IN UN’INTERVISTA COME NON NE HA MAI RILASCIATE PRIMA, LA PREMIER FA UN BILANCIO IN TOTALE TRASPARENZA E CON LO STILE DIRETTO CHE LA CARATTERIZZA. DAI TEMI POLITICI (LE RIFORME) ALLA VITA PERSONALE («SONO UNA MAMMA SINGLE, MA CON ANDREA HO MANTENUTO UN BUON RAPPORTO »), FINO AI PUNTI PIÙ SCOTTANTI (LA RAI, IL CONFRONTO CON L’OPPOSIZIONE E CON UNA CERTA STAMPA).
di Giulia Cerasoli
Il viaggio in Cina, il veloce saluto agli atleti italiani alle Olimpiadi di Parigi (con inatteso bilaterale con il presidente Macron) e il ritorno con la figlia a Roma prima della breve pausa estiva. La premier Giorgia Meloni ci ha concesso anche quest’estate il suo personalissimo bilancio di un altro anno da premier e da donna, impegnata nel governo del Paese, come leader politico, ma anche nel difficile mestiere di madre.
Domanda. L’immagine di Giorgia Meloni che scende la scaletta dell’aereo di Stato atterrato a Pechino, tenendo per mano Ginevra con le treccine, è già storia. Lei è una premier spesso in viaggio per il mondo con la figlia. E questo ha suscitato polemiche. Ma non è una rivoluzione?
Risposta. «La missione in Cina era un passaggio necessario, per varie ragioni. Aprire una nuova fase dei nostri rapporti bilaterali, con l’obiettivo prioritario di riequilibrarli. Tra Italia e Cina ci sono circa 67 miliardi di euro di interscambio, ma le importazioni di prodotti cinesi superano di gran lunga le nostre esportazioni nel grande Paese asiatico. Per non parlare degli investimenti: le aziende cinesi investono in Italia un terzo di quanto quelle italiane investano in Cina, segno che la strategia seguita finora dai precedenti governi non era quella migliore. Abbiamo firmato una serie di intese che hanno come principale obiettivo aprire il mercato cinese alle imprese italiane e favorire gli investimenti cinesi in Italia. Inoltre, la Cina è un interlocutore indispensabile per molte delle sfide globali aperte: la pace in Ucraina e in Medio Oriente, l’impatto dell’intelligenza artificiale soprattutto nel mercato del lavoro, il cambiamento climatico, il ruolo dell’Africa. Tutte questioni sulle quali mi sono confrontata con il Presidente cinese Xi Jinping in modo franco e leale. Il fatto che io sia arrivata con Ginevra in Cina, scendendo mano nella mano dall’aereo, ha fatto molto discutere. Non ne capisco la ragione, francamente. Tra viaggi e impegni sono stata via quasi una settimana, secondo chi critica tutto ciò, avrei dovuto lasciare mia figlia a casa, magari a casa di amici? Mi fa sorridere che certe persone si ritengano moralmente così superiori da poter insegnare a una madre come crescere la propria figlia. Io invece penso che ogni mamma sappia cosa sia meglio per la sua prole e debba scegliere in libertà. Ma c’è di più, è anche una sfida culturale che riguarda tutte le donne: penso che se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro. Sulla carta, fare un lavoro importante e dimostrare che si possono anche crescere dei figli non dovrebbe essere una rivoluzione, ma in questa società che spesso usa i figli per impedirti di raggiungere i tuoi traguardi probabilmente lo è».
