Regolarizzare 600mila clandestini vuol dire premiare chi è arrivato in Italia violando le leggi e penalizzare gli stranieri che non sono arrivati aspettando di poterlo fare a norma di legge attraverso il decreto flussi. È un pessimo segnale. Non è ciò che fa uno Stato serio.
Mag 07
DL maggio, Meloni: Regolarizzare clandestini vuol dire premiare chi arriva in Italia violando le leggi
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18 commenti
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Essere catto-comunista significa violare la legge, qualsiasi legge giusta e civile esista al mondo.
Nessuna meraviglia se il fascismo rosso faccia un tifo sfegatato per chi viola le leggi, per i criminali e i fuorilegge, così simili ad esso.
Esso viola le leggi VOLONTARIAMENTE, perchè vuole portare caos e sporcizia nel mondo.
Ricordate Delrio,Fratoianni e altri sulla nave negriero-razzista anti-italiana ,il loro aperto tradimento pur di andare contro una legge votata in parlamento?
Ma io spero che un giorno paghino per questa ed altre infinite schifezze.
Su questo argomento Giorgia è stato detto moltissimo. Chi vuole questo non fa altro che dare un ulteriore colpo all’economia italiana. Usano contemporaneamente tutti i mezzi che procedono in tal senso . Io non so se esiste un reato per chi vuole la nostra morte sua economica che sociale, ma sta di fatto che è arrivato il monelleria impedirlo. Tutti a casa. Una buona giornata.
Filippo
No monelleria sostituire con – momento per
Grazie ma non intendo più ricevere questi Flash notiziari. Già patisco l’indifferenza delle sfere politiche operative, non ho più capacità di sopportazione.
Buon lavoro a voi.
Con questo governo vorrebbero gestire questo stato civile,noi italiani fuori all’estero se non avevi delle credenziali ai fini di lavoro non ti facevano entrare.la nostra societa che si crede evoluta comportandosi così facciamo una figura da miserabili davanti al mondo.ecco perché il mondo ci tratta così!!!!! Giorgia faccia vedere il buonsenso nel governare bene un bel stato com’e l’italia
LA COSTITUZIONE DEGLI ITALIANI
Le riforme necessarie per modernizzare e moralizzare l’ Italia
Settima Edizione
2005-2018
Ancora nell’anno 2018, la situazione politico-istituzionale continua a esasperare il conflitto sociale a causa delle mancate riforme, annunciate e mai attuate; intanto, il debito pubblico ha superato i 2000 miliardi di Euro, toccando la percentuale del 132,6 del Prodotto interno Lordo, mentre la spesa aumenta, alimentata dai privilegi di cui continuano a godere i politicanti, che si foraggiano a tutti i livelli, fino ai gruppuscoli a carattere familiare.
Lo sforzo di qualche uomo politico e la rara Stampa, che si danno carico del disagio in cui versa la Comunità Nazionale, non riescono a smuovere i mestieranti dalla posizione in cui si sono arroccati; mentre le incertezze ideologiche e la mancanza di senso morale impediscono sbocchi risolutivi verso un radicale, nuovo assetto dello Stato, idoneo a risvegliare nella Comunità Nazionale quel senso di idealità, degno di una Nazione civile.
Da tale premessa discende l’urgenza di promuovere un Secondo Umanesimo il quale , riaffermato il ruolo centrale della Persona Umana nel contesto sociale , permetta alla Comunità di riappropriarsi della Sovranità di cui da tempo risulta surrettiziamente spogliata; sovranità che ha il diritto di esprimere non solo per mezzo della rappresentanza “partitico- elettiva”, la quale, per propria natura, non può che interpretare e tutelare i bisogni e gli interessi settoriali delle contrapposte categorie sociali, peraltro collocati in un contingente e limitato orizzonte temporale, ma anche per mezzo della rappresentanza “qualitativa-selettiva”, la quale, invece, anch’essa per propria natura, è portata ad interpretare bisogni e interessi generali collocati in un più vasto e duraturo orizzonte temporale, date le finalità di tutela del patrimonio morale, culturale e materiale del Paese, le cui radici affondano nella continuità della sua storia.
A questo punto è necessario prendere atto che con il miserevole tramonto delle ideologie, fale e bugiarde, l’organizzazione dello Stato, quale strumento di proiezione materiale della Comunità, non è più soltanto un fatto ideologico quanto, piuttosto, una necessità tecnico-giuridica, funzionale ai fini dell’auspicata giustizia sociale senza la quale ci attende il baratro del fallimento.
