Meloni ad “Avvenire”: “Quoziente famigliare e piano anti-corruzione. Limite agli stranieri”

silv9Sarò inflessibile con le occupazioni e farò verifiche a tappetto su tutto il patrimonio per togliere le case a chi non ne ha davvero diritto”.

Roma, Capitale italiana e della cristianità, è da sempre città cosmopolita e multietnica. Nei confronti dell’afflusso di migranti quali iniziative deve assumere il Comune? Come si può realizzare una piena integrazione dei “nuovi italiani”, prevenendo la nascita di ghetti incontrollabili?

È possibile una sana integrazione solo se si rispetta il buon senso: non è possibile accogliere un numero illimitato di persone, serve un controllo dei flussi migratori e tutti coloro che arrivano qui devono rispettare le leggi. Le differenze culturali e religiose non sono una giustificazione per violare le regole. Per evitare la nascita di quartieri ghetto bisogna suddividere la presenza degli stranieri e delle diverse nazionalità su tutta Roma, evitando concentrazioni. Le amministrazioni di sinistra che si sono susseguite alla guida della città hanno fatto l’esatto contrario, stipando tutto il disagio nei quartieri periferici preservando invece quelli bene.

La penalizzazione della famiglia con figli è una delle assurdità più gravi di un’Italia in destabilizzante sboom demografico. A Roma negli anni passati si varò, per cominciare a rispondere, un tentativo di quoziente familiare, poi cassato. Se diventasse sindaco, lei lo riproporrebbe? E a quali criteri intende ispirare le politiche familiari?

Papa Francesco ci dice che la famiglia è un’opportunità che dobbiamo curare e proteggere. Io l’ho specificato nel mio programma: la famiglia va rimessa al centro delle politiche sociali del Comune, con azioni di sostegno e incentivazione. Il quoziente familiare deve essere reso effettivo in tutte le forme di accesso al welfare e in tutte le tasse e tariffe comunali.

Roma è in piena emergenza abitativa: come risolvere il problema, distinguendo i casi di reale bisogno dal malcostume di quanti vivono in alloggi popolari senza averne titolo e dall’illegalità delle occupazioni abusive?

La risposta non è l’illegalità perché è un meccanismo che penalizza i più deboli. Sarò inflessibile contro le occupazioni e farò verifiche a tappeto su tutto il patrimonio del Comune per togliere gli immobili a chi non ne ha diritto. Il patrimonio immobiliare disponibile va valorizzato, vendendolo o affittandolo a prezzo di mercato. Col ricavato si ottengono risorse da destinare all’edilizia popolare. Per il patrimonio indisponibile voglio adottare il meccanismo della “casa a riscatto”: chi paga l’affitto e cura la manutenzione ne acquista la proprietà. Chi vuole costruire a Roma dovrà in cambio dare una piccola quota di alloggi al Comune: così le famiglie povere e bisognose non saranno confinate in ghetti.

Mafia Capitale, i conti delle municipalizzate, il patrimonio immobiliare gestito malissimo. Sono tanti i fronti della cattiva amministrazione e dell’illegalità, maè ancora poco decisa l’azione di contrasto. Dove pensate di intervenire? E come e in che tempi?

La corruzione è una tassa inaccettabile a carico dei romani onesti. Ho già incontrato il presidente dell’ANAC Cantone e gli ho chiesto di aiutarci nelle iniziative che abbiamo in mente: un responsabile del piano anticorruzione del Campidoglio indipendente e corsi anticorruzione per gli amministratori. Voglio istituire inoltre un meccanismo di premialità per chi denuncia un atto di corruzione.

A Roma esiste un sistema scolastico che vede una forte compresenza di istituti comunali, statali e paritario e c’è al contempo una forte carenza di asili nido. Prevede qualcosa il suo programma per valorizzare e rafforzare questo sistema pubblico integrato statale-non statale?

Poter mandare il proprio figlio al nido e alla scuola dell’infanzia a tariffe accettabili è un diritto di tutte le famiglie romane. Potenzierò il sistema misto pubblico-privato sperimentando altre formule, a partire da quella degli asili nido famigliari: una neomamma potrà accudire in casa, oltre a suo figlio, altri tre bambini nella fascia d’età 0-6 e il Comune darà in cambio un contributo di 400 euro a bambino. Così possiamo azzerare le liste d’attesa e dare alle neomamme un sostegno economico.

Quali politiche intende adottare per i cittadini di etnia rom e sinti, e i campi di insediamento?

I rom e sinti devono essere trattati come tutti gli altri cittadini. Queste minoranze non si sono mai correttamente integrate perché sono sempre state trattate, nel bene e nel male, come un corpo estraneo alla società. Questo ha consentito di tollerare e di considerare normale vedere un bambino rom per strada costretto a mendicare. Basta eccezioni: i bambini vanno tutelati e devono andare a scuola altrimenti va tolta la patria potestà ai loro genitori.

I trasporti sono uno dei nodi critici più avvertiti dai romani. Che strategie ha in mente e manterrà la chiusura di via del Fori Imperiali?

Bisogna completare la metro C, portare avanti i prolungamenti delle metro già esistenti e farne di nuove, coinvolgendo i privati con la finanza di progetto, potenziare la rete tranviaria e le linee express. Voglio restituire ai romani le ore di vita buttate nel traffico. Mi piacerebbe una pedonalizzazione vera dei Fori, capace di far rivivere la Roma Antica con l’aiuto degli esperti del settore.

Quale sarà il provvedimento-simbolo dei primi mesi di amministrazione? Mille ispettori per strada a notificare multe salatissime a chi sporca la città e imbratta i muri.

Roma, come altre città, si è data – tra non poche polemiche – un registro delle coppie di fatto, peraltro ormai scavalcato dalla legge sulle unioni civili. Quale deve essere a suo avviso la politica dell’amministrazione comunale nei confronti di queste coppie legate, per un motivo o per un altro, da un vincolo diverso da quello matrimoniale?

Sono contraria a questa legge sulle unioni civili: equiparare altre forme di unione al matrimonio non è un atto di equità ma di ingiustizia nei confronti delle famiglie che si fanno carico da sempre di crescere i figli, tutelare i più deboli e accudire infermi e anziani. Da sindaco rispetterò le leggi dello Stato, anche se dubito che qualcuno mi chiederà di celebrare un’unione civile.

Le amministrazioni comunali vengono chiamate in causa in alcuni Comuni nel campo delle scelte di fine vita, con l’istituzione dei registri dei testamenti biologici, dal più che discusso valore giuridico. Cosa pensa di questo strumento?

Sono contrarissima e non mi presterò in alcun modo a questa deriva.

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