D. Il suo personale bilancio di un anno complicato e i suoi obiettivi autunnali?
R. «Il mio bilancio personale è che non avrei potuto fare di più. Tanto che quest’anno penso di dovermi imporre qualche giorno di riposo, più del solito. Quello politico è che stiamo risolvendo molti problemi,
ma molti altri vanno ancora risolti. Sono soddisfatta, perora, dei risultati, e questo mi portaa voler andare avanti con ancora maggiore determinazione: avevo promesso che avrei lasciato l’Italia in condizioni migliori di come l’avevo trovata e questo obiettivo finora l’ho raggiunto. L’Italia oggi è più stabile, più centrale, più rispettata nel mondo. La sua crescita è superiore a quella degli altri principali Paesi europei, abbiamo raggiunto il massimo storico di occupazione e abbiamo l’inflazione più bassa tra i Paesi del G7. Gli sbarchi di immigrati irregolari sono a meno 60% rispetto all’anno precedente e abbiamo avviato riforme attese da decenni. Quella sul premierato, quella della giustizia, l’autonomia differenziata, la riforma del fisco che era attesa da cinquant’anni. Tutte riforme contro le quali le forze che vogliono conservare lo status quo, ovvero i loro privilegi, stanno mettendo in campo una opposizione feroce. Penso che gli italiani capiscano il perché. Quando abbiamo vinto le elezioni europee ho detto che per me quella vittoria era più importante e più bella di quella che mi ha portato a Palazzo Chigi. Lo confermo. Ottenere quel consenso, dopo quasi due anni di governo in una situazione impossibile, dovendo fare scelte difficili, significa che gli italiani capiscono la situazione molto più di quanto certa politica creda. Sanno che, come accade in qualsiasi famiglia, a volte devi fare delle scelte non semplici, ma sanno riconoscere se lo fai per te stesso o per il bene della Nazione. Capiscono se ce la metti tutta o no, se sei in buona fede o no, se si possono fidare o no. Per me questa è stata la risposta più importante di tutte. Quindi, per parlare degli obiettivi autunnali, bisogna andare avanti. Ci sono altre riforme che mancano, a partire da quella della burocrazia, che è fondamentale permettere le imprese in condizione di lavorare e produrre al meglio e dare ai cittadini servizi più efficienti».
D. Quasi un anno da mamma single. Con una figlia che cresce e che fa domande. Come è riuscita a risolvere tutto ciò? Come è andata in Cina, cosa faceva Ginevra? Cosa le è piaciuto di più?
R. «Risolvere è un parolone. Con i figli non sai mai se stai facendo la scelta giusta. Essere genitori è un mestiere a cui nessuno sente di essere preparato, anche se in fondo tutti lo siamo. Ci facciamo domande, ci sentiamo eternamente in colpa, e i bambini, nella loro ingenuità, sono in grado di dirti con semplicità la frase che ti rende felice come nient’altro al mondo e quella che ti distrugge. Anche Ginevra è così. Quando con Andrea ci siamo separati non è stato facile neanche per lei, ovviamente. È legatissima a entrambi. Con noi a lungo ha fatto finta di nulla, ma io so che piangeva quando non la vedevamo. Mi ha fatto venire il cuore come una nocciolina. Fortunatamente, io e Andrea, che rimane il padre migliore che potessi desiderare per mia figlia, abbiamo mantenuto un buon rapporto. Quando possiamo passiamo del tempo insieme con Ginevra. Penso sia importante far capire ai bambini che una separazione non debba scatenare per forza un conflitto tra i genitori e che i figli non debbano essere costretti a scegliere tra mamma e papà. Non è sempre facile, mi rendo conto, ma quando è possibile è utile farlo. Faremo tutti e tre anche qualche giorno di vacanza insieme con un gruppo di amici e i lori figli. Per Ginevra. Ma anche perché siamo ancora amici e ci vogliamo bene. Entrambi vediamo quanto lei sia felice quando non si deve dividere tra l’uno e l’altra, e anche se la nostra separazione è definitiva, passeremo sempre del tempo felice insieme, come fanno molte altre famiglie con genitori separati. Per quello che riguarda la Cina, a Ginevra è piaciuta molto. Nella sua classe c’è una bambina cinese alla quale è molto legata, che era in Cina per le vacanze. Quindi era contentissima di vedere Chloe dall’altra parte del mondo. In generale, quando la porto all’estero, lei privilegia gli zoo o gli acquari. Non sono mai riuscita ad accompagnarla in giro personalmente, e la cosa la fa soffrire, ma fare tutte queste esperienze resta comunque per lei un privilegio, e mi auguro che possa esserne consapevole, un giorno».
