari soggetti con i quali dialoga perché nessuno possa dire di aver vinto sull’altro. Assumere tatticamente questo atteggiamento rischia di porre dei limiti alle soluzioni».

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I partiti abbiano il coraggio di rifondare la politica

I partiti devono avere il coraggio di rifondare la politica. Il primo passo è cambiare la legge elettorale: se non si trova un accordo basta modificare quella attuale, introducendo le preferenze e cambiando il premio di maggioranza in Senato. Tutto questo si fa in un pomeriggio, se si vuol fare. Credo che nessuno, in nessun caso, possa pensare di ripresentarsi alle prossime elezioni con le liste bloccate, perché sarebbe la nostra fine. Dopo va fatto un ragionamento più ampio sul finanziamento pubblico ai partiti, che a mio avviso deve esserci per evitare il ricorso a forme illegittime o per scongiurare un sistema nel quale a poter fare politica siano solo i Montezemolo e i Berlusconi. Però questo deve essere legato a regole certe. I partiti devono dare garanzie su come questi soldi vengono spesi, sulla partecipazione, sul diritto degli italiani a scegliere i candidati a tutti i livelli, con l’introduzione delle primarie per legge. Se non facciamo questo la cosa peggiorerà. La colpa del difficile momento vissuto dai partiti politici è dei partiti stessi e della classe politica. Esiste un sentimento di antipolitica diffusa che mi spaventa e mette in discussione la politica e la democrazia. Quello che non dobbiamo fare, invece, è commettere l’errore di non distinguere tra classe politica e la politica, che è e resta la forma più bella di impegno civile.

Bene Alfano sulle banche

«La ripartenza dell’economia in Italia dipende dall’impegno e dal sacrificio di tutti, banche comprese e il denaro che queste hanno ricevuto dalla Bce al tasso dell’1% deve contribuire alla rimessa in moto del nostro sistema finanziario. Bene ha fatto, dunque, il segretario del Pdl Angelino Alfano a ricordare ai vertici dell’Abi, attraverso la presentazione di proposte concrete, che tutelare famiglie, lavoratori e imprese è la priorità da perseguire: nessuno, infatti, può pensare di operare in una posizione privilegiata, neanche gli Istituti di credito, soprattutto in tempo di crisi. Le banche che usufruiranno del prestito agevolato della Bce, perciò, potrebbero impegnarsi davanti all’opinione pubblica a stabilire un tetto ragionevole, tanto ai compensi dei manager quanto ai dividendi dei soci».

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Quoziente familiare: Esempio Roma non resti isolato

«Bene ha fatto Alemanno a percorrere la strada del quoziente familiare, tracciata dall’ex assessore Laura Marsilio. Declinare il provvedimento in vari ambiti e settori, come nel caso della tassa sui rifiuti, significa concretizzare una battaglia che per anni è stata portata avanti con determinazione e forza. Mi auguro che la scelta di Roma Capitale non sia un caso isolato, ma diventi modello per tutte le amministrazioni locali».