In conclusione, la rappresentanza politica non può più essere attribuita ai soli Partiti in modo monopolistico, (peraltro, giuridicamente assimilati a semplici associazioni di fatto a livello di squadrette calcistiche di borgata), ma anche alle Organizzazioni Laiche, produttive di beni e di servizi, più qualificate per le loro specificità professionali a concorrere in modo concreto e incisivo all’elaborazione e approvazione di progetti di riforma che corrispondano ai reali interessi dei cittadini.
In concreto
sul piano dell’Organizzazione dello Stato
realizzare:
1) la riduzione del numero dei membri di tutte le Assemblee Elettive, politiche e amministrative, con l’attiva partecipazione in tali Consessi di qualificati cittadini, estranei alla militanza nei partiti, idonei a conferire una più convincente legittimità ai procedimenti di formazione della volontà popolare; 2) l’attribuzione della personalità giuridica di diritto privato alle formazioni politiche che intendano partecipare alle tornate elettorali; 3) l’ineleggibilità alle cariche elettive di coloro che, in via definitiva, siano stati condannati per delitto doloso a una pena non inferiore a due anni; 4) l’ineleggibilità alle cariche elettive, fino ai due anni successivi all’effettiva cessazione delle funzioni e risoluzione del rapporto di lavoro dei cittadini che rivestano cariche pubbliche di particolare importanza e visibilità; 4) l’equiparazione della normativa economica e previdenziale dei membri delle Assemblee elettive a quella comune in materia di lavoro subordinato, comunque assoggettabile alla iniziativa referendaria, abrogativa, con l’eliminazione di qualsiasi finanziamento pubblico ai Partiti; 5) l’istituzione di un Parlamento, monocamerale, formato da trecento membri: duecento, eletti dal Popolo per due sole legislature, e cento, designati dagli Ordini e Associazioni professionali per una sola legislatura ; 6) l’applicazione al trenta per cento dell’aliquota massima sul reddito netto, tassabile, delle persone fi-
siche e giuridiche, nel rispetto del principio di progressività dell’imposte, con la salvaguardia dei beni vitali dell’esistenza nei settori dell’imposizione indiretta sui consumi e sui trasferimenti; 7) l’assoggettamento ad aliquote speciali dei profitti derivanti da attività speculative; 8) l’eliminazione delle sovraimposte e delle addizionali su qualsiasi forma d’imposizione fiscale; 9) l’attribuzione al Primo Ministro, Capo dell’Esecutivo, dell’intera responsabilità politica nell’azione di governo, con poteri di nomina e di revoca dei propri ministri, di numero non inferiore a dieci e non superiore a quindici; 10) l’istituzione della figura di un “Capo della Opposizione” e di un suo “governo ombra”; 11) l’individuazione da parte del Presidente della Repubblica tra le Personalità, estranee alla militanza nei Partiti, che abbiano acquistato meriti per aver dato lustro alla Patria nel campo umanistico, scientifico, letterario e artistico; 12) la riorganizzazione della Pubblica amministrazione in cui il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, dismesse le funzioni di giudici speciali, svolgano, il primo, funzioni di Consulenza e di Alta Dirigenza nell’Amministrazione della Cosa Pubblica e il secondo, funzioni di Supremo Organo di controllo, preventivo e successivo, di legittimità e di merito, sugli atti che comportino spese a carico degli Enti Pubblici e di quegli Enti privati che, a qualsiasi titolo, amministrino beni o denaro pubblico;
sul piano della Giustizia
realizzare:
13) l’unificazione delle giurisdizioni: ordinaria, amministrativa, contabile, tributaria, e l’istituzione di un Ordine Giudiziario costituito dalla sola Magistratura Giudicante; 14) l’immissione, nei vari gradi di giurisdizione, di giudici e pubblici ministeri reclutati tra gli avvocati e i dottori commercialisti; 15) l’istituzione del Promotore di Giustizia, Pubblico ministero, quale rappresentante della Comunità Nazionale per la proposizione dei giudizi di responsabilità a carico dei magistrati e dei pubblici ministeri; 16) l’attribuzione all’Avvocatura dello Stato di nuove competenze in materia di consulenza, assistenza e rappresentanza in giudizio; 17) l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale a mezzo di una Conferenza Nazionale delle Università Statali e Libere, degli Ordini Nazionali Forensi e dei Commercialisti tra le Personalità Eminenti dei suddetti Ordini, estranei alla militanza nei Partiti;
sul piano dell’Amministrazione Locale
realizzare:
18) la soppressione delle Regioni, delle Province, la fusione o unione dei Comuni con popolazione residente inferiore ai ventimila abitanti; 19) l’istituzione, quali Enti di Coordinamento e di raccordo intercomunale delle varie attività locali, di Conferenze Permanenti in Aree Territoriali Metropolitane che abbiano un numero di Comuni non inferiore a venti e di abitanti non inferiore ad un milione; 20) l’attuazione del federalismo fiscale, mediante l’attribuzione diretta a ciascuna Area Territoriale Metropolitana, di quote di tributi erariali, accertati e riscossi nel rispettivo territorio; 20) l’istituzione di una Conferenza Nazionale Permanente delle Aree Territoriali Metropolitane per la valutazione comparativa dell’azione amministrativa e gestione dei servizi nelle varie Aree e il compito di individuare i procedimenti più idonei a garantire le migliore efficienza ed economicità dei servizi erogati.