D. Quali sono le domande più frequenti che le fa sua figlia? Ha consapevolezza del suo lavoro?
R. «La domanda più frequente che mi fa Ginevra è: “Mamma, perché hai scelto questo lavoro?”. Credo che capisca a grandi linee che quello che faccio è importante, ma non abbastanza da considerare giusto che quel lavoro mi tolga il tempo da passare con lei. Di ritorno dalla Cina mi ha scritto un biglietto nel quale mi diceva che ogni volta che spegne le candeline esprime il desiderio di passare più tempo con me. Mi ha fatto sentire molto in colpa. Di solito si dice che non sia una questione di quantità del tempo che passi con i figli, ma di qualità. Io penso che sia vero in astratto, ma non nel concreto. I bambini vogliono, giustamente, che tu ci sia quando accade qualcosa che li emoziona, perché la felicità ha bisogno di essere condivisa. Il problema è che non puoi sapere cosa, e quando, li emozionerà. Io ho perso e perdo la maggior parte delle emozioni di Ginevra. Non ci posso fare molto, ma so che è così. Posso solo sperare che riesca a essere fiera di me, nonostante tutto ciò che le ho sottratto».
D. Come si trova nella nuova casa?
R. «Mi trovo bene. Quando ho capito che i miei margini di vita privata erano così ridotti, ho deciso di spendere tutti i soldi che avevo messo da parte, e accendere un mutuo, per comprarmi una casa nella quale poter passare il pochissimo tempo libero che ho anche con i miei amici senza sentirmi un concorrente del Grande fratello. Calcoli che dal giorno in cui ho vinto le elezioni, ogni fine settimana, e in alcuni periodi ogni giorno, sotto casa mia stazionano uno, due, cinque paparazzi pronti a seguirmi ovunque vada. Siamo agli inizi d’agosto e in questa estate ho fatto un unico giorno di mare. Le foto erano in copertina. Forse non dovrei lamentarmene con voi, ma è una cosa che mi mette a disagio. Sono sempre stata, e sono, una persona spontanea, immediata, semplice. Sapere che su qualsiasi gesto si possa costruire una potenziale notizia è una cosa che non mi fa stare serena. Quindi ormai esco pochissimo, fuori dal mio lavoro. Quando ho del tempo libero preferisco passarlo in casa. Per questo ho investito tutto quello che avevo nella casa nuova».
D. Come sta Giorgia? È riuscita a ritrovare la serenità dopo un anno molto complicato anche privatamente?
R. «Ho pensato spesso, in questi due anni, che Giorgia e il presidente del Consiglio fossero sostanzialmente incompatibili. Ma sono serena, concentrata, determinata. Comprendo perfettamente la responsabilità che il mio ruolo comporta e non deluderò chi ha creduto in me. Alcuni mi dicono “Non rinunciare a tutto, non ne vale la pena, pensa a te”, ma io credo che ne valga la pena eccome. Lo vedo dalle reazioni scomposte di quelli che hanno spolpato questa Nazione. Mi dico che se sono così furiosi, così cattivi, allora vuol dire che stiamo centrando il punto. E che con determinazione e coraggio possiamo davvero dare a questa Nazione il futuro che merita, un tempo che finora le è stato negato. Comunque vada, per me la cosa più importante rimane sapere che ho cercato di fare tutto quello che era necessario, e possibile».
D. La sua frase «Non serve fare questa vita se non si possono cambiare le cose» è ancora valida?
R. «Lo confermo. Se rinunci a tutto devi sapere che lo fai per qualcosa che è più importante di te. Poterti guardare indietro, alla fine di questi giorni, e dirti che hai fatto la tua parte. Dimostrare che le cose possono cambiare. Che non è vero che i politici sono tutti uguali. Dimostrare il valore che ha questa Nazione, la sua gente, le sue imprese e i suoi lavoratori, le sue eccellenze e i suoi prodotti. Vedere l’Italia tornare sulla vetta, essere rispettata, ricercata, ascoltata. Questo non ha prezzo, per me. Non ha prezzo quando le persone mi dicono “finalmente mi sento fiero di essere italiano”, non solo per la soddisfazione personale, ma perché un popolo fiero è un popolo che non si preoccupa più solo di se stesso, ma anche di come, ciascuno nel suo ambito, rappresenta la Nazione. L’orgoglio è la rivoluzione principale che serve all’Italia».
