Difendere l’Unità nazionale vuol dire difendere la nostra sovranità

L’editoriale pubblicato dal quotidiano “Il Tempo”.

Non mi sono chiare le finalità dei referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto e credo che non siano chiare a tanti italiani.

La confusione nasce dalle diverse dichiarazioni degli stessi sostenitori dei referendum: alcuni parlano di un primo passo verso l’indipendenza, altri di una questione che riguarda solo la gestione delle entrate fiscali, qualcuno dice che è una battaglia per il Nord, altri che è un cambiamento per il bene di tutta l’Italia. Vale la pena provare a fare ordine sul tema.

L’autonomia tappa verso l’indipendenza del Nord? È la tesi di molti sostenitori del referendum, di chi parla di “Venexit”, di “Libertà del nord” o di chi rivendica apertamente la storica battaglia della “indipendenza della Padania”. Inutile girarci attorno: è vero che il referendum è sull’autonomia e non sulla secessione, ma qual è la finalità di parte delle realtà che lo sostengono? Perché lo dico molto chiaramente: non credo nelle “piccole Patrie” e sono convinta che la Patria, quella vera, sia l’unico argine rimasto alla deriva mondialista e alla globalizzazione incontrollata. Sono certa che i tecnocrati europei, la BCE, gli speculatori finanziari, i lobbisti e il grande capitale preferirebbero avere a che fare con le piccole “Catalogne” di tutta Europa piuttosto che con Stati forti e coesi. Difendere l’unità d’Italia vuol dire difendere la nostra identità, la nostra libertà e la nostra sovranità. Nessuna concessione da parte mia a spinte indipendentiste.

Un referendum “solo” per trattenere parte delle entrate fiscali? “Nessuna indipendenza, Lombardia e Veneto sono solo stanche di regalare soldi al resto d’Italia”, è la tesi ufficiale di chi ha voluto il referendum. La Lombardia ha un residuo fiscale di 53 miliardi l’anno e il Veneto di 18: sono soldi che vanno al resto d’Italia e qualcuno vorrebbe rivedere questa situazione. Comprensibile che molti lombardi e veneti siano fortemente motivati su questo punto ma, anche qui, le cose sono più complesse di come appaiano. Uno Stato unitario ha come riferimento l’unità economica del territorio ed è perciò costretto ad effettuare le scelte di politica economica, industriale, infrastrutturale, trasportistica con una visione nazionale e non locale. Cambiare le regole del gioco si può ma ha ripercussioni ben più ampie di quanto si creda, non solo in ambito economico, ma anche politico. Perché se non è più indifferente se una impresa produce in una Regione piuttosto che in un’altra, allora diventano inevitabili l’antagonismo tra le Regioni, antagonismo che potrebbe andare a discapito anche delle stese Regioni più ricche. Anche perché le rivendicazioni fiscali potrebbero non fermarsi a livello regionale, ma penetrare più in profondità. Per quale motivo, ad esempio, gli abitanti della provincia di Milano dovrebbero condividere la loro ricchezza con quelli della provincia di Pavia che hanno un reddito pro-capite che è meno della metà del loro? È giusto che i milanesi paghino la sanità ai pavesi?

Aprire il vaso di Pandora dell’interesse particolare può riservare sorprese inimmaginabili. Un altro discorso è dire che la finalità dei referendum è quella di aprire una discussione a livello nazionale per rivedere in modo unitario il grado di autonomia di tutte le Regioni italiane come, mi pare, nelle ultime dichiarazioni lasci intendere lo stesso Matteo Salvini. In quest’ottica Fratelli d’Italia non ha nessuna contrarietà, così come lo ha più volte espresso in Lombardia e in Veneto.

La proposta di Fratelli d’Italia è da sempre molto chiara: rivediamo l’assetto complessivo dello Stato per valorizzare le autonomie locali senza mettere in discussione l’unità nazionale. È la storica battaglia della destra italiana: presidenzialismo con elezione diretta del capo dello Stato e del Governo e, in un quadro di rafforzata identità e sovranità nazionale, aprire ad una maggiore autonomia a livello locale. Nulla di nuovo sotto il cielo d’Italia: eravamo, siamo e saremo sempre dei patrioti.

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10 commenti

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  1. Viva l’italia

    • Franco Cordiale il 4 Ottobre 2017 alle 17:28
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    Condivido per primo il concetto che il secessionismo politico sia un regalo alle forze che negano il principio di sovranità nazionale.Ma la sovranità non é un blocco monolitico. Sicuramente le spinte all’autonomia fiscale ed amministrativa reagiscono ad un centralismo “romano” perverso, inefficiente ed impotente dove dovrebbe farsi valere, ma bravo solo a “SUCCHIARE” risorse!!

