Legge elettorale: il testo del mio intervento alla Camera sull'emendamento di FdI-An per introdurre le preferenze

Signor Presidente, non so francamente a quali modelli di avanzata democrazia il collega Fiano si rifaccia, perché quello che sembra a noi è che in quest’Aula ci si tenti di rifare al modello della democrazia della Corea del Nord. Ora, io voglio farvi una domanda semplice, colleghi: qual è il motivo per il quale noi abbiamo definito l’attuale sistema elettorale, la legge Calderoli del 2005, un Porcellum? Qualcuno mi può dire in ragione di quale accusa noi abbiamo definito una porcata la legge con la quale abbiamo votato in questi anni?  Perché io ricordo, se non sono capitata in dibattiti televisivi di un altro tempo e di un altro mondo, che il motivo principale per il quale noi abbiamo definito una porcata l’attuale legge elettorale era sostanzialmente la incapacità e la impossibilità con questo sistema, da parte del popolo italiano, di scegliersi i propri rappresentanti, e il fatto che i partiti politici si arrogavano un diritto che la Costituzione non riconosce loro. E qui vale la pena di leggerlo l’articolo 49 della Costituzione, perché l’articolo 49 della Costituzione dice che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Concorrere con metodo democratico significa avere la possibilità di misurarsi con il consenso degli italiani per rappresentare gli italiani in Parlamento, non significa stare lì a compiacere il capo per poter ottenere una candidatura.

È molto diverso, colleghi. Noi sappiamo quale è la tesi per la quale si dice che le preferenze non vanno bene, è da sempre la tesi di chi sostiene, come parte sia del centrodestra che del centrosinistra, che in qualche modo se un parlamentare lo nomini tu fa quello che dici tu perché a te risponde; se invece un parlamentare ha il consenso per farsi eleggere dagli italiani c’è il rischio che risponda a quello che quegli italiani gli chiedono di fare e che quindi in alcuni casi possa anche dire di no al capo. Ma qui c’è una grande menzogna che noi dobbiamo svelare: il Parlamento, Presidente, non appartiene ai partiti politici, il Parlamento appartiene agli italiani e i partiti politici sono lo strumento attraverso il quale gli italiani esercitano il diritto di eleggere propri rappresentanti. Noi non dobbiamo fare una concessione gli italiani, dobbiamo riconoscergli qualcosa che è costituzionalmente riconosciuto loro. I partiti non possono nominare i rappresentanti del popolo italiano; mi sembra la cosa più banale del mondo, e guardate mi stupisce questo Partito Democratico che ha così paura della democrazia, almeno cambiate norme insomma, se volete negare la possibilità di esercitare quella democrazia a ogni piè sospinto al popolo italiano.

Né, colleghi, mi convincerà mai questa tesi della corruzione: «Eh no, le preferenze non si possono mettere perché con le preferenze vengono eletti dei corrotti, c’è il rischio del voto di scambio». Ma vi rendete conto di quanto sia folle questa tesi? In primo luogo, perché noi leggiamo a preferenza i nostri rappresentanti in tutti gli altri livelli e non ho visto nessuno dei colleghi che dicono che dicono che le preferenze portano questo grado di corruzione intollerabile in Italia, presentare una proposta di legge per abolire il sistema delle preferenze nel consiglio comunale, nel consiglio regionale o nel Parlamento europeo. In secondo luogo, colleghi, perché diciamoci la verità non è che con le liste bloccate non abbiamo visto qualche ladro e qualche faccendiere essere presente all’interno di questo Parlamento. In terzo luogo, consentitemi: dire che con il voto di preferenza si favorisce la corruzione e l’elezione di corrotti equivale a dire che gli italiani sono mediamente corrotti e che se fossero messi nella condizione di scegliersi i propri rappresentanti tenderebbero a scegliere dei corrotti e che quindi questi illuminati dittatori che governano i partiti fanno agli italiani la cortesia di nominare loro i propri rappresentanti perché gli italiani sono indegni per nominarseli. Francamente è una tesi insostenibile; è ovvio ed è insito in ogni sistema democratico il rischio di un rapporto malsano tra eletto ed elettore. Ma il rischio della corruzione si combatte combattendo la corruzione non la democrazia stessa, non si può mischiare due cose che non c’entrano niente l’una con l’altra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia), perché stiamo dicendo una cosa che è indegna per dei rappresentanti del popolo italiano. Se noi siamo rappresentanti del popolo italiano e non ci consideriamo migliori degli italiani, dobbiamo riconoscere agli italiani la possibilità di determinarsi e di autodeterminarsi, questo stiamo chiedendo Presidente, e concludo.

Allora voglio dire, vi prego – perché è praticamente l’ultima chiamata – vi prego, coraggio colleghi, il coraggio di riconoscere agli italiani qualcosa che è loro e che non è nostro, il coraggio di riconoscergli un diritto, altrimenti rimarrà, quando noi dovessimo bocciare questo emendamento, negli italiani che ci guardano il dubbio che noi non abbiamo voluto le preferenze perché non eravamo certi di avere sufficiente preferenze per essere rieletti. Ma banalmente, e lo dico di me stessa e lo dico di tutti noi, per chi di noi non avesse voti sufficienti per stare in questo Parlamento, segnalo sommessamente che non dovrebbe starci perché non lo merita.

Condividi

Rispondi