La realizzazione di tale normativa si rende ormai indispensabile per un reale processo di risanamento, morale e finanziario, che possa permettere di ridurre il debito pubblico entro limiti fisiologicamente accettabili ed eliminare, per quanto possibile, l’attività predatoria di congreghe partito- cratiche, da tempo squalificate.
Francesco Carlo BIANCA
Tra poco saremo noi iclandestini!
Scusa Giorgia, come pretendi di avere uno Stato “serio” se al ministero della Giustizia c’è Alfonso Bonafede, alioas “fofo-dj”, se al Ministero degli Esteri c’è lex “bibitaro” dello stadio San Paolo di Napoli, se portavoce del Presidente del Consiglio c’è l’ex Grande Fratello 1, se uno dei Deputati stellini o grillini facelùva l’animatore di villaggio turistico?
Eppoi gli altri… comunisti ottimisti illusi, grllini bugiardi, Renzi…
Regolarizzare chi??? Cosa? Ma de che!!!
Sto governo passa da una
caz …..all’altra, e frega tutti, con mestiere e furbizia, sposta l’attenzione dalla propria incapacità, creando casi a cui tutti si devono obbligatoriamente
Concentrare e rispondere, così facendo, l’attenzione viene spostata, diluita,ad arte….
Ma si, regolarizzateli,6,600,600000 mila,e metteteli pure a sostituire questi signori, magari fanno meno danno.
Ovviamente, resto dell’idea iniziale,
Regolarizzare chi??? Ma de che!!!
Buffoni.
Ma quando si scende per le strade? E si da Chiara indicazione che la festa è finita????
Mandiamo a lavorare i redditi di cittadinanza, se manca manodopera,
L’Italia è un paese serio governato purtroppo da un governo insignificante e ridicolo.
MAUREN D’OHARA o TERESA VILLANOVA ?
Sembra di rivivere il clima di <> o della la <> o di qualche altro film di anni fa, incentrato sullo schiavismo dei negri presi in Africa e condotti schiavi in America a raccogliere il cotone nelle sterminate piantagioni. E ciò perché il Ministro dell’Agricoltura Bellanova, dichiarando che in Italia mancherebbe <>, soprattutto nelle campagne, dove i raccolti – a suo dire – rischierebbero di …….non essere raccolti, ha lanciato la formidabile e strepitosa idea di servirsi – per la raccolta dei pomodori e di quant’altro- dei migranti, quelli che già comunque sono presenti n Italia e che già così da anni verrebbero utilizzati in agricoltura, anzi sfruttati perché – come la Villanova dice – lavorerebbero ln nero e a condizioni miserabili; migranti che peraltro oggi rispetto alle attuali necessità di lavoro nei campi sarebbe diventati – a dire sempre della Ministra, ma senza spiegare perché – numericamente insufficienti. E, per risolvere questi problemi agricoli appunto con i migranti, si dovrebbe fare – secondo la Ministra,anche qui senza spiegarne il motivo – sic et simpliciter la loro <> (visto che in massima parte, come essa ammette, i migranti sono irregolari, cioè sono presenti in Italia illegittimamente, quindi sono “clandestini”, affermazione questa che, quando la fa Salvini, attira l’accusa di essere razzista, nazista, fascista, omofobo, xenofobo , ecc ecc). Ma in tutto ciò ci sono alcune cose che proprio non capisco. Anzitutto, non mi è affatto chiara proprio la premessa e cioè il fatto generale che in Italia non ci sarebbe <>. Ma come? L’istituzione del <> sconta il sottinteso che la <> in realtà c’è (almeno potenziale ed autoctona cioè formata da italiani), salvo che i potenziali lavoratori – ora disoccupati – non conoscono (poverini) le pur esistenti occasioni di lavoro, per cui occorre che persone esperte gliele prospettino . E invece ora viene detto dalla Ministra che la <> – almeno in agricoltura – non c’è, per cui – per riuscire ad averla – occorrerebbe appunto rivolgersi agli stranieri, il che indiscutibilmente è contraddittorio. Inoltre, altra cosa che proprio – per quanto mi sforzi non capisco – è perché il lavoro almeno in agricoltura – se dunque ci sarebbe e necessiterebbe di essere lavorato – invece che richiederlo agli stranieri, non venga invece proposto appunto a quei disoccupati che hanno fatto richiesta del reddito di cittadinanza e che – mentre appunto percepiscono tale reddito – stanno aspettando ansiosamente – seduti comodamente sul divano di casa – che un qualche lavoro venga loro prospettato