  2. Condividiamo la sua analisi, ed anche i timori per le anime secessioniste all’interno della Lega. Confidiamo che la linea di Salvini verso il federalismo nazionale sia attualmente maggioritaria e vincente, nonostante il fantasma di Bossi continui a vagare in giro…

    • Gianni Pollon il 4 Ottobre 2017 alle 21:00
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    Possiamo essere benissimo 20 Fratelli d’Italia sotto la stessa bandiera e in un’unico stato federale perchè è l’unico modello di stato che funziona con il presidenzialismo (Almirante docet)

    • Filippo il 4 Ottobre 2017 alle 22:08
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    Basta confondere la Catalogna con la Lombardia e il Veneto. La Catalogna è una nazione, è essa stessa una patria con una storia, una lingua è una lettera. La Lombardia e il Veneto in tutta la storia hanno agito per l’unità d’Italia dimostrandosi le più patriote tra le regioni. Basti pensare alle 5 gg di Milano, lo sciopero del tabacco a Venezia o la leggenda del Piave. Anche dal punto di vista culturale, tutta la letteratura di queste regioni era in tutto devota all’italianità. La Catalogna è tipo l’alto Adige per noi o la Baviera per la Germania. Non facciamo paragoni pericolosi

    • benedetto il 5 Ottobre 2017 alle 09:16
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    Presidente Meloni,la vs battaglia è sconosciuta nelle periferie,i comitati provinciali,cosa dicono ai piccoli centri (comuni)?

    • Angelo il 5 Ottobre 2017 alle 10:39
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    Buongiorno Italia

    Si vede che la dirigenza della lega, non solo si hanno fottuto i soldi, ma si sino anche fottuto il cervello, io questa marmaglia non la capisco, Per unificare l’ Italia si sono prestati i soldi da uno arredatore navale inglese di origine Ebrea (Camillo Benso),
    ora per fondare la POLENTONIA da chi si presteranno i soldi ?,
    da qualche sceicco ?, come restituiranno i soldi serviti per costruire le industrie del nord, tutte le tangenti incassate( mani pulite) etc.
    al resto degli Italiani ?.
    Hanno depredato il SUD da tutte le risorse umane ( TERRONI ),
    dalle serre calabresi si sono portate tutte le piccole fonderie,(ferri vecchi compresi) per poi, con i soldi degli italiani, ingrandirle al nord.
    La cosa più bella è che ci hanno detto” Venite al nord che vi nutriremo, lavorerete , etc ” Si ci hanno dato polenta e fatica, loro si sono ingrassati e noi elemosinanti diventati.
    Voglio ricordare noi del sud, ovunque noi andiamo un PEPERONCINO ci portiamo.

    Anche se Salvini assomiglia un po a Napoleone Bonaparte,
    diventerà anche Lui grande ? avrà la mano nella giacca ?
    cosa reggerà ?

    Italiani, noi siamo rappresentai da molti paia di c……i
    che prima pensano al proprio, poi al partito di appartenenza per poi metterghela in c..o al resto degli ITALIANI.

    Ma come c…o dicono questo e poi vanno in Sicilia a fare campagna elettorale ?

    GARIBALDI- IL DISASTRO DEI DUE MONDI.
    Prima che venisse lui, La calabria era al centro di una, anche se piccola, nazione.

    ORA SI TROVA ( con tutto il rispetto ) IN CULO ALL’ europa !!!

    WW POLENTONIA e il generale Matteo Bonaparte

    P.S. mi dispiace che non so come caricare delle foto, ne avevo trovato una del Generale Matteo Bonaparte che lo descrive in tutta la grandezza della sua uniforme POLENTONICA

    • giovanni il 6 Ottobre 2017 alle 10:57
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    Occorre essere chiari con Salvini, abbiamo sopportato venti anni di insulti e offese da parte del suo partito e anche una coltellata alle spalle da parte della Lega nel 94. Ora occorre capire cosa vogliono e prima di fare qualunque alleanza con la Lega bisogna che dicano chiaramente che partito vogliono essere. Io non dimentico che una volta Salvini ha cantato Napoli colera durante una festa e un’altra esponente della Lega Nord si augurò l’esplosione del Vesuvio del Marsili e dell’Etna.

      • Gianni il 6 Ottobre 2017 alle 14:39
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      Son d’accordo che di Salvini non ci si può fidare d’altronde è anche lui un politicante nato,quello che dobbiamo fare come FdI è riuscire a convincere gli elettori del nord che non esiste solo la Lega e FI come baluardo contro lo statalismo dem e associati e che certi valori morali possono essere difesi da un partito non necessariamente baciabanchi

    • Franco Cordiale il 6 Ottobre 2017 alle 21:15
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    Difendere l’unità nazionale significa osservare che la rete idrica italiana, specie in meridione, é SFASCIATA, causa enormi sprechi di acqua che i cittadini STRAPAGANO, per poi doversi approvvigionare da ditte private, pagando un’altra volta ! UNITA’ NAZIONALE ? COMINCIAMO A RISOLVERE questo SCHIFO, impostoci dalle mafie ! VIVA l’ITALIA !!

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