La proposta di FdI-AN: usare i 5 miliardi di euro di fondi europei non spesi per incentivare la natalità e sostenere le famiglie

«Nel giorno della Festa della Mamma, mentre qualcuno vorrebbe sostituire le parole mamma e papà con genitore 1 e genitore 2, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale chiede all’Unione Europea di rivedere i propri obiettivi strategici inserendo il tema della natalità tra le proprie priorità. Se l’Italia potesse destinare a questo obiettivo i 5 miliardi di euro di fondi europei che non utilizza, potremmo riconoscere un contributo di 200 euro al mese per qualunque bambino da 0 a 5 anni ad ogni famiglia che prenda un reddito netto non più alto di 4 mila euro».

È quanto ha dichiarato il presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni, a margine dell’iniziativa organizzata a Roma da FdI-AN in difesa della famiglia tradizionale e per chiedere all’Ue politiche a sostegno della natalità.

Militanti e simpatizzanti del movimento di centrodestra si sono ritrovati alla Terrazza del Pincio e, insieme a trampolieri e animatori, hanno regalato rose a tutte le mamme presenti. “Genitore 1. No, mamma!” e “Di mamma ce n’è una sola. No a genitore 1 e genitore 2. Difendiamo la famiglia tradizionale”: questi alcuni dei cartelli esposti nel corso dell’iniziativa per protestare contro le politiche degli ultimi governi che hanno tentato di sostituire le parole mamma e papà con “genitore 1” e “genitore 2”.

LA PROPOSTA DI FRATELLI D’ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE

Utilizzare 5 miliardi i fondi europei per sostenere la natalità.
Subito 200 euro al mese per ogni bambino dai 0 ai 5 anni 

L’Italia vive una autentica emergenza demografica. Perché con l’attuale andamento demografico l’Italia è una Nazione destinata a morire. Il tasso di fertilità necessario affinché una popolazione rimanga costante è di 2,1 figli per ogni donna. Il nostro tasso di fertilità è di appena 1,4. Questo vuol dire che tra qualche decennio la nostra struttura sociale non reggerà più, e la nazione italiana, nel giro di pochi secoli semplicemente scomparirà.  

La proposta di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale è molto semplice. Inserire tra le priorità dell’Unione Europea le politiche a favore della natalità. L’Italia potrebbe tranquillamente utilizzare 5 miliardi di fondi europei (tra i fondi non utilizzati e quelli utilizzati male) per incentivare la natalità e sostenere le famiglie con figli dando per ogni figlio dai zero ai 5 anni 200 euro al mese. Per tutti; dipendenti, PIVA, imprenditori, incapienti. Per tutte le famiglie con reddito familiare fino a 4.000 euro netti al mese, 48.000 euro annui.  

Le “coperture” ci sono tutte, è sufficiente la reale volontà di sostenere le famiglie con figli. L’Italia ogni anno versa nelle casse dell’Unione Europea 5,5 miliardi di euro in più di quelli che riceve. (senza contare il Fondo salva Stati). L’Italia versa circa 15 miliardi e ne riceve meno di 10. Ogni anno.

Spende solo il 50,2% dei fondi strutturali, è vero. Ma non sempre la colpa è dell’Italia. L’utilizzo dei fondi comunitari è spesso reso volutamente difficile dagli stessi burocrati di Bruxelles che in questo modo diventano i veri padroni dei soldi dell’Unione Europea. Più è complicato e difficile accedere a questi fondi, maggiore è il potere di tecnici, burocrati e lobbisti. Chiunque si sia avvicinato ai fondi comunitari sa benissimo che si tratta di un mondo pieno di bizantinismi creati ad arte per escludere chiunque, privato cittadino o pubblica amministrazione, che non voglia fare ricorso alla protezione di qualche losco figuro ben inserito nelle istituzioni europee.

La prova di questo è che nessuno degli Stati europei riesce a spendere a pieno i fondi ai quali avrebbe diritto. Nella programmazione dei fondi europei 2007-2013, l’Italia ha speso appena il 50,2% dei fondi. Dato preoccupante. Ma nemmeno i dati delle altre grandi nazioni sono esaltanti, seppur migliori dei nostri: il Regno Unito ha speso il 56,7%, la Francia il 60,4%, la Germania, che è uno degli Stati che spende meglio i fondi ha speso il 70,7%. Insomma spendere questi soldi è difficile per tutti.

Ebbene, noi vogliamo far capire a questi burocrati che quei soldi sono soldi del popolo europeo e del popolo italiano, e non sono soldi loro e dei loro amici lobbisti.

E quindi la proposta è molto semplice. Rinegoziamo l’intera gestione dei fondi europei, di tutti i fondi. Nella attuale programmazione europea c’è poco o nulla sulla natalità, nonstante non solo l’Italia, ma tutta l’Europa, stia invecchiando e morendo. Questo ci fa capire la qualità di chi guida la commissione e l’Unione europea!

E allora, poniamo come principale obbiettivo della Unione Europea, il rilancio della natalità e destiamo buona parte dei fondi disponibili ad aiutare le famiglie con figli. 

L’Italia potrebbero utilizzare fino a 5 miliardi di euro l’anno tra i fondi europei che non riesce a spendere e quelli che spende male in progetti inutili come i gemellaggi tra Comuni o le cattedrali costruite nel deserto. E’ sufficiente creare un programma specifico e un fondo specifico per la natalità, e dar vita a un Piano Operativo Nazionale “natalità”.

Con questi 5 miliardi l’anno, saremmo in grado di dare 200 euro netti al mese per ogni bambino dai zero ai cinque anni. Per tutte le famiglie con reddito fino a 48.000 euro  l’anno (4 mila euro netti al mese).

