Il rischio di infiltrazione mafiosa esiste in ogni ambito del commercio e dell’ imprenditoria. Le imprese balneari in Italia rappresentano il 3,6% del Pil nazionale ed è quindi inevitabile che costituiscano un affare molto appetibile per la criminalità organizzata .
Ritengo che vadano considerate le singole realtà ma la loro natura di impresa a carattere principalmente familiare le ha finora “protette” più di altre dal rischio di infiltrazioni. Tuttavia la prossima applicazione della direttiva Bolkestein, che prevede concessioni demaniali per le imprese balneari attraverso aste pubbliche, potrebbe aprire un varco più ampio alla possibilità di affida re i lidi a soggetti la cui grande capacità economica potrebbe derivare da attività illecite, con il serio rischio di inquinare pesantemente il settore.
Un altro impatto negativo della Bolkestein è costituito dalla messa a repentaglio del lavoro di moltissimi piccoli imprenditori che nel corso degli anni hanno investito risorse e contratto mutui per innovare l’ impresa, contribuendo a costruire la tipicità della balneazione italiana.
Le associazioni di categoria e gli Enti Locali, cioè i soggetti maggiormente interessati dalla direttiva europea, stanno già concertando misure volte a tutelare la legalità e la specificità di queste imprese. Sarà quindi importante vigilare sulla trasparenza dei partecipanti alle gare pubbliche, fermo restando il rispetto delle regole di libero mercato.