dagli esperti. Utilizzando peraltro per ì lavori agricoli proprio i percettori di reddito di cittadinanza come peraltro ha suggerito la MELONI), si avrebbero i seguenti oggettivi vantaggi : da una parte si realizzerebbe a pieno il fine dell’istituzione del reddito stesso (far lavorare chi è disoccupato, che sarebbe tale, come ricordato, perché – poverino – non sa dove sta il lavoro e aspetta che qualcuno più bravo glielo dica); e nel contempo si risparmierebbero i redditi di quei percettori del reddito in parola che venissero utilizzati – al posto dunque degli stranieri e senza bisogno di una regolarizzazione di quest’ultimi, cosa politicamente e praticamente molto problematica – appunto nell’agricoltura dove c’è, come detto, tanto bisogno di manodopera. A tale proposta si oppone la solita obiezione secondo cui i lavori agricoli in via generale sarebbero quelli – perchè scomodi – che gli italiani non gradirebbero più fare e che non si può certo introdurre in Italia il lavoro forzato. A tal riguardo c’è però da controbattere che i disoccupati – percettori di reddito di cittadinanza – non potrebbero certo rifiutare in partenza un lavoro sol perché agricolo e scomodo In effetti, il lavoro non è solo un >, ma è – in primis – un <>, anche se tutti quelli e soprattutto quelli che si occupano di lavoro se lo dimenticano, dovere il cui assolvimento è titolo esclusivo per partecipare alla collettività come membro attivo e fattivo, insomma è l’unico titolo nobiliare che lo Stato attuale riconosce. La Costituzione dopo aver detto che (art 1) l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, che (art 3) i lavoratori partecipano all’organizzazione politica economica e sociale del Paese, che (art 4) a tutti i cittadini è riconosciuto il <> al lavoro, aggiunge – particolare vitale ma sempre trascurato – che tutti hanno il <> di svolgere un’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società. cioè in pratica di fare comunque un qualche lavoro. In sostanza, coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza (pagato ovviamente da coloro che lavorano, non è che venga dal cielo) e lo percepiscono perché hanno detto che non hanno un lavoro e che vogliono invece lavorare, non potrebbero poi legittimamente rifiutare il lavoro nei campi (e poi magari pretendere di votare e di partecipare alla vita della collettività e goderne tutti i benefici, percorrere le strade, avere l’illuminazione pubblica, utilizzare i servizi sanitari, avere assistenza sociale ecc ecc tutte cose che ci sono perché dipendono dal lavoro e dall’impegno di altri, mentre loro si limitano solo a fruirne gratuitamente senza dar nulla in cambio) Quindi, prima di pensare di utilizzare gli stranieri, non si può affatto prescindere dalla possibilità ed anzi dalla necessità – lo ricordi anzi lo sappia la Bellanova, che forse tante cose (poverina) non le sa – di utilizzare la massa di coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza e che – mentre lo percepiscono gratis et amore Dei – aspettano che un qualche lavoro gli venga servito a domicilio (come la pizza), mentre normalmente – è bene ricordare – chi lavora il lavoro se l’è trovato per conto suo, all’uopo scomodandosi un po’ (come ha fatto chi ora scrive, suo padre, suo nonno e suo figlio) Altra cosa che non capisco è perché, per utilizzare correttamente – cioè con giuste paghe e con i contributi versati – nei lavori agricoli i migranti (cosa che per quanto detto, sarebbe comunque solo un’ultimissima opzione, visto la gran quantità di percettori di reddito di cittadinanza e quindi- come appena detto – di potenziali lavoratori agricoli), bisognerebbe però prima “regolarizzarli”. A parte che ciò vorrebbe dire – come già osservato – ammettere (ma con che faccia !!!) che i migranti in via generale sono clandestini (cioè truffatori che millantano false ragioni per le quali sarebbero scappati da niente) PERCHE’ OCCOREREBBE REGOLARIZZARLI ? Infatti, che cosa manca ai migranti, anche se irregolari, per poter ricevere – finchè sono in Italia e finchè lavorano – una paga normale e per veder corrisposti i contributi necessari a pensione ? Niente, ovviamente. In effetti, chi