D. I suoi alleati vengono descritti come litigiosi: come si gestiscono queste tensioni continue?
R. «Le presunte tensioni continue sono una invenzione di certa stampa. Sa quante volte mi sono svegliata e ho letto sui giornali ricostruzioni di cose che avrei detto e fatto totalmente inventate? Ho smesso di leggere i quotidiani per questo, perché ho capito che molti di questi articoli erano scritti non per raccontare un fatto, ma per determinarne uno. Io, Matteo (Salvini, ndr) e Antonio (Tajani) ormai ci scherziamo su. Poi, certo, ogni partito ha le sue sfumature e le sue posizioni, ed è normale, anzi utile, altrimenti non avrebbe senso avere tre partiti e dovremmo farne uno soltanto. Ma finora non c’è mai stata una differenza insormontabile tra noi. E non è un punto di vista. Se si vuole valutare la compattezza di una maggioranza c’è un solo metodo oggettivo per farlo: guardare alla velocità con la quale si prendono le decisioni. Le abbiamo viste le maggioranze composte da gente che si detestava: non riuscivano a prendere decisioni su nulla. Non è il nostro caso: in meno di due anni il nostro governo ha fatto più cose di quante i governi giallo rossi, giallo verdi o arcobaleno ne abbiamo fatte in dieci anni».
D. Marina Berlusconi ha espresso perplessità sulle posizioni del suo partito in tema di diritti civili dove si ritiene più vicina alle scelte della sinistra moderata. Temi che accendono
un dibattito acceso nella maggioranza. Cosa ne pensa?
R. «Una regola importante che ho imparato è che quando si legge un’intervista non bisogna partire dal titolo, ma dal testo, perché le due cose spesso non coincidono, e il testo è più fedele, più argomentato, del titolo. È quello che ho fatto con l’intervista di Marina Berlusconi, il cui tono era molto diverso dal titolo che abbiamo visto rimbalzare. Sono settimane che si cerca di raccontare una sostanziale insofferenza di Marina e Piersilvio Berlusconi verso il governo, ma non è la realtà che vivo io. Ho rapporti con entrambi, stimo entrambi, e non li considero persone ostili. È quello che vorrebbe la sinistra, una delle sue tante speranze che non si realizzeranno. L’obiettivo dell’opposizione che oggi li lusinga è usarli contro di noi, per poi eventualmente usare qualcun altro contro di loro. Lo abbiamo già visto accadere. Ma noi, come Marina e Piersilvio Berlusconi, conosciamo bene questi metodi, perché sono quelli usati anche contro Silvio. La sinistra continui pure a crogiolarsi nelle sue speranze, se li aiuta a sentirsi meglio in questo tempo difficile, ben venga».
D. Dalla sinistra viene spesso accusata di essere una leader donna che non agisce per l’emancipazione delle altre donne. Che cosa ne pensa? Crede che con la sua leadership il cambiamento di mentalità sia già in corso?
