Ue, Mes: Lunedì 9 dicembre FdI con Giorgia Meloni manifestazione davanti a Consiglio europeo

Lunedì 9 dicembre il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, insieme con i parlamentari nazionali ed europei di FdI, manifesterà a Bruxelles davanti al Consiglio europeo, palazzo Justus Lipsius Rue de la Roi 155,  per dire NO alla trappola del Mes. Nel corso del sit-in Giorgia Meloni farà un check con la stampa.  A seguire, alle ore 14, all’interno del Parlamento Europeo, sala PHS 1A2, si terrà un convegno sullo stesso argomento organizzato dalla delegazione italiana del gruppo ECR con la partecipazione del capodelegazione FdI al Parlamento Europeo Carlo Fidanza,   del co-Presidente del gruppo ECR Raffaele Fitto, dei capigruppo della Camera Francesco Lollobrigida e del Senato Luca Ciriani, con le conclusioni del presidente di FdI Giorgia Meloni.

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1 commento

    • Francesco Carlo BIANCA il 9 Dicembre 2019 alle 18:31
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    E’ mia convinzione che per andare incontro alle vere attese del Popolo Italiano sia necessario procedere ad una radicale revisione delle nostre Istituzioni, centrali e locali, mediante la partecipazione, permanente e diretta, della SOCIETA’ CIVILE nell’Amministrazione della COSA PUBBLICA.
    E, ancora: ritengo sia giunto il momento di proporre al Popolo Italiano un programma completo ed esaustivo, su cui confrontarsi seriamente e differenziarsi nettamente da quanti intendono la politica una opportunità da cui ricavare, in proprio, i più svariati vantaggi.
    Su tali presupposti, senza alcuna supponenza o presunzione, trasmetto, in una forzata sintesi, alcuni dei Principi contenuti in un Progetto di Nuova Costituzione il cui testo integrale è possibile scaricare a titolo del tutto gratuito, dal sito: http://www.nuovacostituzione.it.
    Tale Progetto potrebbe costituire lo schema per un dialogo costruttivo tra quanti abbiano interesse alla modernizzazione e moralizzazione del nostro PAESE.
    Disponibile per ulteriori chiarimenti
    Francesco Carlo BIANCA
    MANIFESTO
    PER UNA
    NUOVA COSTITUZIONE

    Il punto centrale delle riforme costituzionali è costituito dalla necessità per la Comunità Nazionale di riappropriarsi della SOVRANITA’, tale situazione è stata e sarà sempre possibile a causa della pretesa, connaturata al sistema dei Partiti, di considerarsi essi soli i principali interpreti delle aspirazioni e dei bisogni del POPOLO; affermazione palesemente falsa dato che un REGIME di DEMOCRAZIA veramente equilibrato deve poggiare su ambedue i pilastri su cui è fondato il principio di rappresentatività democratica della Comunità: “partitica-elettiva” e “qualitativa-selettiva”, come delineato in una Ipotesi di una “NUOVA COSTITUZIONE” di cui si elencano, in modo non esaustivo, i seguenti PRINCIPI: 1) nei procedimenti di elaborazione e approvazione delle normative legislative-regolamentari assicurarne la rispondenza ai reali interessi della Comunità mediante l’apporto, qualificato sul piano culturale e professionale, di cittadini estranei alla militanza nei Partiti, designati dalle Categorie professionali, produttrici di beni e di servizi; 2) attribuire la Personalità Giuridica di diritto privato alle FORMAZIONI di PARTITO e SINDACALI; 3) ridurre il numero dei membri delle Assemblee Elettive, con limite di partecipazione a due sole legislature nei relativi Consessi; 4) equiparare la normativa economica e previdenziale dei membri delle Assemblee elettive a quella comune in materia di lavoro subordinato e comunque assoggettabile a iniziativa referendaria, abrogativa; 5) eliminare il finanziamento pubblico a favore delle organizzazioni partitiche; 6) istituire un Parlamento Monocamerale composto solo da trecento membri: duecento, espressione delle formazioni di Partito e cento, espressione di una Conferenza Nazionale, rappresentativa delle varie discipline d’insegnamento nelle Università Statali e Libere, nonché degli Ordini e Associazioni Professionali; 7) attribuire al Primo Ministro, Capo dell’esecutivo, poteri di nomina e di revoca dei propri ministri in numero non inferiore a dieci e non superiore a quindici; 8) eleggere il Presidente della Repubblica tra le Personalità, individuate dal Parlamento, estranee alla militanza nei Partiti, che abbiano dato prestigio alla Patria nel campo della cultura umanistica, scientifica, letteraria e artistica; 9) eleggere i Giudici Costituzionali a mezzo di una Conferenza Nazionale dei rappresentanti delle Università Statali e Libere, del Consiglio Nazionale Forense e dei Dottori Commercialisti; 10) fissare al trenta per cento l’aliquota massima applicabile sul reddito netto, tassabile, delle persone fisiche e giuridiche, nel rispetto della principio di progressività delle imposte; 11) eliminare le sovrimposte e le addizionali; 12) applicare le aliquote relative alla imposizione indiretta sui consumi e sui trasferimenti con salvaguardia dei beni vitali dell’esistenza; 13) unificare le giurisdizioni: ordinaria, amministrativa, contabile e tributaria riservando, nei vari gradi di giurisdizione, una percentuale di posti agli avvocati e dottori commercialisti; 14) sopprimere le Regioni e le Province; 15) unire o fondere i Comuni con popolazione residente inferiore ai ventimila abitanti; 16) istituire, in Aree Metropolitane, Enti Amministrativi Territoriali di coordinamento e raccordo intercomunale delle varie attività locali, da costituire con un numero di Comuni non inferiore a venti e popolazione complessiva non inferiore ad un milione di residenti; 17) attribuire direttamente a tali Enti quote di tributi erariali, accertati e riscossi nei rispettivi territori; 18) istituire una Conferenza Nazionale degli Enti Amministrativi Territoriali, per la valutazione comparativa dell’azione amministrativa e gestione dei servizi nelle varie Aree Metropolitane, con il compito di individuare i procedimenti più idonei a garantire la migliore efficienza ed economicità nei servizi erogati.
    La realizzazione di tale normativa (le cui norme, precettive e programmatiche, andrebbero realizzate per gradi) si rende indispensabile per un reale processo di ristrutturazione e risanamento morale e finanziario degli Organi Costituzionali e della Pubblica Amministrazione che possa permettere la riduzione del DEBITO PUBBLICO entro limiti fisiologicamente accettabili ed eliminare, per quanto possibile, l’attività predatoria di congreghe partitocratiche ormai squalificate.
    BIANCA Francesco Carlo (www.nuovacostituzione.it”)

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