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2 commenti

    • Ermanno Vernocchi il 11 Maggio 2014 alle 17:12
    • Rispondi

    Posto una raccomandazione su ciò che come cattolico ritengo fondamentale quale principi motivanti il voto alle prossime elezione europee considerando che siamo nelle mani di un’Europa che sta attuando una rivoluzione antropologica devastante.

    Che cosa deve avere a cuore un cattolico per il voto alle elezioni Europee
    Autore: Mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio
    Curatore: Don Gabriele Mangiarotti
    Fonte: CulturaCattolica.it
    martedì 6 maggio 2014
    Messaggio di Mons. Luigi Negri, vescovo della diocesi di Ferrara-Comacchio in vista delle elezioni Europee del 25 maggio 2014.
    La Chiesa ha a cuore il bene dell’uomo e della società
    Carissimi figli e figlie [dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio], in vista delle elezioni del prossimo mese di maggio sento il dovere di indirizzarvi un breve ma fondamentale messaggio.
    Come Vescovo la mia prima inderogabile missione è l’annuncio del Vangelo quale via della libertà, della responsabilità e della salvezza.
    Nel Vangelo che vi debbo annunciare è contenuta anche una precisa concezione dell’uomo e di tutta la sua realtà, che costituisce il nucleo portante della Dottrina Sociale che la Chiesa ha sempre proclamato e testimoniato.
    Si tratta dei “principi non negoziabili” che sono il patrimonio di ogni persona, perché inscritti nella coscienza morale di ciascuno, ed in particolare costituiscono il criterio ineludibile per i giudizi e le scelte temporali e sociali del cristiano.
    Li elenco sinteticamente:
    1) La dignità della persona umana, costituita ad immagine e somiglianza di Dio, e quindi irriducibile ad ogni condizionamento sia di carattere personale che sociale;
    2) La sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, indisponibile a tutte le strutture ed a tutti i poteri;
    3) I diritti e le libertà fondamentali della persona: libertà religiosa, della cultura e dell’educazione;
    4) La sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra un uomo e una donna, responsabilmente aperta alla paternità e alla maternità;
    5) La libertà di intrapresa culturale, sociale, e anche economica in funzione del bene della persona e del bene comune;
    6) Il diritto ad un lavoro dignitoso e giustamente retribuito, come espressione sintetica della persona umana;
    7) L’accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona e delle esigenze del bene comune.
    8) Lo sviluppo della giustizia e la promozione della pace nel il rispetto del Creato.
    Ecco l’orizzonte immutabile di ogni giudizio, e del conseguente impegno del cristiano nella società, ma anche la chiave di valutazione delle persone, dei raggruppamenti partitici e dei rispettivi programmi, affinché si favorisca la promulgazione di leggi coerenti con le fondamentali esigenze della dignità umana.
    Di conseguenza la coscienza cristiana, rettamente formata, non permette di favorire l’attuazione di progetti contrari a tali principi.
    Ribadisco poi quanto già affermato nel Comunicato dei Vescovi dell’Emilia Romagna (in vista delle elezioni regionali del 2010): “Siamo consapevoli di avere proposto ai nostri fedeli non solo orientamenti doverosi per l’oggi, ma anche un costante cammino educativo, mediante cui l’assimilazione dei valori della Dottrina Sociale della Chiesa porta a giudizi e a scelte responsabili e coerenti, sottratte ai ricatti dei poteri ideologici e massmediatici o avvilite da interessi particolaristici. Vorremmo che crescesse, anche in forza di un rinnovato e quotidiano impegno educativo delle nostre Chiese, un laicato che proprio a causa della sua appartenenza ecclesiale, fosse dedito al bene comune della società. [cfr. Benedetto XVI, Deus caritas est, 28]. Pertanto clero ed organismi ecclesiali devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico pre-elettorale, mantenendosi assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico. Per i sacerdoti questa esigenza è fondata sulla natura stessa del loro ministero (cfr. Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri 33, cpv.1°: EV 14/798)”. Se un fedele chiedesse al sacerdote come orientarsi nella situazione attuale, il sacerdote tenga presente le indicazioni già date nello stesso documento: “Ogni elettore è chiamato ad elaborare un giudizio prudenziale che per definizione non è mai dotato di certezza incontrovertibile. Ma un giudizio è prudente quando è elaborato alla luce sia dei valori umani fondamentali che sono concretamente in questione sia delle circostanze rilevanti in cui siamo chiamati ad agire. Ciò premesso in linea generale, ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere nell’attuale situazione quali valori umani fondamentali sono in questione, e giudicare quale parte politica – per i programmi che dichiara e per i candidati che indica per attuarli – dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione (…) Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele”.
    La nostra città e provincia, così come l’intera nazione, stanno attraversando un momento difficile, come ho già ricordato più volte nei mie messaggi, e in particolare in quello di Pasqua, per cui la consultazione elettorale sarà una occasione nella quale ogni fedele verrà invitato ad esercitare, mediante il voto, una parte attiva nella doverosa edificazione della comunità civile.
    Benedico tutti di cuore
    + Luigi Negri
    Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa

    • Ilario Galli il 14 Maggio 2014 alle 11:14
    • Rispondi

    Buongiorno Sig.ra Meloni
    Mi chiamo Ilario Galli e vivo in provincia di Mantova.
    Ieri seguendo la trasmissione ballaro ho visto una
    Donna forte e determinata a migliorare il mio futuro
    e quello degli Italiani.
    Penso che anziché il buon Grillo ….metterò una crocetta
    sul simbolo Fratelli d Italia.
    Io sono di destra e spero che con Lei si possa tornare
    a parlare di politica anche per noi
    Con stima
    Galli Ilario

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