R. «Dalla sinistra vengo accusata di qualsiasi cosa. Centenario della Marcia su Roma? È colpa della Meloni. Strage di Bologna? È colpa della Meloni. Naufragio di Cutro? È colpa della Meloni. Femminicidi? È colpa della Meloni. Etc etc. Ormai è una barzelletta, e quello che non capiscono è che le persone di buon senso, anche di sinistra, lo vedono. Detto questo, sulla questione femminile credo che la sinistra non abbia superato lo shock di vedere che è stata la destra ad esprimere la prima donna presidente del Consiglio in Italia. Per loro era inimmaginabile, ma io penso che fosse inevitabile. C’è una differenza sostanziale tra il pensiero conservatore e liberale e quello di sinistra: noi crediamo che il merito venga prima di tutto, loro pensano che le etichette vengano prima di tutto. Risultato: da noi non c’erano preclusioni per alcuno, ma ognuno doveva dimostrare il suo valore e dare il massimo. Da loro le donne hanno spesso pensato che il ruolo ricoperto dovesse essere una concessione di una classe dirigente prevalentemente maschile, o un obbligo imposto attraverso quote rosa. Ma quando pretendi di essere il capo perché lo dicono le quote, non riesci a esercitare la leadership. Ecco perché è sempre stata la destra, e non la sinistra, a esprimere i principali ruoli di leadership femminile. Dopodiché, io non penso che si difendano i diritti delle donne con battaglie tipo farsi chiamare “la presidenta”. Perché se ti chiamano presidenta, o assessora, ma vieni esclusa dal mondo del lavoro perché hai dei figli, temo che la parità sia ancora parecchio lontana. La sfida vera è costruire un mondo nel quale le donne non vengano discriminate perché sono madri, o potenziali madri. È per questo che abbiamo concentrato molte delle poche risorse che avevamo sulle mamme lavoratrici. Uno studio pubblicato da un grande quotidiano calcola che grazie ai nostri provvedimenti una madre lavoratrice riesce ad avere in tasca fino a 5700 euro in più in un anno. L’ Aumento dell’assegno unico, l’ampliamento del congedo parentale, i fringe benefit più alti per i lavoratori con figli, l’asilo gratis per il secondo figlio e soprattutto la decontribuzione per le mamme lavoratrici, servono tutti allo stesso obiettivo: costruire una società nella quale sia vantaggioso assumere una mamma, o una potenziale tale. Assumere una donna che vale perché sai che non comporterà un costo maggiore rispetto a un uomo. Parità di condizioni, e vinca il migliore. Eccola, la rivoluzione».
D. Che cosa pensa di poter fare ancora per le donne, che comunque guadagnano meno degli uomini?
R. «Implementare queste misure, anno dopo anno, e aggiungere altri tasselli a questo mosaico. E fare bene il mio lavoro, farlo meglio dei miei predecessori, per dimostrare che spesso le donne sanno essere più concrete, più umane, più umili, più determinate, e che metterle in ruoli di responsabilità può comportare un vantaggio per tutti».
D. Contro Trump non ci sarà più Biden, ma Kamala Harris. Pensa che potrebbe diventare presidente? La conosce?
R. «Non la conosco. Tutti sanno che sono presidente dei Conservatori europei, e che tra i partiti esterni all’Europa che aderiscono ai conservatori ci sono anche i repubblicani americani, quindi le mie preferenze sono note. Questo, però, non mi ha impedito di lavorare bene con l’amministrazione democratica di Biden. Perché tra grandi Nazioni alleate i rapporti non cambiano con il mutare dei governi. Saranno gli americani a scegliere, e sono certa che comunque vada continueremo a lavorare bene con gli Stati Uniti».
D. Con il presidente della Repubblica Mattarella ha uno scambio frequente. Che cosa pensa delle sue riflessioni sulla libertà di stampa?
R. «Con il presidente Mattarella ho un rapporto costante e costruttivo. I suoi consigli sono sempre utili e quando serve una mano a difendere l’interesse nazionale lui c’è sempre. Anche per questo considero che interpretare ogni sua parola come una forma di opposizione al governo, come fa certa sinistra, sia sbagliato e irrispettoso del ruolo del capo dello Stato. Sulla libertà di stampa, come sempre, ha detto cose sagge. La libertà di stampa è un valore irrinunciabile. Per questo ho combattuto l’occupazione sistematica che la sinistra ha fatto, negli anni, dell’informazione, come della cultura, mettendo all’indice chiunque non fosse organico e allineato con la sinistra, e per questo lavoro ora per una informazione che non sia a senso unico, ma riconosca il valore democratico del pluralismo. Accusano la Rai di essere “Telemeloni”, e fa sorridere. Chiunque veda la Rai conosce la realtà e capisce benissimo da che parte penda, oggi come in passato, la televisione pubblica. Gli italiani sono molto meno ingenui e sprovveduti di quanto qualcuno
vorrebbe. Capisco il nervosismo di un Pd che ha paura di perdere la presa sulla Rai, ma non posso aiutarli, perché ho promesso un’Italia nella quale tutti hanno gli stessi diritti, anche se non si schierano a sinistra».
