
Tra le cose che non tornano di questo Decreto Dignità c’è il tema della lotta alla precarietà: è sbagliato pensare che il lavoro si crei per editto o per decreto. irrigidire le forme contrattuali non porta a contratti di lavoro migliori ma alla disoccupazione o al lavoro nero e per questo la ricetta per FdI è mettere le aziende in condizione di assumere e questo si fa abbassando la burocrazia, abbassando le tasse e con una giustizia che sia efficace e veloce.
La posizione di Di Maio, invece, ricalca quella del Partito della sinistra degli anni ’80, tipicamente marxista: “il lavoro esiste solamente in una determinata formula”, “lavoratore e datore di lavoro sono due nemici”, “bisogna bastonare il datore di lavoro per avere più lavoro”. È falso: oggi, di fronte alla crisi economica, lavoratore e datore di lavoro sono sullo stesso piano e bisogna fare in modo che si prendano per mano e che insieme lavorino per rendere quell’impresa migliore. Per questo la proposta di Fratelli d’Italia è la partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa.
3 commenti
In questo caso, va citato un altro antico detto in LINGUA napoletana che, tradotto in italiano recita: CAMBIA IL MAESTRO; MA LA MUSUCA E’ SEMPRE LA STESSA!!!!!
Gentile siggnora Meloni, i vecchi politici , da sopèra a qualche nuvoletta, sa quante risate(amare) si stanno facendo?
Un grazie a lei ed al suo”Maestro” per la sua “attività” di “altri tempi”
riprendo: Nihil sub sole novi!
Bisogna vedere chi è l’estensore di questo provvedimento, perché Di Maio non credo sia così forbito e preparato sull’argomento………evidentemente chi ‘ha predisposto è un personaggio di estrema sinistra……..bisogna sistemarlo in Parlamento e renderlo operativo al meglio