impedisce allo Stato di sguinzagliare i suoi ispettori del lavoro nelle campagne e passare al setaccio tutti gli imprenditori agricoli , bloccando – su un’evidenza materiale non occultabile e nei confronti di qualsiasi lavoratore, italiano o straniero e, se straniero, regolare o irregolare – evasioni retributive e previdenziali ? In tal modo cioè provvedendo semplicemente ad applicare le leggi sul lavoro, se la situazione nelle campagne è quella che è, arrivare a sanarla – rapidamente e semplicemente – non sarebbe affatto un problema. Né è possibile lasciare intatta questa imponente massa di evasione ed elusione (lo Stati allora dov’è ?) e limitarsi a evitarne le conseguenze pratiche, utilizzando per i lavori agricoli comunque gli stranieri – quelli già presenti e, si fa capire anche gli altri che verranno – ed all’uopo – ma senza peraltro, come detto, una ragione – andandoli a regolarizzare, in questo caso sì creando un problema ed enorme, politico sociale ed economico; E poi viene naturale una domanda : ammesso e non concesso che i migranti si andassero – comunque, come precisato, senza alcun bisogno di farlo – a regolarizzare, che si farebbe poi della situazione di larga illegittimità retributiva e contributiva che – dice la Ministra – esisterebbe nelle campagne? Cioè lo Stato andrebbe o no finalmente ad imporre la legge nelle campagne, sanzionando chi usa manodopera in nero e senza contributi ? Certamente la Ministra risponderebbe che verrebbe senz’altro imposta la legge (anche se la legge avrebbe dovuto essere sempre imposta e non aspettare di farlo quando e perché l’illegittimità opera a danno di stranieri). Ma allora PERCHE’ – vivaddio – NON COMINCIAMO PROPRIO DA QUESTO ? Eh no : se si facesse così verrebbe meno la ragione – o meglio il pretesto, diciamola tutta – per la regolarizzazione !!!! E qui casca….l’asino…..no, la Ministra !
L’iniziativa della Bellanova non sembra abbia dunque – dobbiamo concludere – ragioni vere. Lo scopo reale è solo e sempre quello – di bassa politica – di far entrare in Italia il più possibile stranieri, da strumentalizzare economicamente (come forza lavoro a basso costo e come fonte di guadagno, perché ognuno di loro rende almeno 35 euro al giorno) e politicamente (perché i migranti,allorchè voteranno, lo faranno chiaramente a favore di chi gli ha aperto le porte anzi i porti).
E poi , non si può non osservare che la Ministra con la sua iniziativa – mascherata dalla falsa giustificazione di avere una <> per le necessità dei campi – spinge di fatto a premiare gli stranieri che sono arrivati in Italia irregolarmente ed inoltre ad indurre altri ed altri ancora a fare la stessa cosa…….. Altro che invasione : saremo l- aggiungendosi poi lo <> – letteralmente sommersi !!! In ultimo : perché dunque – secondo la Ministra – si prenderebbe questa iniziativa di favore per i migranti ? Per raccogliere patate e pomodori !!! Così come una volta in America si utilizzavano i negri per raccogliere il cotone !!! La Ministra insomma mostra di muoversi (apparentemente a parte le cennate sottostanti ragioni politiche) con l’ottica commerciale ed utilitaristica con cui una volta si muovevano i negrieri schiavisti. Altro che la sempre e da tutti i buonisti sbandierata umanità, solidarietà, cristianità ecc. Che caduta di stile !!!! Almeno il Papa, che non perde il vizietto di occuparsi dei fatti nostri, giustifica l’iniziativa della Bellanova, parlando (come leggo) della necessità di <> (necessità che però – a dir la verità – varrebbe per tutti e sempre, non solo ora e nei confronti dei migranti) Al che però non possiamo non osservare –sommessamente e, certo, in via generale – che il fatto di richiamare qualsiasi valore, anche il più ideale, solo e soltanto e perché riguarda chi ha la pelle scura……….beh, voi – sinceramente – come la chiamate questa cosa ? La Bellanova – per terrorizzarci – ha minacciato che …..se non si dà corso alla sua iniziativa……si dimetterà. Pazienza, me ne farò una ragione. Certo non mi taglierò le vene. Anzi, non è una cattiva idea : La Bellanova, una volta dimessa, potrà tornare a fare la bracciante, come faceva all’inizio; e forse lì farà meglio !
