Meloni a Libero: «Voterei anch’io contro gli euro-usurai. Domenica si decide la gestione dell’Europa, basta prendere ordini dalla Merkel come fa Renzi»

L’intervista di Enrico Paoli.

Tutti ad Atene domenica, onorevole Giorgia Meloni? «Perché no? Mi sembra un segno di attenzione verso il popolo greco e di rispetto verso quella parte di europei che pensa che l’Europa appartiene ancora a loro e non solo ai comitati di affari e agli usurai».

E se potesse votare, come voterebbe? «Voterei no, non c’è dubbio. Anche se fino all’ultimo bisognava evitare che si arrivasse a questo referendum perché, in ogni caso, si tratta di una sconfitta».

E per quale ragione voterebbe no? «Quello di domenica è anche un voto sulla gestione dell’Europa. E siccome questa Europa sta in mano alle lobby e agli egoismi dei vari Paesi, a partire dalla Germania, votare no significa bocciare tutto questo».

Ragione per la quale la Germania non ha gradito questa consultazione popolare…«Tutti i giorni noi trattiamo la cancelliera Angela Merkel come se fosse un leader europeo. In realtà è il presi dente della Germania e non lavora affatto per il bene dell’Europa, lavora per il bene del suo Paese. E il suo lavoro lo fa benissimo. Il nocciolo della questione è un altro».

E qual è onorevole? «Perché mai altri presunti capi di Stato, a partire dal nostro, dovrebbero prendere ordini da chi fa gli interessi del proprio Paese e non quelli dell’Europa? Rispetto al caso Grecia ho trovato simbolicamente ridicolo l’atteggiamento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e non lo dice solo la Meloni ma anche un economista importante come Jean-Paul Fitoussi che lo ha definito una mezza figura».

In particolare cosa l’ha colpita? «L’altro giorno il capo del governo ha mandato in Parlamento il ministro Pier Carlo Padoan mentre lui era dalla Merkel a prendere ordini, a fare gli inchini. La questione greca non è economica ma politica. E questo non è un affatto un elemento secondario».

Perché secondo lei è una questione politica? «Per la semplice ragione che qui sono in ballo gli assetti geo-politici del vecchio continente. I rischi più grandi connessi all’eventuale uscita dall’Euro della Grecia, e conseguentemente dall’Europa, sono di natura politica».

Di che tipo, in particolare? «Non sfugge a nessuno, credo, il fatto che la Russia abbia dichiarato la sua disponibilità a sostenere la penisola ellenica investendo in infrastrutture. Flotta russa in porto greco».

Solo la Russia è interessata alla Grecia? «La Cina, di fatto, ha comprato il porto del Pireo. Lo controlla e anche Pechino ha dichiarato la propria disponibilità ad aiutare la Grecia. Tutto ciò modifica o non modifica l’assetto dell’Europa? Secondo me corriamo il serio rischio di veder modificato il quadro europeo, e non solo. Fatto è che a gestire la crisi è stato l’Eurogruppo e non i capi di Stato. Un tavolo tecnico e non un panel politico. Mi sembra un dato preoccupante».

Però sostengono che i greci hanno truccato i conti? «E chi non lo ha fatto? L’Italia ha dato i soldi al fondo salva-Stati quando tutti dicevano che eravamo sull’orlo del baratro. Evidentemente qualcosa non era come la hanno raccontata. Del resto lo stesso Romano Prodi sostiene che la Grecia ha truccato i conti perché glielo hanno fatto fare. Lo sapevano tutti».

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1 commento

  1. prodi e la sua cricca sapeva benissimo dei conti truccati della grecia e forse anche dell’Italia.Ma quello che più mi da fastidio ora,che quel malfattore di prodi ancora parla e forse influenza qualche decisione italiana ed europea.Fateli sparire…..politicamente si intende…..

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