Farnesina dirami nota ufficiale su partecipazione donne a partita in Arabia Saudita

Sul caso della finale di Supercoppa Juventus-Milan mi pare che si stia cercando di correggere in corsa l’approccio un po’ superficiale che si è avuto finora rispetto ad una questione molto seria. A questo punto, chiedo ufficialmente alla Farnesina di diramare una nota ufficiale, assumendosene la responsabilità, per sapere cosa le donne possano fare o non fare se decidono di andare vedere la partita in Arabia Saudita. Continuo a ritenere che non abbia alcun senso che una Nazione come l’Italia decida di portare, solamente per ragioni di carattere economico e commerciale, un torneo italiano in una Nazione fondamentalista nella quale vige la sharia e dove ci sono enormi problemi di rispetto dei diritti umani.

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5 commenti

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  1. ………………MA CI VUOLE TANTO A COMPRENFERE CHE , SINO A QUANDO LE MACCHINE ANDRANNO A BENZINA, E’ TEMPO SPRECATO?
    sOTTO UN CERTOPUNTO DI VISTA, PER IL RISPETTO DOVUTO A TUTTI I “CREDO” HANNO PIU’ DIGNITA’ DI NOI?

    • Pino 007 il 4 Gennaio 2019 alle 06:22
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    Ci sarebbe molto da dire, ma e’ giusto che la Meloni avvisi in merito, perche’ sono dei paesi molto strani e basta un’unghia di donna scoperta per finire in galera. Poi per quanto riguarda il pallone, ci sono tanti altri Paesi nel Mondo, ma proprio li nella tana del lupo?

  2. Mentre L infibulazione importata da alcuni paesi cresce in Italia come in tutta europa, in uk 180 corti della sharia esercitano legalmente il diritto di famiglia. La partita discriminatoria giocata in Arabia e’ null altro che uno spunto da cui partire per denunciare violenze e brutalità sulle donne da parte di alcune comunità.
    Matrimoni forzati e mutilazioni femminili sono un orrore taciuto dalla comunità musulmana ( anche in Italia) e( w L immigrazione se democratica e rispettosa della libertà) mi piacerebbe che le donne ( tutte) intraprendessero una battaglia .
    Che le politiche italiane dimostrino,dunque,la loro forza.

  3. non commento grazie

    • andrea russo il 5 Gennaio 2019 alle 13:03
    • Rispondi

    Nulla di nuovo sotto il sole. Ricordo le polemiche quando le donne islamiche fossero costrette – se volevano fare il bagno in piscina od al mare – ad indossare il cd <> (piccolo burka) quel costume che lasciava scoperti solo gli occhi, aggiungendosi che potevano bagnarsi solo in piscine o tratti di mare a loro riservati, Ricordo le polemiche per il fatto che le donne islamiche nei luoghi pubblici e negli uffici dovevano (e devono) indossare il chador o il velo e comunque indumenti atti ad occultarne quasi integralmente il corpo, peraltro dovendo andare in giro (ad es per portare i figli piccoli a scuola) solo se accompagnate da membri maschili della loro famiglia. Tutte cose indicate dai cattivi xenòfobi ed islamòfobi come esempi della schiavizzazione che sarebbe praticata dall’islam a carico delle donne. Ma un noto iman , frequentatore dei salotti televisivi, vestito all’occidentale con eleganza e con modi sempre molto garbati atti a dare l’immagine che l‘islamico sarebbe un uomo tranquillo ed equilibrato, oppose che l’uso di quegli indumenti “…non ha nulla a che vedere con l’islam…” (solita canzoncina usata dagli islamici quando qualcuno fa stragi invocando allah) essendo l’uso di burka, burchini, chador, velo ecc solo costumanze locali, semplici comportamenti tradizionali, mere abitudini popolari cui talora le donne islamiche – chi di loro vuole, beninteso, l’iman ci tenne espressamente a precisare – aderiscono <> sulla base di vecchie consuetudini familiari. Però, fu platealmente smentito dal fatto che nel 2016 nel campionato mondiale di scacchi, tenuto a Teheran, le autorità politico/religiose ricordarono – alle donne che avessero voluto parteciparvi – che esse avevano l’<> di coprirsi almeno il capo col velo e minacciarono che chi di loro non l’avesse fatto (non solo se iraniane ma pur anche se occidentali) sarebbero state addirittura immediatamente <> violando esse la <> che <> alle donne di essere in pubblico coperte. Ricordo che nell’aprile 2018 la televisione di Sato iraniana , commentando i risultati della partita di Champions tra Barcellona e Roma, oscurò le tette non delle donne ma – addirittura – dell’immagine della lupa che allatta Romolo e Remo, storico simbolo di ROMA e della squadra romana. Ricordo ancora che noi stessi italiani – per un eccesso di cortesia e cioè per non turbare gli occhi casti del presidente Rohani.in visita in Italia – coprimmo le statue ignude dei Musei Capitolini (a proposito stiamo ancora aspettando l’esito dell’inchiesta al riguardo aperta da RENZI su chi fosse il responsabile di tanto zelo….sicuramente per premiarlo !!!!) Insomma ci sono delle innegabili incompatibilità fra islam e mondo occidentale, basta ricordare cosa scrive la Fallaci e cosa dice Cristiano Magdi Allam (che di islamismo se ne intende) Pertanto, è inutile meravigliarsene nei casi concreti. Invece sarebbe meglio tenerne conto e quindi o accettare a malincuore le diversità o evitare le occasioni, cioè …….(come dice la MELONI) non andate a giocare calcio nei Paesi Islamici .

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