D. La Rai attende un nuovo vertice…
R. «Credo che dipenda soprattutto dal calendario parlamentare. Noi siamo pronti, ma dovranno essere i partiti a decidere in Parlamento la tempistica. Certo fa sorridere che adesso la sinistra si scagli contro l’applicazione di una legge fatta da loro quando erano al governo. La definiscono una legge schifezza che facilita l’ingerenza politica sul servizio pubblico, peccato che l’abbiano applicata con grande fervore finché ne hanno avuto la possibilità e che si accorgano del problema solo ora che sono all’opposizione. Non hanno il senso del ridicolo, evidentemente. Ma anche questo lo sapevamo già».
D. Non ha smesso di fumare, ma è dimagrita molto. Riesce a fare sport?
R. «Francamente, no. Negli ultimi sei mesi ho mollato completamente, e dopo anni che mi allenavo tra le tre e le cinque volte a settimana, il mio fisico ne ha chiaramente risentito. Ricominciare ad allenarmi costantemente è uno degli obiettivi della prossima stagione, e potrebbe aiutarmi anche a smettere di fumare, una schiavitù della quale mi ero già liberata in passato e nella quale sono, purtroppo, ricaduta. Allenarsi aiuta il fisico, ma soprattutto la testa. Aiuta e concentrarsi e a scaricare la tensione. Quando mi allenavo con costanza, alcune delle migliori idee che avevo arrivavano durante le sessioni di allentamento, soprattutto quando correvo. Quindi è un obiettivo che mi do, anche per fare meglio il mio lavoro».
9 commenti
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Come tuo elettore non posso che essere fiero della fiducia che ti ho accordato. Hai proprio ragione su tutto e ,in particolare sul “mestiere” di genitore per il quale, comunque, una buona dose di fortuna non guasta. Se becchi una testa di rapa come figlio ai voglia di dare esempi virtuosi e corretti. Continua cosi, un poco alla volta riuscirai certamente a realizzare quello che hai promesso. Grande Giorgia!!!!!
Se fosse scesa dall’aereo con un intero groppone lgbtq+ ,quelli della sinistra sarebbero stati contenti. Ma una bimba lì scandalizza. Grazie per avermi regalato un po’ di dolcezza con questa immagine. Forza sarò sempre con lei e per lei.
Brava, continua così. Za testa sempre più alta.
Dall’intervista emerge il profilo di un grande statista che fa gli interessi della sua Patria, ma emerge anche la figura di una donna che svolge benissimo sia il ruolo di mamma che di capo politico di una nazione.
Signora Giorgia Buon Pomeriggio,”la sua intervista e’ piu’ che perfetta”. Grazie mille e “continui così per moltissimi anni ancora,lasciando per sempre l’ opposizione,all’ opposizione”
grazie Giorgia per i sacrifici che fai e che purtroppo sei costretta a farli fare anche a tua figlia. Ma vedrai che quando sarà grande come tutti i “nostri” PATRIOTI capirà e ti (amerà) ancora di più come tutti noi. Grazie di cuore per tutto e buone vacanze Sebastiano Campo
Grazie, Presidente! Grazie, Giorgia!
Grazie Giorgia avanti così
Grande Giorgia credo che ci siano diversi centinaia di milioni di persone che avrebbero il piacere di coccolarti.
Sei grande immensa e molto bella dentro una persona speciale che fa molto bene all’Italia, forse il prezzo che devi pagare resta la tua intimità per le quali non bastano parole di conforto o di comprensione.
Per quello che possa valere i miei piu grandi, sinceri ed affetuosi complimenti.
Coraggio: