Governo convochi ambasciatore francese su carteggio dipartimento stato Usa su guerra in Libia (video)

Rivolgo un appello al ministro Di Maio, che dopo Fratelli d’Italia è stato coraggioso nel denunciare la questione del Franco CFA e del neocolonialismo francese in Africa: FdI chiede al governo di convocare l’ambasciatore francese per chiedere conto del carteggio pubblicato dal Dipartimento di Stato americano e sulle cause che avrebbero spinto la Francia a bombardare la Libia, generando l’attuale caos immigrazione che subiamo.

Finalmente siamo riusciti a far conoscere a tutti la vicenda del neocolonialismo francese e del Franco CFA che la Francia stampa per 14 Nazioni africane. Ovviamente la sinistra italiana ha cominciato a difendere i francesi e il neocolonialismo che fanno a queste povere nazioni africane e ci ha tenuto a dirci che non c’è alcun nesso tra la moneta coloniale francese e quello che è accaduto con l’immigrazione che arriva da noi. Approfittao per chiedere una cosa alla sinistra ma soprattutto al governo italiano: questa è una mail resa nota dal Dipartimento di Stato americano nel 2015. È una mail che fu mandata a Hillary Clinton quand’era Segretario di Stato americano che parla della vicenda della Libia. Secondo questo funzionario americano che scrive alla Clinton, i francesi avevano scoperto che Gheddafi aveva un piano per sostituire la moneta coloniale francese con una moneta africana basata su quella libica. Secondo questo funzionario americano, questa ragione sarebbe alla base del bombardamento della Libia nel 2011 da parte della Francia e dell’omicidio del colonnello Gheddafi. Credo sia vergognoso che nessuno abbia mai ritenuto di approfondire questo documento pubblico e di risalire alle reali cause che hanno scatenato il caos in Libia e generato il caos immigrazione che arriva da noi. Perché e quello che c’è scritto qui fosse anche lontanamente vero, significherebbe che la Francia non è esattamente un filantropo che stampa queste monete, ma ha un interesse a difendere questa moneta coloniale.

 

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