E’ una vergogna, Che vadano a lavorare quelli che prendono il reddito di cittadinanza, se si rifiutano gli si toglie il reddito e tutti gli altri aiuti a questi fannulloni, mangia pane a tradimento…………..
L’idea di regolarizzare gli immigrati e’ solo un modo per darsi importanza politica.Minacciano dimissioni o delegittimazioni ,ma poi……niente. Sanno di aver pescato il jolly della vita,che gli da’ molto più di quello che meritano. Forse che questo ministro crede che i coltivatori che hanno pagato 3 euro l’ora per la raccolta ,oggi dopo il coronavirus possano pagarne 7 ??
È questo l’aiuto che il ministro da agli agricoltori ?
Finirà che buana parte dei raccolti marcirà nei campi e i prezzi di frutta e verdura saliranno alle stelle. E poi , oggi vogliono regolarizzare 600 Mila immigrati ,perché in Italia ci sono 4 milioni di irregolari , domani quanti ne vorranno regolarizzare visto che gli irregolari aumentano di circa 1000 al giorno ?
LIBERIAMOCI DI QUESTA GENTE AL PIÙ PRESTO
LA VERITA’ E’ SEMPLICE. FARE ENTRARE MASSE DI COSIDDETTI MIGRANTI. CHIAMARLI TUTTI “PROFUGHI” O “RIFUGIATI” ANCHE SE LA GRANDE MAGGIORANZA NON LO E’. PAPPARSI I SOLDI CHE I MIGRANTI COSIDDETTI VERSANO AI LORO TRAGHETTATORE SCAFISTI E CRIMINALI. PIGLIARSI I SOLDI PER LA ASSISTENZA, VERSATI DAL CONTRIBUENTE ITALIANO. METTERE IN STAND BY LE PRATICHE, QUELLE PER LA ESPULSIONE DEI CLANDESTINI, CHE OVVIAMENTE PRESENTANO RICORSO. IMPEGNARE SOTTOCOSTO I “MIGRANTI” RISPETTO AGLI ITALIANI. AVVIARE LE PROCEDURE PER LA REGOLARIZZAZIONE, ABBASSANDO IL COSTO DEL LAVORO PER TUTTI. ITALIANI E STRANIERI VIA VIA SULLO STESSO LIVELLO ECONOMICO. E AVVIARE I PASSI PER I DIRITTI DI CITTADINANZA… INCLUSO QUELLO DI VOTARE? UN PARTITO, INDOVINATE QUALE, SI PREPARA A MIETERE CONSENSI…
Buongiorno. Il dono della sintesi è di pochi, come la trasparenza nel firmarsi!! Passiamo all’oggetto: ieri tg3 interista coltivatore romano con 300 ettari di piantagioni: secondo lei è giusto indirizzare gli italiani con reddito di cittadinanza al lavoro nei vostri campi? Risposta: no, non sarebbero capaci, meglio regolarizzare. Da rifletterci su!!!!
Buongiorno ragazzi bla bla bla bla bla bla prima di raccontare stronzate cercate di capire sono anche un imprenditore agricolo il problema che si può chiedere agli Italiani con reddito di cittadinanza su base volontaria e capacità…ma non basta …lavorare nei campi vuol dire veramente farsi il culo …richiede molti sacrifici gli Italiani non vogliono farlo più e credo che sono pochi disposti a farlo finale della storia…se non si lascia lavorare gli agricoltori nell’arco max di un anno ci saranno problemi di approvvigionamento alla grande distribuzione pertanto regolarizziamo gli immigrati questo non vuol dire per forza che saranno Italiani
Chi ha il rdc DEVE andare nei campi.o aiuti o ti tolgo il rdc.fine dei discorsi.ti pago ma se c è bisogno tu aiuti.meno buonismo di sinistra e più giustizia ti piace essere pagatox stare a casa?e no…ora quel sussidio te lo guadagni..basta schiavi steanieri.perche’ questo sono :SCHIAVI.